Storia a lieto fine per un 66enne bolognese che si è visto restituire dai Carabinieri della Stazione di Castel San Pietro Terme un portafogli che aveva perso.
E' successo ieri pomeriggio in via Cavour, quando i Carabinieri sono stati contattati da un fruttivendolo che riferiva di aver rinvenuto un portafogli contenente diverse banconote, carte di credito, bancomat e altre tessere varie. L'esercente, raro esempio di onestà, ha restituito il borsello ai militari i quali, dopo aver accertato la presenza di 1.180 euro in banconote di vario taglio, si sono messi alla ricerca del proprietario e lo hanno trovato in brevissimo tempo.
Il 66enne, inizialmente incredulo alla notizia, ha ringraziato per l'ottimo lavoro di squadra: "Cittadinanza – Arma dei Carabinieri".
Si tratta di Luciano Cardone, 37 anni, di professione muratore e pregiudicato. Avrebbe messo in atto estorsioni tramite minacce e intimidazioni ai danni di imprenditori e professionisti per tutelare il clan da eventuali azioni dei creditori.
SOLIERA (MO) –
C’è anche un 37 enne di origine napoletana, ma residente a Soliera, tra le sette persone arrestate ieri mattina dalla Compagnia dei Carabinieri di Carpi, con l’ausilio della DIA di Bologna, su disposizione della Procura distrettuale antimafia di Trieste. Si tratta di Luciano Cardone, ufficialmente di professione muratore, pregiudicato, di fatto estorsore per conto del clan dei Casalesi.
A lui si è arrivati dopo una complessa indagine, che ha portato a indagare 12 persone, che ha origine in Croazia e ruota attorno alla figura di Fabio Gaiatto, sedicente intermediario finanziario di Portogruaro, tutt’ora in carcere, che avrebbe investito circa 12 milioni di euro, appartenenti al clan dei Casalesi, in società croate. In seguito al mancato pagamento di debiti contratti con imprenditori locali, le autorità croate gli hanno di fatto pignorato le aziende all’inizio del 2018, impedendo, di fatto, al clan di rientrare in possesso delle somme investite.
A questo punto, il Gaiatto si è trovato impossibilitato a restituire ai Casalesi i loro soldi. Le richieste del clan si sono fatte sempre più pressanti. Ed è a questo punto che, in una sorta di tutela contro le ritorsioni nei suoi confronti, Gaiatto mette in atto una serie di estorsioni ai danni di imprenditori e professionisti, alcuni dei quali italiani operanti nella città di Pola. Attraverso minacce e intimidazioni, le vittime venivano costrette e rinunciare ai loro ingenti crediti e spesso anche a cedere allo stesso Gaiatto, prestiti, beni mobili e immobili senza alcun corrispettivo in cambio, per un giro d’affari di decine di migliaia di euro.
Il Cardone sarebbe stato uno degli esecutori delle estorsioni. Nell’ambito dell’operazione sono state eseguite a Modena ulteriori perquisizioni.
Nell’ambito della attività di controllo a tutela del Made in Italy le Fiamme Gialle hanno rilevato la mancanza di qualsiasi etichetta sulle confezioni che ne indicasse la tracciabilità. Tra la merce non sicura anche addobbi natalizi e giocattoli destinati ai più piccoli.
MODENA –
Addobbi natalizi, ma anche giocattoli, gadget e articoli per la casa. Tutti privi di regolare etichetta che ne certificasse la provenienza e, soprattutto, la sicurezza. Per questo la Guardia di Finanza, nell’ambito dei controlli per la tutela del Made in Italy, ha sequestrato 1148 prodotti, per un valore commerciale di circa 7000 euro, in un supermarket gestito da un cittadino cinese, situato nelle vicinanze di Viale Gramsci.
La merce sottoposta a sequestro amministrativo è stata immediatamente rimossa dagli scaffali e dalla vetrina in quanto potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.
Un giovane colombiano di 19 anni è stato trovato all’interno di un esercizio del centro storico di Modena, dove si era introdotto per rubare.
MODENA –
Serata sfortunata per un 19 enne colombiano, che la scorsa notte ha pensato di introdursi in un locale del centro storico di Modena forzando la porta. I suoi movimenti, però, non sono sfuggiti a un Istituto di Vigilanza, che ha segnalato la sua intrusione alla sala operativa della Questura.
La seconda circostanza sfortunata per il giovane è stata che una volante della Polizia si trovava a soli 100 metri dal locale dove si era introdotto e, al suo arrivo, lo ha trovato ancora all’interno. Il giovane, colto sul fatto, ha tentato di nascondersi sotto un tavolino, ma è stato facilmente scoperto. Gli agenti gli hanno anche trovato un tablet di cui era riuscito di proprietà dell’esercizio di cui era riuscito nel frattempo a impossessarsi.
L’uomo è quindi stato bloccato e accompagnato presso gli uffici della Questura. Qui, attraverso una verifica nella banca dati, è emerso che a carico del giovane sudamericano gravavano diversi precedenti penali in materia di reati contro la persona, reati contro il patrimonio e reati legati agli stupefacenti. Il Magistrato di turno ha quindi disposto per lui l’arresto all’interno delle camere di sicurezza, in attesa del processo per direttissima.
A Sorbolo, in provincia di Parma, consegnati alla Guardia di Finanza 13 appartamenti confiscati alla 'ndrangheta nell'ambito del processo Aemilia. Sono 119 i beni sottratti alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna. Il presidente Bonaccini: "Istituzioni unite contro le mafie, l'azione di contrasto non deve conoscere differenze politiche". Presenti alla cerimonia il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e, per la Regione, l'assessore Palma Costi.
Parma -
Tredici appartamenti, oltre a 10 autorimesse, una cantina e un locale tecnico che dalle mani della criminalità organizzata passano in quelle della Guardia di Finanza, che ne farà una propria sede. E' la destinazione dell'immobile confiscato alla 'ndrangheta a Sorbolo, in provincia di Parma, che oggi è stato consegnato alla Guardia di Finanza dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), nel corso di una cerimonia che si è svolta nella Sala civica comunale alla presenza del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e, per la Regione Emilia-Romagna, dell'assessore Palma Costi.
I locali, confiscati nell'ambito del processo "Aemilia", situati in via Montefiorino 2, sono stati assegnati in comodato gratuito alla Guardia di Finanza (Reparto logistico-amministrativo dell'Emilia-Romagna) che li utilizzerà come foresteria e alloggi di servizio in base ad un accordo firmato lo scorso ottobre con l'Anbsc.
"Un giorno importante. Un altro bene, e sono 119 in Emilia-Romagna, confiscato alla criminalità organizzata e ora nella piena disponibilità della Guardia di Finanza, e quindi della collettività- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Del contrasto alle mafie abbiamo fatto una priorità in questi anni. Per questo abbiamo investito oltre un milione di euro per far svolgere il processo Aemilia qui, prima a Bologna e poi a Reggio Emilia, proprio perché volevamo che in questa terra si potesse vedere cosa era successo e che fosse chiaro a tutti che dobbiamo stroncare chi pensa di fare affari stravolgendo le regole e il tessuto socioeconomico, che chi infrange la legge viene prima giudicato e poi condannato e costretto a scontare la pena. Ringrazio la Magistratura e gli inquirenti, così come il ministro Salvini per la sua presenza a Sorbolo: la lotta alle mafie non deve conoscere differenze politiche e vedere le istituzioni unite come un sol uomo in una dura azione di contrasto e a favore della legalità".
BENI CONFISCATI IN EMILIA-ROMAGNA
Il totale dei beni immobili confiscati in Emilia-Romagna è di 119, mentre dal 2011 (anno in cui è entrata in vigore la prima legge regionale in materia, poi sostituita nel 2016 dal Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili) sono 25 gli Accordi di programma sottoscritti su 15 beni immobili, con un contributo regionale di oltre 1,5 milioni.
Unica in Italia, la Regione ha finanziato, in collaborazione con l'Università di Bologna, una mappatura on line dei beni immobili confiscati alle mafie. Un impegno rafforzato con la sottoscrizione nel 2017 del Protocollo d'Intesa sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati proposto dal Tribunale di Bologna per accelerare la destinazione a fini sociali dei beni immobili.
Foto a cura di Francesca Bocchia
Fonte: Regione ER
Anche quest'anno, l'associazione Culturale Portos si è recata all'Ospedale di Parma per portare i doni ai bambini ricoverati nei reparti di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni diretti dal professor Edoardo Caleffi. Un gesto d'amore per portare gioia ai piccoli e grandi pazienti.
Foto a cura di Francesca Bocchia
Cgil Reggio Emilia, Cisl Emilia Centrale e Uil Modena e Reggio hanno firmato con la rappresentanza del mondo cooperativo LegaCoop Emilia Ovest, Confcooperative Reggio Emilia e Agci un importante protocollo per prevenire le molestie e violenze sui luoghi di lavoro.
Solo negli ultimi tre anni, secondo i dati Istat, su base nazionale, sono state 167mila le donne che sul luogo di lavoro o in fase di colloquio assuntivo, hanno subito forme di violenza, con una prevalenza a livello di comparti, nei settori delle attività professionali, scientifiche e tecniche ed in quello del lavoro domestico.
Ed è emblematico che nell'80% dei casi le vittime non ne abbiano parlato sul posto di lavoro, quasi nessuna abbia denunciato quanto accaduto alle forze dell'ordine. Su base locale una recente indagine di Associazione Donne Giustizia, parla del 40% di lavoratrici vittime di molestie.
L'accordo siglato, che dà attuazione a quanto sottoscritto dalle tre centrali nella scorsa primavera a livello Regionale "è molto importante – spiegano le organizzazioni sindacali e le associazioni cooperative per voce di Elvira Meglioli, segretaria Cgil di Reggio Emilia, Rosamaria Papaleo, segretaria Cisl, Ferdinando Guidetti, segretario Uil di Modena e Reggio, Antonella Albertini responsabile settore lavoro e servizi di Confcooperative, Loretta Losi responsabile settore sociale di Legacoop Emilia Ovest, Milena Avanzini, Agci - per fare fronte comune e contrastare questo fenomeno. Ora intendiamo rafforzare le alleanze già costruite e costruirne altre in modo da ridurre sempre più, fino a raggiungere un auspicabile azzeramento di questi fenomeni per garantire un ambiente di lavoro sano".
"L'accordo – proseguono – sarà diffuso sul territorio e sarà richiesto alle imprese aderenti di sottoscrivere il principio, sotteso, di inammissibilità di qualsiasi atto o comportamento che si configuri come violenza e molestia sui luoghi di lavoro attraverso una dichiarazione formale e introdurre una capillare attività di informazione. Dal punto di vista operativo saranno promosse adeguate iniziative formative finalizzate alla prevenzione delle violenze e delle molestie e per garantire il rispetto della salute, del benessere e della dignità della persona, di promuovere attività per l'inserimento lavorativo di vittime delle violenze, e di monitorare la realizzazione e gli esiti delle suddette azioni attraverso l'attivazione di tavoli congiunti".
Infine, "nell'ambito della contrattazione di secondo livello le Rsu potranno contribuire a definire codici di condotta, linee guida e buone prassi per prevenire e contrastare le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro, con l'obiettivo di rafforzare la presente intesa".
Fonte: Cisl Emilia Centrale
Esibizionista recidivo: l’uomo, un 38 enne residente a Rubiera, aveva preso di mira per ben due volte una 15 enne di Campogalliano. Ma la minorenne ha annotato la targa dell’auto e lo ha denunciato. Il singolare provvedimento è stato preso poiché il mezzo è stato riconosciuto come “strumento utilizzato per compiere il reato”.
CAMPOGALLIANO (MO) –
La Fiat Punto a bordo della quale aveva avvicinato per due volte una quindicenne di Campogalliano è stata ritenuta dal giudice “strumento utilizzato per compiere il reato”. Per questo un 38 enne residente a Rubiera, oltre alla denuncia per atti osceni in luoghi frequentati da minorenni si è visto di fatto sequestrare l’auto.
Il primo episodio risale allo scorso 13 settembre, quando, nei pressi dell’oratorio parrocchiale di Campogalliano, si è avvicinato in auto alla ragazzina, con la scusa di chiederle un’informazione. Con un’altra scusa, le aveva anche chiesto di sporgersi all’interno dell’abitacolo. A quel punto il 38 enne aveva sollevato una coperta che teneva sulle gambe, mostrandole i genitali. La minorenne, tuttavia, dopo lo sconcerto era andata a denunciare il fatto.
Appena un mese dopo, il 12 ottobre, l’uomo ha riconosciuto la quindicenne ferma alla fermata dell’autobus e ci ha riprovato, sempre con la stessa tecnica. La giovane, però, ha riconosciuto la Fiat Punto e, prontamente, prima di allontanarsi, ne ha annotato la targa, consentendo agli uomini dell’Arma di risalire all’identità dell’esibizionista recidivo.
Una volta esaminato il caso, il sostituto procuratore Giuseppe di Giorgio, ha deciso di chiedere al Gip il sequestro preventivo dell’auto del 38 enne. In un primo momento, il Gip ha rigettato l’istanza ma il Pm ha fatto appello al Tribunale del Riesame, che questa volta ha accolto la richiesta, concordando sul rischio concreto che il mezzo potesse servire all’uomo per commettere altri gesti analoghi.
Danno un passaggio a uno sconosciuto e lo rapinano. Poi aggrediscono due poliziotti. Arrestati due cittadini marocchini.
Notte brava per un 38 enne con precedenti penale e un 26enne incensurato, senza fissa dimora ma regolari sul territorio. Alla vista degli agenti hanno reagito con violenza ferendo lievemente un agente.
MODENA –
Due cittadini marocchini, un 38 enne con precedenti penali e un 26 enne incensurato, entrambi regolari in Italia, ma senza fissa dimora, sono stati arrestati per danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale, oltre a essere denunciati per rapina impropria dopo aver derubato un connazionale e avere scatenato una colluttazione con gli agenti, intervenuti per “sedare gli animi”.
Il tutto è iniziato ieri mattina attorno alle 9, quando una Volante è intervenuta presso un bar di San Damaso, su segnalazione di un cittadino, dove era in atto una colluttazione fra tre cittadini stranieri. All’arrivo degli agenti è emerso che uno dei tre, un marocchino 34 enne, che non conosceva gli altri due, suoi connazionali, era stato rapinato dopo che gli era stato offerto un passaggio all’uscita di una discoteca.
La “gentilezza”, infatti, nascondeva un secondo fine, ben meno nobile. Una volta a bordo, il 34 enne era stato malmenato e costretto a consegnare il bancomat e il portafogli. I tre hanno poi raggiunto il bar, dove i due, già visibilmente alterati da alcool e probabilmente da qualche sostanza stupefacente, hanno ordinato da bere come se nulla fosse.
Quando, tuttavia, sono arrivati gli agenti e hanno chiesto loro i documenti, i due si sono scagliati con violenza contro i poliziotti, tempestandoli di calci e pugni. Quando, a fatica, sono state messe le manette ai polsi al più violento dei due magrebini, questo, come una furia, ha colpito un poliziotto alla testa servendosi proprio delle manette. L’agente è rimasto ferito in modo lieve. È stata necessaria una pattuglia di supporto per avere la meglio sui due esagitati, che sono stati infine immobilizzati e trasportati nelle celle della Questura.
Ma la furia dei due magrebini non si è fermata nemmeno a bordo della Volante, dove hanno continuato a sferrare colpi danneggiando il plexiglass che separa l’abitacolo del conducente dai sedili posteriori. Irrimediabilmente, è scattato l’arresto.
Una telefonate anonima, questa mattina verso le 9, ha fatto scattare subito il piano sicurezza. E’ successo a Parma, in particolare nella sede del Tribunale che è stata subito transennata e bonificata dalle Forze dell’Ordine per un allarme bomba. Dopo circa un'ora dall'evacuazione, e dopo tutti i controlli di rito, le persone sono potute rientrare nello stabile. Ora si cerca l'autore del procurato allarme.