Nella giornata di ieri, sin dalle prime ore della mattina, gli agenti della Squadra Volante della Questura, hanno iniziato una serie di controlli volti al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle zone calde di Parma.
CONTROLLI IN PIAZZALE SALVO D'ACQUISTO
Alle ore 11, durante un controllo d'iniziativa su un cittadino nigeriano, all'altezza di Pz.le Salvo D'Acquisto, è stato rinvenuto, nascosto nella giacca dell'uomo, un involucro contenente 6,2 grammi di sostanza stupefacente di tipo marijuana. Il soggetto è stato denunciato a piede libero per spaccio di sostanze stupefacenti.
10 SPACCIATORI IN PIAZZALE SANTA CROCE
I controlli sono proseguiti durante l'arco di tutta la giornata, quando intorno alle ore 21, grazie ad una segnalazione da parte di rappresentanti del quartiere Pablo, che segnalavano la presenza di una decina di spacciatori, in Pz.le Santa Croce, tre volanti vi si sono portate precipitosamente.
La segnalazione, frutto di una stretta collaborazione tra la Polizia di Stato e i rappresentanti dei vari quartieri cittadini, ha permesso di sequestrare, a carico d'ignoti, 21grammi di Marijuana e 1 grammo di cocaina. Sostanza debitamente nascoste lungo traverse di via D'azeglio, dove gli spacciatori sono riusciti a guadagnarsi la fuga.
CONTROLLI IN OLTRETORRENTE
I controlli sono proseguiti nel corso della notte e della mattinata odierna, grazie anche all'ausilio da parte del Reparto Mobile di Bologna.
Durante la mattinata di oggi, nel controllare la zona Oltretorrente, in particolare Viale Vittoria, Via dei Mille e le vie limitrofe, sono stati recuperati 35 grammi di Marijuana, ben nascosta dagli spacciatori nei cespugli.
ANCORA IN CORSO I CONTROLLI DELLA POLIZIA
Il lavoro della Polizia di Stato, finalizzato a contrastare lo spaccio di stupefacenti, sta proseguendo da oltre 24 ore, e proseguirà anche nel corso della sera e della notte.
Nell’ambito del piano coordinato di controllo del territorio, nella giornata di ieri gli agenti del Commissariato di P.S. di Sassuolo, unitamente a quattro equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, un’unità cinofila della Questura di Bologna e personale della Polizia Municipale di Sassuolo, hanno effettuato un servizio straordinario volto al contrasto dell’immigrazione clandestina e dello spaccio di stupefacenti nei parchi cittadini e nella zona delle stazioni ferroviarie.
Nel corso dell’attività sono stati effettuati 7 posti di controllo che hanno permesso di identificare 73 persone, di cui 27 con precedenti di Polizia.
All’interno del Parco “Ex Edil Carani” sono stati rintracciati 4 cittadini stranieri, tutti con precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio, in materia di stupefacenti e di immigrazione clandestina, nei confronti dei quali sono stati emessi altrettanti decreti di espulsione dal territorio dello Stato.
Un cittadino marocchino, di 48 anni, irregolare sul territorio nazionale, pregiudicato, è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di gr. 27 di sostanza stupefacente del tipo hashish e di alcune banconote per un totale di 245 euro. L’uomo è stato trattenuto all’interno delle camere di sicurezza per essere sottoposto nella giornata odierna a giudizio direttissimo.
Il 25 enne tunisino, clandestino e con una lunga lista di precedenti, è stato sorpreso all’interno della pizzeria “I Dissonanti” di via Berengario. Intercettato dagli agenti, aveva addosso un cutter e 15,50 euro in monetine. Ma a suo carico pendeva anche un provvedimento di allontanamento.
MODENA –
Un bottino davvero magro: 15,50 euro in monetine, rubate dalla cassa della pizzeria “I Dissonanti” di via Berengario, ha messo fine alla “carriera” criminale di un 25 enne tunisino, pluripregiudicato e con diverse condanne a suo carico per reati contro la persona e il patrimonio, in materia di stupefacenti, nonché per immigrazione clandestina.
Attorno alle 23 di ieri sera, la Sala Operativa della Questura ha ricevuto una richiesta di intervento per l’intrusione di un soggetto all’interno della pizzeria. Il ladro era riuscito a introdursi nel locale piegando le grate di protezione con un tubo di ferro, ricavato da un cartello stradale, ritrovato nelle vicinanze dell’entrata, per poi infrangere la vetrata della porta di accesso. Scoperto, si era poi dato alla fuga, inseguito dal titolare.
Una Volante lo ha poi intercettato all’altezza di via Cavour. Un agente lo ha inseguito a piedi ed è riuscito a bloccarlo e ad assicurarlo all’interno di un’auto di servizio, grazie anche all’ausilio di un secondo equipaggio intervenuto sul posto.
Nella tasca destra del giubbotto l’uomo aveva un cutter con una lama di 11 cm, per la detenzione del quale è stato denunciato per porto ingiustificato di oggetti atti a offendere. Inoltre, sono state recuperate anche le monetine (ben 15,50 euro di bottino!) oggetto del furto appena commesso.
Una volta in Questura, è emersa la lunga lista di precedenti e condanne a carico dell’uomo, che è risultato clandestino ed è stato anche denunciato per inottemperanza all’ordine del Questore di abbandonare il territorio nazionale. Il tunisino è stato quindi trattenuto all’interno delle celle di sicurezza in attesa di essere sottoposto a processo per direttissima.
Arrestato il terzo componente della banda. Dallo scorso luglio i “pendolari del crimine” avevano messo a segno rapine particolarmente violenti ai danni di esercizi commerciali, minacciando e malmenando i titolari. L’ultimo componente della banda ancora in libertà è stato arrestato ieri. Si tratta di un 54 enne casertano pluripregiudicato.
CARPI (MO) –
Con l’arresto dell’ultimo componente, un pluripregiudicato di 54 anni di origine casertana, i Carabinieri della Compagnia di Carpi hanno sgominato la banda di “pendolari del crimine” che nello scorso mese di luglio aveva messo a punto diverse rapine a mano armata, caratterizzate da particolare violenza.
La prima era avvenuta ai danni di un distributore di benzina di Medolla. Il quell’occasione, il titolare era stato immobilizzato e colpito alla testa con il calcio di una pistola, riportando traumi multipli. Il secondo colpo era stato messo a segno presso il supermercato Eurospin di Cavezzo e, anche in quel caso, un dipendente era stato minacciato con una pistola puntata alla testa, mentre un altro con un coltello alla gola.
Dopo entrambe le rapine, tuttavia, la banda era fuggita a bordo di un’auto risultata rubata. Proprio il suo ritrovamento aveva consentito, nello scorso mese di ottobre, di identificare due dei tre componenti. Rimaneva da acciuffare il terzo, considerato pericoloso. Per questo le indagini si sono fatte sempre più serrate, fino a giungere alla sua localizzazione.
Questa mattina il 54 enne è stato individuato e arrestato con l’accusa di rapina aggravata e continuata, lesioni personali gravi e ricettazione. È stato quindi trasferito per la detenzione presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Servizi finalizzati alla prevenzione e repressione del fenomeno dello spaccio a Modena, in particolare nelle zone ricomprese tra via Vignolese, via Marzabotto, viale Monreali e piazzale Manzoni. Nella serata di sabato, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto due fratelli nigeriani di anni 31 e 34.
Modena -
Gli agenti hanno fermato un 31enne, i cui movimenti avevano destato sospetti, mentre percorreva via Paolo Ferrari in bicicletta; al momento del controllo il nigeriano ha cercato di disfarsi di tre confezioni termosaldate contenenti 19 grammi di cocaina, immediatamente recuperate dagli operatori.
La perquisizione sulla sua persona ha permesso di rinvenire la somma in contanti pari a 90 euro e un mazzo di chiavi. Poiché l’uomo era stato visto uscire da un palazzo in zona, gli agenti hanno ritenuto verosimile che le chiavi potessero permettere l’accesso ad un’abitazione all’interno di detto edificio. Proprio mentre aprivano il portone del palazzo, un altro cittadino nigeriano – che successivamente è stato accertato essere il fratello del 31enne, stava uscendo con in mano un grosso borsone.
Gli operatori hanno proceduto al suo controllo, rinvenendo in una tasca un bilancino di precisione, mentre nel borsone erano contenuti 142,4 grammi di eroina e 230,5 grammi di cocaina.
La perquisizione domiciliare ha dato ulteriore esito positivo. Infatti, all’interno di una stanza a loro esclusivo uso e chiusa a chiave di un appartamento che i due fratelli condividevano con un altro connazionale, sono stati recuperati altri 250.8 grammi di eroina, 68.6 grammi di cocaina e 280 grammi di sostanza da taglio, oltre alla somma contante di 2.520 euro, probabile provento di spaccio.
I due nigeriani, dopo le formalità di rito, sono stati associati alla locale Casa Circondariale a disposizione della Autorità Giudiziaria.
Il Sindacato Professionale SHC Sanità Human Caring ha indetto uno sciopero di 24 ore del personale OSS (operatore socio sanitario) e OSA-ASA SHC del settore della Sanità Pubblica – Privata e Terzo Settore per la giornata di martedì 15 gennaio 2019 si potrebbero quindi verificare disagi nella consueta attività.
Saranno, comunque, garantiti i servizi sanitari urgenti.
Contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti a Modena: personale della Squadra Mobile e della Polizia Municipale ha tratto in arresto due cittadini nigeriani, un uomo di 30 anni clandestino e censurato per reati specifici e una donna di 23 anni in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Modena -
Nella mattinata di ieri, durante un servizio all’interno del Parco XXII Aprile di Modena, gli agenti hanno notato una coppia, con comportamenti sospetti e hanno deciso di procedere ad un controllo.
L’ispezione personale estesa al domicilio, effettuata anche con l’ausilio di una unità cinofila, ha dato esito positivo. Proprio all’interno della loro abitazione, condivisa con un’altra coppia, è stata rinvenuta, nella camera da letto a loro uso esclusivo e nel bagno comune, della sostanza stupefacente pari a 15 grammi di cocaina e 250 grammi di marijuana, in parte suddivisa in involucri già confezionati per lo spaccio, oltre a materiale per il confezionamento della stessa.
Il tutto, unitamente a quattro telefoni cellulari, è stato sottoposto a sequestro. I due nigeriani, dopo gli accertamenti di rito, sono stati associati alla locale Casa Circondariale come disposto dal Magistrato di turno.
L’altra coppia è stata denunciata in stato di libertà per il medesimo reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, in quanto parte della droga si trovava all’interno del bagno utilizzato in comune.
Stufa a gas difettosa: la vittima è Wilma Balboni, 84 anni, residente a Casoni di Ravarino, nella Bassa modenese. Grave la badante che viveva con lei. Lievemente intossicati durante le operazioni di soccorso anche i sanitari del 118.
RAVARINO (MO) –
Questa volta non è la solitudine, ma il monossido di carbonio il responsabile della morte di Wilma Balboni, 84 anni, trovata priva di vita questa notte nella sua villetta di via Argini 2384, a Casoni di Ravarino, nella Bassa Modenese.
La signora, che aveva qualche problema di deambulazione, ma che era conosciuta e benvoluta da tutti i compaesani, condivideva l’appartamento al primo piano con la badante, una donna ucraina di 57 anni, anche lei rimasta intossicata dal gas silenzioso.
È stata proprio la 57enne a dare l’allarme, questa mattina attorno alle 7.30, accusando forti malesseri. Immediato l’intervento di due ambulanze e un’auto medica del 118 e dei Vigili del Fuoco di San Felice, che al loro arrivo hanno trovato l’ambiente saturo di monossido di carbonio.
Purtroppo, nonostante i tentativi di rianimazione, per l’anziana non c’era più nulla da fare. La badante, invece, è stata trasportata d’urgenza al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena, dove è stata stabilizzata. Poi è stata trasferita alla Camera Iperbarica di Bologna. La donna non è in pericolo di vita ma, al momento, la prognosi rimane riservata.
Lieve intossicazione anche per il personale sanitario del 118 della Pubblica assistenza di Crevalcore, che è prima stato visitato presso l’ospedale di San Giovanni in Persiceto e poi inviato d’urgenza presso la Camera Iperbarica di Quarto Inferiore.
L’appartamento è invece stato posto sotto sequestro. Dai primi rilievi, pare che all’origine della tragedia ci sia una stufetta a gas difettosa situata nella stanza attigua a quella dove dormivano le due donne.
Si tratta di un albanese di 27 anni, che con due complici aveva messo a punto decine di furti nelle abitazioni di tutta la Bassa modenese. A incastrarlo un’impronta lasciata su un borsone vuoto abbandonato dopo un furto a Villanova a fine agosto.
MODENA –
Un’operazione investigativa “da film”, con tanto di fuga rocambolesca da parte del malvivente, che viene infine bloccato e consegnato alla giustizia. È il risultato di una complessa operazione condotta dalla Polizia di Stato di Modena, che ha consentito di sgominare una banda di professionisti specializzata in furti in appartamento, che aveva messo a punto diversi colpi in tutta la Bassa modenese.
Il “team” del crimine era composta da un albanese di 27 anni e da due connazionali, che si spostavano con una Mercedes Classe A, che puntualmente parcheggiavano a qualche chilometro dai loro “obiettivi”. Si introducevano poi nelle abitazioni forzando gli infissi, nelle ore notturne o nel tardo pomeriggio, quando i proprietari erano ancora al lavoro. Facevano man bassa e poi si allontanavano veloci, correndo lungo le piste ciclabili immerse nella nebbia, portando a spalla borsoni pieni di refurtiva. Proprio uno di questi “borsoni” è stato fatale alla banda.
Lo scorso mese di agosto, l’intervento di una Volante, intervenuta in via Cremaschi, a Villanova, in seguito a una segnalazione, ha “disturbato” la banda, che era stata costretta alla fuga e aveva abbandonato un borsone vuoto. Puntualmente raccolto e analizzato dalla Scientifica, ha “svelato” un’impronta digitale, riconducibile a un 27 enne albanese già noto alle Forze dell’Ordine.
È quindi partita una complessa ricerca, che ha portato a identificare il “covo” della banda in un appartamento di Sorbara di Bomporto, di proprietà di un 40 enne italiano in difficoltà economiche, che senza farsi tanti scrupoli e per necessità, in cambio di qualche aiuto ospitava i tre albanesi. Per raccogliere ulteriori prove a loro carico, gli investigatori sono riusciti a installare un Gps sulla Mercedes Classe A della banda per monitorare i loro spostamenti.
Il blitz scatta lo scorso dicembre, quando l’auto giunge a Nonantola e, in contemporanea, cominciano ad arrivare segnalazioni di furti da parte dei residenti. I poliziotti attendono che la banda torni alla base a Sorbara. Gli agenti riescono a “sorprendere” solo uno dei tre, mentre un altro si è allontanato a piedi dopo i furti e il 27 enne, proprietario dell’impronta lasciata sul borsone e considerato il “capo”, non esita a gettarsi dalla finestra e a darsi alla fuga.
Dodici ore dopo, viene individuato in zona stazione a Modena, dove cercava di dileguarsi salendo su un mezzo pubblico. Viene finalmente arrestato in esecuzione dell’ordine emesso dal sostituto procuratore Giuseppe Amara con l’accusa di furto aggravato in concorso.
Le indagini hanno consentito agli agenti della Squadra Mobile di risalire anche al “ricettatore” professionista, che si occupava di piazzare sul mercato la merce rubata. Si tratta di un altro cittadino albanese, regolarmente residente in provincia di Modena. Presso la sua abitazione sono stati trovati alcuni macchinari rubati poco prima in una vicina azienda. L’uomo è stato denunciato a piede libero.
È Gabriele Delmonte (Ln), con un'interrogazione rivolta al governo regionale, a lanciare l'allarme sulla situazione dei mezzi pubblici a Reggio Emilia.
Il consigliere evidenzia in particolare lo stato dell'autobus numero 5, che presentava parti meccaniche e del motore scoperte nonché attrezzi da lavoro lasciati ai piedi dei sedili.
Una "situazione incresciosa sugli autobus che utilizzano gli studenti, specie sull'autobus numero 5 partito lo scorso 8 gennaio alle 12.58 dal polo scolastico di via Makallè, con capolinea Biasola, che presentava parti meccaniche e del motore scoperte nonché attrezzi da lavoro lasciati alla base dei sedili". "È ovvia" - rimarca quindi il leghista, - "la pericolosità per gli utenti".
Per Delmonte quello dell'autobus 5 non è un caso isolato, in quanto "anche su altri mezzi si registrano problemi di natura meccanica". Il consigliere chiede quindi l'intervento dell'esecutivo regionale, per "ripristinare la sicurezza" su questi mezzi.
(Cristian Casali)