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 «Seguiamo con grande attenzione gli sviluppi della vicenda, ma al momento per i nostri assistiti non cambia nulla». Lo afferma Adele Chiara Cangini, responsabile dell’Adiconsum Cisl Emilia Centrale, commentando la notizia del sequestro di oltre 700 milioni di euro disposto dalla Procura della Repubblica di Milano per la nota vicenda dei diamanti da investimento. Gli indagati sono 75, più le due società (Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment) e le cinque banche (Unicredit, Banco Bpm, Banca Aletti, Monte Paschi di Siena e Intesa Sanpaolo) presso le cui filiali sono stati consigliati i diamanti
 
Adiconsum assiste circa cento consumatori modenesi e reggiani che hanno investito complessivamente 2,6 milioni di euro in diamanti. 
«Quando è scoppiato il caso in tutta Italia, Adiconsum si è messa subito a disposizione delle persone coinvolte – sottolinea Cangini – Già dal 2 luglio 2018 abbiamo aperto, sia a livello nazionale che territoriale, un tavolo con il Banco Popolare di Milano per esaminare, sulla base di criteri e obiettivi condivisi, le posizioni dei consumatori, in primis di quelli in situazioni di criticità». 
 
Nel frattempo, la società di investimento IDB, multata dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta, confermata dal Tar del Lazio, è stata dichiarata fallita. 
«Il fallimento della Idb era una possibilità concreta che alla fine si è verificata, ma alla quale eravamo preparati – continua Cangini - I nostri referenti nazionali sono già in contatto con la curatrice del fallimento nominata dal tribunale di Milano e abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che i diamanti non entreranno nel passivo fallimentare, ma saranno restituiti ai legittimi proprietari. È indispensabile, però, che gli interessati si attivino subito in tal senso, anche se non hanno avviato alcun contenzioso con le banche. 
 
Sappiamo, infatti, - conclude la responsabile dell’Adiconsum Emilia Centrale – che la quasi totalità dei consumatori assistiti da noi non ha le pietre, nonostante da maggio 2018 sia stato richiesto formalmente a Idb di consegnarle ai proprietari».
Intanto prosegue la trattativa tra Adiconsum Emilia Centrale e Banco Bpm per arrivare a una conciliazione. Gli incontri vanno avanti da mesi e si è registrato qualche progresso, senza tuttavia giungere a una soluzione definitiva.
 
Fonte: Adiconsum
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Il crollo si è verificato ieri pomeriggio in una palazzina di via Sant’Eufemia, in pieno centro storico a Modena. La ragazza ha riportato ferite non gravi a una gamba. Lo stabile è stato dichiarato inagibile. 

MODENA –

Una 21 enne filippina è rimasta ferita a una gamba, per fortuna in modo non grave, in seguito al cedimento di parte del pavimento della camera da letto verificatosi ieri, attorno alle 18.45 in via Sant’Eufemia, nel cuore del centro storico di Modena, a pochi passi dal Duomo.

Il crollo si è verificato al secondo piano di un appartamento al civico 66, adiacente lo storico palazzo Solmi. Tra le cause, ancora al vaglio dei Vigili del Fuoco, intervenuti sul posto insieme alla Polizia Municipale e al personale del 118 e, che hanno trasferito la 21 enne all’ospedale, ci sarebbero alcune infiltrazioni trascurate.

L’appartamento è stato messo in sicurezza, ma è stato dichiarato inagibile. La famiglia filippina che lo aveva in affitto è stata presa in carico dai Servizi Sociali che ha provveduto a sistemare i componenti, circa una decina, in alloggi sicuri.

Il crollo del pavimento ha fatto precipitare i calcinacci nell’androne sottostante, prontamente sgomberati prima dai Vigili del Fuoco e poi da una ditta esterna chiamata dalla proprietà per rendere fruibile di nuovo l’accesso ai residenti degli altri appartamenti. Sono state avviati accertamenti per verificare sia le cause del crollo sia la sicurezza degli altri ambienti dell’edificio.

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One Billion Rising Revolution: in Piazza Garibaldi a Parma, in tantissimi hanno preso parte a One Billion Rising, Flash Mob organizzato dal Centro Antiviolenza di Parma con il sostegno del Comune di Parma per dire basta alla violenza sulle donne.

Parma - 

Ieri, sabato 16 febbraio, si è svolto il Flash Mob organizzato dal Centro Antiviolenza di Parma con il sostegno del Comune di Parma per sensibilizzare e lottare contro la violenza su donne e bambine.

L’incontro, realizzato a livello internazionale, ha coinvolto un miliardo di persone in tutto il mondo: un’occasione straordinaria per celebrare in modo gioioso, irriverente e libero, la volontà di fermare ogni forma di abuso sulle donne, ma anche ogni violenza commessa sistematicamente in ambito economico, politico, socio-culturale, ambientale e intellettuale.

LA STORIA DI ONE BILLION RISING

Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia 

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E’ stata dimessa oggi la sedicenne ricoverata presso la S.C. di Oculistica del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Gian Maria Cavallini, per il trauma all’occhio destro, colpito, sabato scorso, da un tappo e dai vetri di una bottiglia di spumante.

Durante una festa a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, infatti un 19enne - denunciato dai carabinieri per lesioni gravi colpose - ha cercato di aprire la bottiglia a colpi di sciabola e il tappo è finito nell'occhio della giovane, ferendola seriamente.

Il Policlinico di Modena informa che il decorso post-operatorio ora prosegue secondo quanto previsto e sono escluse complicanze infettive e retiniche. La paziente ha recuperato quasi tutta la capacità visiva e potrà proseguire la terapia a casa. Si dovrà sottoporre a controlli ravvicinati nelle prossime settimane per valutare i progressi.

La ragazza – operata sabato scorso d’urgenza dalla dottoressa Veronica Volante dell’equipe oculistica del Policlinico di Modena – è stata sottoposta a un delicato intervento di ricostruzione della parte anteriore dell’occhio con sutura della cornea, della congiuntiva e della palpebra inferiore.

 

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Venerdì, 15 Febbraio 2019 12:28

Impiegata di 55 anni stroncata da malore in palestra

Si tratta di Roberta Terzi, originaria di Sorbolo, nel parmense, ma da tempo residente a Brescello. Si è accasciata durante gli esercizi di rilassamento in una palestra a Cogozzo di Viadana e non ha più ripreso conoscenza.

BRESCELLO (RE) –

Si stava allenando come al solito, in una palestra di Cogozzo di Viadana, nel mantovano, quando, lo scorso lunedì, durante l'esecuzione di alcuni esercizi di rilassamento, Roberta Terzi, 55 anni, originaria di Sorbolo, nel parmense, ma da tempo residente a Brescello, si è accasciata priva di sensi, probabilmente per un aneurisma.

Immediato l'intervento del personale della palestra, che ha eseguito le pratiche di primo soccorso, poi continuate dal personale medico del 118. La 55 enne è poi stata trasportata d'urgenza all'ospedale Poma di Mantova. Le sue condizioni sono subito apparse gravissime. Roberta Terzi era infatti in coma irreversibile. Un sopraggiunto arresto cardiaco ne ha purtroppo causato il decesso.

Roberta Terzi lavorava come impiegata in un'agenzia assicurativa di Parma. Dopo il matrimonio con Lorenzo Saccani, si era trasferita a Brescello, dove il marito gestisce un'autofficina. Chi la conosceva la descrive come una persona solare, piena di energie e amante dello sport e del mare.
Lascia il marito Lorenzo, i genitori Elvia e Adelmo e la sorella Paola. I funerali sono stati celebrati questa mattina. La salma di Roberta è stata tumulata nel cimitero di Sorbolo.

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Venerdì, 15 Febbraio 2019 11:05

Maltratta i suoi cani: pena di 30 mila euro

Il Tribunale di Modena ha condannato ieri un 25enne di Sassuolo che due anni fa aveva maltrattato i suoi cani. I poveri animali, quattro pitbull di sua proprietà, erano infatti stati trovati malnutriti e feriti dalla Polizia municipale che aveva provveduto al sequestro.

Il giovane è anche recidivo, poiché era già stato condannato meno di tre anni fa per lo stesso reato e con pena pecuniaria minore. Vista la razza dei cani non è escluso che fossero utilizzati per combattimenti, ma le indagini non sono riuscite a far luce su questo aspetto.

Oltre la somma che dovrà pagare di 30 mila euro, il processo ha anche stabilito una provvisionale di 1.500 euro a favore dell’Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente, che ora potrà richiedere un risarcimento in sede civile.

Speriamo che almeno questa volta impari il rispetto per i poveri amici a quattro zampe.

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Personale della Squadra Mobile e della locale Polizia Municipale ha arrestato a Modena due nigeriani di 19 e 25 anni responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Modena -

Nell’ambito di una attività congiunta di prevenzione e contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti, gli agenti di Modena stavano monitorando da un po’ di tempo i due stranieri che erano stati visti più volte insieme all’interno del parco Pertini, del Parco XXII Aprile e nei pressi del complesso ErreNord in atteggiamento tipico di staziona in attesa di effettuare cessioni di sostanza stupefacente.

Accurate indagini hanno portato a scoprire che i due abitassero in un appartamento di persone richiedenti asilo in via Gallucci, dove tra l’altro erano stati segnalati movimenti sospetti e presenze di stranieri non autorizzati a permanervi. Al momento del controllo delle forze dell'ordine uno dei due ha tentato di nascondersi in un cavedio su cui si affacciava la camera.

Grazie anche all’unità cinofila della Polizia Municipale di Casina (RE) che ha collaborato nel corso del controllo, sono stati rinvenuti sotto il letto più di 200 grammi di marijuana, confezionati in due sacchetti di plastica. La droga, unitamente a un bilancino di precisione, 5 telefoni cellulari e la somma in contanti di oltre 400 euro, sono stati sottoposti a sequestro.

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Il 19enne è stato riconosciuto anche quale autore dell’aggressione in viale Gramsci il 7 febbraio scorso nei confronti di un operatore della Polizia Municipale, il quale nel tentativo di bloccarlo perché intercettato durante un’attività di spaccio, era stato raggiunto da un violento pugno al costato, che gli aveva provocato la frattura di una costola con prognosi di 20 giorni.

I due nigeriani, entrambi richiedenti asilo, di cui uno solo autorizzato a risiedere in via Gallucci, sono stati accompagnati in Questura per ulteriori accertamenti, dai quali è emerso che il 19enne era sottoposto all’obbligo di firma presso i Carabinieri di S. Cataldo (CL)

Come disposto dal Magistrato di turno, i due sono stati associati alla locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

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Tre arresti e nove indagati. Il giro di affari si aggirava sui due milioni di euro. Le bottiglie contenevano vino di bassa qualità che veniva “spacciato” per il prodotto di punta della Marchesi Antinori. Le indagini sono partite dalla segnalazione di una tipografia.

PARMA –

Le bottiglie, le etichette e i cartoni erano pressoché identici al Tignanello, il prodotto icona del marchio fiorentino Marchesi Antinori. Il vino contenuto al suo interno, invece, era un “rosso” di bassa qualità.

Le indagini, condotte dalla Procura di Parma, in collaborazione con i nuclei dei Nas di Parma, Cremona e Firenze, ha permesso di scoprire una “truffa enologica” di grande dimensioni. Ben 11 mila le bottiglie “false”, vendute in Italia, ma anche all’estero, soprattutto in Germania e in Belgio. per un giro d’affari che si aggira attorno ai due milioni di euro.

In manette sono finiti Matteo Fazzi, 30 anni, di origine mantovana, mentre la madre Maria Alessandra Morini, 57 anni, è ai domiciliari, così come Sergio Papa, 54 anni, originario della Campania ma residente in provincia di Cremona. Altre nove persone sono indagate.

L’inchiesta è partita nel febbraio del 2017, quando una tipografia in provincia di Pistoia ha segnalato alle autorità competenti un ordine “anomalo”: la stampa di 4500 etichette di Tignanello da parte di un certo Paolo Rossi di Ab Comunicazione, società che tuttavia era all’oscuro dell’illecito.

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Dopo aver analizzato le etichette, gli esperti le hanno trovate “quasi” identiche alle originali, se non per un dettaglio: nella parte anteriore c’era scritto “Aldidudine” al posto di “Altitudine”, errore voluto per identificare le bottiglie contraffatte in circolazione, ma che ha fatto scattare il classico “campanello di allarme”. Sono quindi partite le indagini, che hanno permesso di scoprire come lo stesso nominativo aveva cercato di farsi stampare etichette false anche da altre tipografie, tra cui alcune di Parma. Altro particolare determinante, la prima tipografia contattata si è messa a sua volta in contatto con la Marchesi Antinori, che ha confermato che qualcosa non andava, poichè quell’ordine non era partito da loro.

Infine, è stata fatta una ricerca specifica, dalla quale è emerso che lo stesso numero telefonico che aveva contattato le tipografie aveva contattato anche altre ditte che forniscono tappi di sughero, bottiglie, capsule in laminato ed etichette. Anche per il packaging erano state contattate diverse ditte di Parma, Reggio Emilia, Modena, Alessandria e Sassari.

 

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I Carabinieri del Nas di Bologna hanno sequestrato in via cautelativa materie prime di lavorazione tra salumi, prosciutti, formaggi e carni cotte nel corso di un controllo all'interno di una ditta di Modena.

Le materie prime sequestrate avevano infatti superato la data di scadenza. Il valore della merce sequestrata dai militari è di 370.000 euro. Il responsabile legale dell'azienda emiliana è stato sanzionato e segnalato all'Autorità Sanitaria Locale.

Pubblicato in Cronaca Modena

I Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (R.A.C.) di Parma, all'esito di controlli nel settore dei prodotti ad indicazione geografica certificati, hanno sequestrato oltre 4.000 confezioni di "Prosciutto Crudo, Coppa e Salame" in provincia di Parma. 

In totale si tratta di 1.600 chili del valore di 4.000 euro, nonché 9.000 etichette per il confezionamento dei prodotti, in quanto evocanti indebitamente le denominazioni protette "Prosciutto di Parma D.O.P." e "Coppa di Parma I.G.P.".

Contestati illeciti amministrativi per 8.000 euro.

Pubblicato in Cronaca Parma
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