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L’uomo, un 36 enne carpigiano residente a Soliera e personal trainer proponeva agli atleti programmi personalizzati per aumentare la massa muscolare spacciando loro farmaci vietati in Italia.

SOLIERA (MO)  -

In casa aveva una vera e propria “farmacia” illegale, composta da oltre 70 mila confezioni di sostanze dopanti, che “consigliava” agli atleti per aumentare la massa muscolare e migliorare le loro prestazioni sportive.

Per questo un 36 enne carpigiano, residente a Soliera, noto body builder e personal trainer in libera professione presso diverse palestre di Modena e provincia è stato arrestato per detenzione e spaccio di sostanze illegali e utilizzo o somministrazione di farmaci o altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. 

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Reparto Operativo di Modena, insieme ai colleghi di Carpi, il 36 enne aveva istituito la sua “base” operativa nella propria abitazione con annesso studio, dove invitava gli atleti e proponeva loro programmi personalizzati, spacciando, di fatto, farmaci dopanti e del tutto illegali. 

La perquisizione svolta nella casa del body builder ha permesso ai militari di trovare e sequestrare ben 73.753 farmaci dopanti. Nello specifico: 67.985 compresse di steroidi anabolizzanti, 892 flaconi multidose, 4811 fiale, 35 kit e fiale di ricambio di altri ormoni maschili, femminili, tiroidei e della crescita, 30 cerotti transdemici. Inoltre, sono stati rinvenuti anche 265 farmaci stupefacenti contenenti nandrolone e 62 compresse di farmaci contenenti precursori di stupefacenti a base di efedrina. I farmaci riportavano quasi tutti etichette in lingua straniera ed erano privi di autorizzazione in Italia. 

Pubblicato in Cronaca Modena

La Direzione dell’Azienda USL di Reggio Emilia informa che è stato diagnosticato un caso di meningite da meningococco in un uomo residente a Guastalla.

Per prevenire la diffusione della malattia il Servizio di Igiene Pubblica e la Direzione Sanitaria dell’Azienda USL sono intervenuti tempestivamente proponendo le misure di profilassi ai familiari e ai contatti stretti ospedalieri del caso. Il paziente, un uomo di 35 anni, è ricoverato all’Ospedale di Parma in condizioni stazionarie gravi e sta effettuando le terapie.

 

LA MENINGITE MENINGOCOCCICA

La meningite meningococcica, malattia provocata da un batterio (Neisseria meningitidis), può essere contagiosa. La trasmissione della malattia avviene con l’emissione di goccioline di saliva che si trasmettono parlando, starnutendo, tossendo e pertanto sono a rischio di contagio le persone che hanno avuto contatto stretto (a distanza inferiore a 1 metro) e prolungato con l’ammalato nei 7 giorni precedenti la malattia. Il periodo di incubazione varia da 2 a 10 giorni, di solito 3-4 giorni.

Si consiglia comunque nelle 4 settimane successive all’ultimo contatto con il malato di porre attenzione alla comparsa di febbre con intenso malessere, forte mal di testa, rigidità nucale, nausea, vomito, e, spesso, petecchie (piccole macchie rosse della pelle).  In caso di comparsa di sintomi dopo un contatto con un ammalato è necessario rivolgersi al proprio medico curante o al Pronto Soccorso, riferendo che si è stati a contatto con un caso di meningite.

 

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Il tradizionale corteo dei Re Magi ha reso omaggio alla Natività, nel cuore di Parma. Ieri, giorno dell'Epifania, il Corteo organizzato dall'Associazione Italiana Amici del Presepio, è partito da Piazza Duomo verso la chiesa della SS. Annunziata richiamando grandi e bambini.

Foto a cura di Francesca Bocchia

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Pubblicato in Cultura Parma

Davide Bellimbusto è stato trovato esanime nel bagno di casa dal compagno della madre la mattina del 5 gennaio. Inutili i soccorsi. Il ragazzo si era recato al Pronto Soccorso del Ramazzini di Carpi accusando forti dolori al torace, ma era stato dimesso con il consiglio di assumere antinfiammatori.

CARPI (MO) -

La Procura di Modena ha aperto un’inchiesta sulla morte di Davide Bellimbusto, il ragazzo di 21 anni deceduto la mattina del 5 gennaio. Il giovane carpigiano, che viveva in via Aporti con la mamma, il compagno di questa e il fratellino, è stato trovato esanime dal patrigno nel bagno di casa, dopo che il giorno prima si era recato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Ramazzini di Carpi accusando forti dolori al torace. Dolori che, sicuramente, lo preoccupavano, dal momento che Davide aveva deciso di recarsi da solo al Pronto Soccorso, alle 4.29 del mattino, come attesta l’orario di accesso. Come afferma un comunicato dell’Ausl, il ragazzo è stato sottoposto a visite, accertamenti clinici e strumentali e “in assenza di riscontri patologici”; è stato dimesso alle 7.18 con l’invio al medico di base e con il consiglio di assumere una terapia antinfiammatoria.

Secondo il racconto del compagno della madre, Davide si sarebbe poi recato dal medico di base nel pomeriggio, ma alla sera, non sentendosi ancora bene, ha rifiutato un invito da parte degli amici per uscire insieme. L’ultimo messaggio che il 21enne lascia su Instagram è delle 4.30 del mattino del 5 gennaio, quando scrive “Unstoppable”, “Inarrestabile”, probabilmente con riferimento a quel malessere che non passava e che non era convinto si trattasse di una indigestione o di un colpo di freddo. Che cosa sia successo dopo sarà compito degli inquirenti ricostruirlo.

La chiamata al 118 arriva infatti alle 10 del 5 gennaio. Sul posto arrivano un’ambulanza e l’elisoccorso, ma nonostante le manovre di rianimazione, protrattesi per circa un’ora, Davide Bellimbusto era già in arresto cardiocircolatorio e per lui non c’è stato nulla da fare. 

Ieri i Carabinieri di Carpi hanno sentito i familiari e gli amici del ragazzo e si sono recati in ospedale per acquisire le cartelle cliniche e la documentazione sanitaria. Dalle indagini compiute finora non sono state accertate condotte penalmente rilevanti da parte dei medici del Ramazzini. La salma del ragazzo è invece stata trasportata all’Istituto di Medicina Legale di Modena, in attesa dell’esame autoptico che dovrà stabilire le cause della morte di un ragazzo che non aveva mai avuto problemi di salute e per accertare la presenza o meno di patologie congenite.

Anche la famiglia si è rivolta a un avvocato per tentare di dare un senso a quello che è successo a un ragazzo di 21 anni che amava la vita e che se ne è andato troppo presto. 

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Il presidente della Regione Bonaccini alla cerimonia al Teatro Ariosto di Reggio Emilia per il 222° anniversario del Primo Tricolore: "Non un cimelio, ma simbolo vivo di libertà, di democrazia e dignità". Alle celebrazioni anche il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, presente all'Alzabandiera in piazza Prampolini e alla Lectio "Le leggi della Costituzione" nella Sala del Tricolore.

Reggio Emilia -

“Non è un cimelio, il Tricolore, ma un simbolo vivo. Di libertà, di democrazia e dignità, principi che stanno alla base di ogni convivenza civile. Dobbiamo tenerci cari questi principi, dobbiamo difenderli e tramandarli a chi verrà dopo noi. E questo vale per tutti, perché ciò che sta alla base della nostra Carta Costituzionale – e il Tricolore ne è uno dei simboli – riguarda ogni cittadino della Repubblica”.

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è intervenuto oggi alla cerimonia, al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, per il 222° anniversario del Primo Tricolore. Il saluto di Bonaccini, quello del sindaco Luca Vecchi e del presidente della Provincia Giorgio Zanni hanno concluso l’evento all’Ariosto, aperto con il discorso di Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato.  
Alle celebrazioni del 7 gennaio ha preso parte anche il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, presente in mattinata all’Alzabandiera in piazza Prampolini e alla Lectio “Le leggi della Costituzione” nella Sala del Tricolore.

Le celebrazioni di oggi non sono retoriche- ha ricordato Bonaccini- perché hanno l’obiettivo di ricordare, in primo luogo a noi stessi, la storia di questo Paese, di cui il Tricolore rappresenta un emblema, e il cammino fatto per la conquista della libertà”.

 

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Di seguito il commento dell'assessore alla Sicurezza Cristiano Casa circa l'aggressione avvenuta in stazione a Parma, alle 23 di ieri sera, da parte di un gruppo di pusher ai danni di un 27enne. Il ragazzo è stato rapinato nel piazzale, dopo aver avvicinato il gruppo di africani per comprare della sostanza stupefacente.

"L'aggressione in stazione è un fatto senza precedenti, lo Stato una volta per tutte deve rispondere con fermezza. Ricordo bene quando al ministro Salvini avevamo chiesto un presidio fisso dell'esercito in zona stazione: ci aveva risposto picche. Questa è la conseguenza di quell'atto. Se oggi ci fosse un presidio fisso h24 probabilmente non ci sarebbe stata nessuna aggressione. A livello locale si sta facendo tutto il possibile con le sole forze a disposizione, grazie alla straordinaria sinergia tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Comune insieme alla Polizia Municipale. Il presidio in stazione lo abbiamo attivato noi con la Polizia Municipale per alcune ore del giorno e le altre forze dell'ordine in occasione di alcuni eventi particolari. Abbiamo attivato convenzioni con i volontari in congedo della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri, abbiamo coinvolto la cittadinanza attivando fino a 28 gruppi di controllo di vicinato, stiamo continuando ad installare sistemi di videosorveglianza nelle zone più critiche della città. Ogni santo giorno siamo sul territorio per sopperire alle mancanze dello Stato. Ma mi chiedo perché chi ci governa non si muova ad espellere con più velocità gli irregolari sul territorio. Che cosa state aspettando? Che cosa state aspettando a fare leggi più efficaci contro chi spaccia morte per le nostre strade? Che cosa state aspettando a darci più unità di forze dell'ordine oltre a quelle già garantite dall'ex ministro Minniti? Sono le domande che continuiamo a porre a questo governo, che è lì per tutelare la sicurezza degli italiani e dei parmigiani. Noi nel frattempo continueremo a fare il nostro, come facciamo tutti i giorni, ma pretendiamo che lo Stato torni a fare lo Stato. Basta scuse e soprattutto basta chiacchiere!"

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Mercoledì, 02 Gennaio 2019 15:57

Modena, Dèsirèe: è la prima nata del 2019

A Modena alle 3:13 del 1 gennaio è nata Dèsirèe: è la prima in provincia. A Mirandola l’ultimo nato del 2018 negli ospedali AUSL e AOU, è Leonardo, alle 23.10 del 31 dicembre.

Modena - 

Al Policlinico il primo vagito, in provincia, del 2019. La prima nata del 2019 è Dèsirèe, venuta al mondo alle 3:13, pesa 3kg e 95g di peso. La mamma, Tiziana (35 anni) e il papà, Giovanni (28) sono di originari risiedono a Bastiglia e sono al primo figlio. 

È stato a Mirandola alle 23.10 del 31 dicembre l’ultimo nato negli ospedali AUSL e AOU: si chiama Leonardo e pesa 3kg540; mamma Beatrice e papà Gianluca sono residenti a Medolla. Alle 22.03 al Policlinico è nato invece Matteo, 3kg e 49g, ultimo nato della città di Modena. La mamma, Lagrimas (39 anni) e il papà (37) sono originari delle Filippine e risiedono da tempo in città e sono al secondo figlio. 

A Carpi il primo nato, alle ore 9.20 di oggi, è stato Manuel, peso 3kg720, da mamma Annarita e papà Marco. Italiani, residenti a San Martino in Rio (RE), sono al secondo figlio. Ultima nata al Ramazzini alle ore 15.51 è Annamaria, 2kg975; la mamma Maria e il papà Adrian, di origine rumena, abitano a Soliera.

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Trovando un portafogli contenente soldi e documenti lo ha portato subito ai Carabinieri: l'esemplare gesto è stato fatto da un un uomo di origine nigeriana irrogare in Italia. 

Bologna -

Ieri mattina, un uomo di origine nigeriana si è presentato ai Carabinieri della Stazione di Vergato, in provincia di Bologna, per consegnare un portafogli pieno di banconote, documenti ed effetti personali che aveva trovato per strada.

Come da prassi, dopo aver accertato che il borsello apparteneva a una 35enne di Vergato che lo aveva smarrito in zona, i Carabinieri hanno proceduto all’identificazione del cittadino scoprendo che lo stesso, 32enne, incensurato, senza fissa dimora, risultava irregolare sul territorio italiano. A quel punto i militari hanno eseguito ulteriori accertamenti amministrativi per verificare la posizione dello straniero. Considerato l’esemplare gesto del nigeriano, il Sindaco di Vergato si è reso disponibile a incontrarlo per ringraziarlo personalmente e ad accoglierlo nel suo territorio. 

In attesa delle procedure burocratiche, la 35enne ha riavuto il portafogli contenente l’esatta somma di banconote contenute all’interno, ovvero 205 euro e il nigeriano ha pranzato in Caserma in compagnia dei Carabinieri.

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Grave incidente all'altezza del Km 114. Tratto chiuso tra Terre di Canossa Campegine e Parma verso Milano.

21 dicembre 2018 -

Autostrade per l'Italia comunica che alle 15:30 circa, sull'A1 Milano-Napoli, è stato chiuso il tratto tra Terre di Canossa Campegine e Parma in direzioni di Milano, a causa di un incidente avvenuto all'altezza del Km 114 che ha visto coinvolte 5 autovetture. A causa dell'incidente una persona è deceduta e 5 sono rimaste ferite. Sul luogo dell'evento sono intervenuti i soccorsi sanitari e meccanici le pattuglie della Polizia Stradale, oltre al personale di Autostrade per l'Italia della Direzione 2° Tronco di Milano.

Il traffico è bloccato e si registrano circa 7 km di coda verso Milano e circa 5 Km di coda verso Bologna per gli utenti che rallentano incuriositi dall'incidente.

Autostrade per l'Italia consiglia agli utenti provenienti da Bologna e diretti verso Milano, dopo l'uscita obbligatoria a Terre di Canossa, di percorrere la SS9 Via Emilia e rientrare in autostrada a Parma.

Costanti aggiornamenti sulla situazione della viabilità e sui percorsi alternativi sono diramati tramite: i notiziari "my way" in onda sul canale 501 di SKY Meteo24; sulla app my way scaricabile gratuitamente dagli store di Android e Apple; sul sito autostrade.it; su RTL 102.5; su Isoradio 103.3 FM; attraverso i pannelli a messaggio variabile e sul network TV Infomoving in Area di Servizio. Per ulteriori informazioni si consiglia di chiamare il Call Center Autostrade al numero 840.04.21.21.

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Controlli della Polizia municipale con l’ausilio dell’unità cinofila in un circolo e in un alloggio: primo giorno di lavoro a Modena per il pastore tedesco Victor.
 
Modena -
 
Primo giorno di lavoro per Victor, il pastore tedesco che entra ufficialmente in azione anche in città grazie a un accordo della Polizia municipale di Modena con il Servizio Associato di Polizia Locale dell'Unione Montana dei Comuni dell'Appennino Reggiano.

Il suo fiuto ha già consentito alla Polizia municipale di Modena di recuperare circa 40 grammi di hashish, per quanto ben nascosti addirittura all’interno di una cappa di aspirazione e nello stesso pomeriggio ha confermato i sospetti a carico di due uomini che occupavano abusivamente un appartamento.

Nel pomeriggio di martedì 18 dicembre agenti di Quartiere 2, Npt e Nucleo di Polizia commerciale della Municipale, con l’ausilio dell’unità cinofila dell’Appennino reggiano, hanno svolto diversi controlli volti a contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti. In un circolo privato gestito da nordafricani, situato vicino al centro città, in zona Cittadella, il controllo si è esteso al locale della cucina dove Victor ha segnalato in modo inequivocabile la presenza di droga alla cappa di aspirazione sopra i fornelli. Gli agenti hanno vi hanno trovato un panetto di hashish del peso di circa 40 grammi. La droga è stata sequestrata e denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio un uomo di nazionalità marocchina, avventore del circolo. Nello stesso locale è stato anche identificato un pregiudicato per reati legati allo spaccio di stupefacenti, trovato per altro in possesso di un notevole quantitativo di denaro contante.

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Poco prima Victor, durante un controllo in un alloggio di zona Fratelli Rosselli, aveva segnalato agli agenti della Municipale una valigia dove con ogni probabilità era stata nascosta della droga. Sospetti confermati dal ritrovamento nello stesso appartamento di un bilancino di precisione e alcuni ‘grinder’ utilizzati per sminuzzare la marijuana. Nell’alloggio c’erano due uomini, uno originario della Nigeria, l’altro del Burkina Faso, denunciati per occupazione abusiva. Il controllo era appunto scattato dopo la denuncia presentata dalla proprietaria dell’appartamento.

L’accordo per l’utilizzo in città di Victor, che durante le operazioni viene condotto dal suo istruttore, è finalizzato a servizi di controllo del territorio finalizzati al contrasto dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti.

Pubblicato in Cronaca Modena
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