I Carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, una 32enne per furto. La donna dopo aver rubato il portafoglio in un supermercato di via D'Azeglio si è data alla fuga. -
Parma, 6 ottobre 2015 -
I Carabinieri di Parma hanno arrestato, in flagranza di reato, una 32enne per furto. La donna era in compagnia dei due figli minori. E' successo ieri mattina, verso mezzogiorno, quando in un supermercato di via D'Azeglio una signora, dopo aver pagato alla cassa ha scoperto di non avere più il portafoglio. Accortasi del furto, è riuscita ad individuare la presunta ladra mentre tentava di allontanarsi su un pullman del trasporto pubblico. Chiamato il 112, una pattuglia di motociclisti dell'Aliquota Radiomobile, che si trovava a breve distanza dal luogo dei fatti, è riuscita a intercettare l'autobus.
La ladra è stata bloccata e dopo alcune resistenze, ha consegnato il portafoglio rubato con ancora tutto il contante ed i documenti al suo interno. L'arrestata, al termine delle attività di rito, è stata accompagnata presso la sua abitazione ai domiciliari in attesa del processo.
La vittima, una signora nigeriana, ha raccontato di essere stata offesa e colpita sulla corriera diretta a Castelfranco. Un giovane rumeno è stato portato dagli agenti al Comando di via Galilei. -
Modena, 5 ottobre 2015 -
Prima insulti, poi sputi e infine un colpo sferrato alla nuca: queste le accuse mosse da una 45enne di nazionalità nigeriana residente a Castelfranco Emilia. Un giovane rumeno, B.I. le iniziali, del 1995, residente a Serramazzoni avrebbe aggredito la signora seduta sulla corriera diretta a Castelfranco nel sedile anteriore a quello occupato da lui.
Il fatto è accaduto poco prima delle 20 di ieri, domenica 4 ottobre, presso la Stazione delle autocorriere di Modena. Secondo la ricostruzione della donna, il giovane uomo, oltre a rivolgerle sputi e offese è arrivato a sferrarle un colpo alla nuca, inducendola a cambiare posto per poi continuare a molestarla fino a farle cadere la borsa della spesa.
L'autista del bus ha subito dato l'allarme fermando una pattuglia della Polizia municipale in servizio nelle vicinanze. Rintracciato dagli operatori della Municipale ancora all'interno della corriera, il giovane, in stato di alterazione psicofisica, ha rifiutato di esibire documenti e dare le proprie generalità passando rapidamente alle minacce anche nei loro confronti. È stato quindi accompagnato al Comando di via Galilei per le procedure di identificazione e qui ha detto di aver bisogno di cure mediche senza precisare i sintomi del malessere, i sanitari del 118 chiamati sul posto non hanno però rilevato alcuna anomalia nei parametri.
Gli accertamenti della Municipale hanno infine consentito di verificare le generalità del giovane che è risultato avere precedenti per reati simili. Per ora è stato denunciato all'Autorità giudiziaria per minacce a pubblico ufficiale e rifiuto delle generalità, ma le cose si potrebbero aggravare ulteriormente con le accuse della donna.
Rintracciato dai carabinieri di Salsomaggiore che lo hanno arrestato su ordinanza di custodia per maltrattamenti in famiglia. -
Parma, 2 ottobre 2015 -
Un polacco di 45 anni è stato rintracciato dai carabinieri di Salsomaggiore che lo hanno arrestato su ordinanza di custodia per maltrattamenti in famiglia. L'uomo, già residente nella provincia di Grosseto ed attualmente senza fissa dimora, è stato controllato dai Militari dell'Arma nel corso di un servizio perlustrativo, mentre era in compagnia di altri due clochard nella piazza del mercato di Fornovo Taro. Grazie all'accertamento è emersa l'ordinanza pendente a suo carico per maltrattamenti in famiglia commessi in provincia di Grosseto.
L'arrestato è stato portato nel carcere di via Burla.
La pattuglia dell'Arma, recatasi per i consueti controlli presso la comunità di recupero dove il giovane stava scontando gli arresti domiciliari, non lo ha trovato: il giovane era uscito per andare a giocare una partita di calcetto in un vicino circolo sportivo. -
Parma, 2 ottobre 2015 - di C.N.-
E' costata cara la partita di calcetto a un 35enne di origine sarda che è evaso dagli arresti domiciliari per andare a tirare calci al pallone.
I Carabinieri della Nucleo Radiomobile di Parma, nella serata di ieri, lo hanno arrestato dopo averlo sorpreso in flagranza del reato di evasione. La pattuglia dell'Arma, recatasi per i consueti controlli presso una comunità di recupero dove il giovane stava scontando gli arresti domiciliari, non lo ha trovato ed i responsabili della struttura hanno riferito agli operanti che il giovane era uscito per andare a giocare una partita di calcetto in un vicino circolo sportivo, dove l'uomo è stato rintracciato poco dopo.
Alla richiesta di spiegazioni circa il suo allontanamento dalla comunità il giovane si è giustificato affermando di essere stato autorizzato ad uscire in alcune fasce orarie, ma dai successivi accertamenti fatti dai militari si è potuto verificare che l'uomo era uscito dalla comunità al di fuori degli orari per i quali era stato autorizzato.
Per il 35enne sono scattate le manette ed è stato accompagnato presso la caserma di via delle Fonderie dove è stato arrestato e tenuto a disposizione dell'autorità giudiziaria in attesa del rito direttissimo.
Scattano le manette per spaccio di stupefacenti a Colorno. Al setaccio dei carabinieri parchi e luoghi di ritrovo a Fidenza. Segnalati quattro giovani per uso di hashish. -
Parma, 2 ottobre 2015 - Di C.N. -
Il laboratorio per la preparazione delle dosi di droga era una abitazione rurale.
Se ne sono accorti i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Fidenza che, nella mattinata di ieri, hanno fatto irruzione in una casa rustica nelle vicinanze di Colorno scoprendo un piccolo laboratorio per la preparazione di dosi di cocaina, dopo essere stati insospettiti da uno strano via vai in una zona non molto abitata.
I carabinieri hanno infatti rinvenuto, su di un tavolo del soggiorno, tre involucri in cellophane contenenti complessivamente 50 grammi circa di stupefacente, oltre a 50 grammi circa di sostanza da taglio, un bilancino di precisione, due coltelli e altro materiale per il confezionamento.
A questo punto, vista l'evidenza dei fatti, è scattato l'arresto del proprietario di casa, un 48enne già noto per diversi precedenti specifici, che quest'oggi comparirà davanti al Giudice del Tribunale di Parma per il rito direttissimo, così come disposto dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Parma. L'operazione di ieri è stata effettuata dai Carabinieri della Compagnia di Fidenza contemporaneamente ad una seconda che ha interessato i parchi ed i luoghi di ritrovo all'aperto in Fidenza.
Durante i controlli effettuati nei pressi di una piazza del centro abitato, solitamente frequentata da numerosi giovani ed adolescenti, è stato bloccato un incensurato, 43enne, a cui sono stati sequestrati, a seguito di una perquisizione personale e domiciliare, 55 grammi di sostanza stupefacente tipo hashish e marijuana, oltre al classico materiale utile per il confezionamento di dosi quale bilancino di precisione, cutter e coltellini vari. In una ulteriore piazza i militari hanno proceduto al controllo di quattro ragazzi, dai 15 ai 19 anni, trovandoli in possesso di sostanza stupefacente, per complessivi grammi 1 di marijuana e grammi 15 di hashish, già suddivisa in piccole dosi pronte per l'uso. Anche questo caso lo stupefacente è stato sequestrato ed i quattro giovani, dopo gli adempimenti di rito, sono stati segnalati alla Prefettura di Parma.
Approfittando del momento di crisi e della difficoltà di accedere ai canali di credito tradizionali, la banda prestava denaro a privati e imprese con tassi pari al 417% su base annua. Il denaro veniva poi reinvestito in attività commerciali affidati a prestanome nel distretto ceramico. L'inchiesta, partita nel 2013, è stata condotta da Polizia di Stato e Guardia di Finanza e ha portato anche al sequestro di 1,7 milioni di euro di sospetta provenienza illecita. -
Modena, 1 ottobre 2015 -
Alla fine gli "Intoccabili" sono stati presi e assicurati alla giustizia. E' stata denominata così, "The Untouchables", l'inchiesta che, questa mattina, ha portato all'arresto di Rocco Ambrisi e Adamo Bonini, entrambi di 41 anni, capifila di una banda dedita all'usura e alle estorsioni ai danni di cittadini e imprenditori del distretto ceramico tra le province di Modena e Reggio Emilia, in particolare nella zona di Sassuolo, Fiorano, Casalgrande e Castellarano.
Nei guai sono finiti anche tre carabinieri, di cui uno in congedo, accusati di corruzione, abuso d'ufficio favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio per avere passato informazioni alla banda criminali su indagini e intercettazioni che li riguardavano. I tre sono stati allontanati e dovranno rispettare il provvedimento di obbligo di firma. Denunciate a piede libero altre sei persone, considerate "le braccia" dell'organizzazione criminale.
La vicenda è molto complessa e parte nel 2013 a seguito di alcune segnalazioni pervenute alla Guardia di Finanza in cui si evidenziavamo operazioni poco chiare, dietro alle quali vi era il sospetto di operazioni di riciclaggio di flussi di denaro di provenienza illecita. L'attività investigativa delle Fiamme Gialle si è poi incrociata con alcuni accertamenti svolti dalla Polizia di Stato si alcuni soggetti appartenenti a un clan operante a livello locale. E' stato così possibile ricostruire e smantellare l'attività criminale della banca che da anni agiva indisturbata nella zona.
Dalle indagini è emerso che l'organizzazione aveva trovato terreno fertile con la complicità della crisi, che, di fatto, ha escluso cittadini e imprenditori dai consueti canali di accesso al credito. Ecco, che, in "aiuto" di chi aveva bisogno di liquidità arrivavano gli usurai, che praticavano tassi annui anche del 417%. E, se, qualcuno pagava in ritardo o non poteva pagare, scattava il "recupero crediti" fatto di minacce ed estorsioni.
Il denaro veniva poi reinvestito in attività commerciali, tra cui alcuni bar e pizzerie molto note nel comprensorio ceramico, oltre che in aziende che operano nel campo dell'edilizia, della meccanica, della metallica e della carpenteria, i cui titolari sono risultati prestanome dell'organizzazione criminale, che, di fatto, beneficiava del tornaconto economico. Proprio la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio disponibile sui conti correnti e in titoli riconducibili agli arrestati ha indotto il gip del Tribunale di Modena a disporre il sequestro preventivo di circa 1,7 milioni di euro, oltre ad alcune auto di lusso intestate agli indagati.
L'arresto dei due capibanda, tuttavia, sembra essere solo la punta di un iceberg. Per ora, sono una quindicina i casi accertati riconducibili all'attività del clan. Tra questi vi è il caso di una pizzeria concorrente, costretta a chiudere e a continuare a pagare l'affitto. Nel frattempo, i titolari erano stati anche spinti a rilevare un altro locale in un'altra zona del reggiano, a fronte di un mutuo oneroso, per il quale uno dei soggetti arrestati aveva fatto da garante dietro il pagamento di 60 mila euro.
Accertata anche l'usura praticata ai danni di un piccolo artigiano di Sassuolo, costretto a fuggire all'estero per l'impossibilità di onorare gli esosi interessi applicati ad un prestito ricevuto da uno dei responsabili oggetto di misura cautelare. Dalle indagini è emersa anche l'odiosa condotta vessatoria e minacciosa nei confronti della compagna di un parente, deceduto in un incidente stradale nel marzo 2013, per avere la custodia della figlia minorenne, al fine di riscuotere e disporre del premio di una polizza intestata al defunto e del risarcimento assicurativo connesso al sinistro.
Tuttavia, il ritrovamento di una sorta di "libro contabile" durante le perquisizioni fa presumere che ci sia ancora molto da scoprire sulle attività criminali del gruppo.
Controlli dei Nas di Parma e dei militari dell'Arma territoriale: riscontrate violazioni amministrative e sequestrati 160 kg di alimenti per un valore di circa 5.000 euro. -
Parma, 1 ottobre 2015 -
I carabinieri del Nas di Parma, insieme con i militari dell'Arma territoriale, nell'ambito dei servizi volti a garantire la sicurezza alimentare e sanitaria, hanno controllato ristoranti, panifici, esercizi commerciali, mercati rionali e centri estetici del parmense, al fine di verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e amministrative. Nel corso delle attività sono state riscontrate violazioni amministrative e sequestrati 160 kg di alimenti per un valore di circa 5.000 euro.
Ci sarebbero altre due indagate all'asilo Allende. E intanto l'Amministrazione comunale di Collecchio si fa portavoce dello sgomento dei cittadini e rende noto che ha avviato provvedimenti, anche di riorganizzazione interna, per rafforzare la vigilanza sul funzionamento del nido. -
Parma, 1 ottobre 2015 - di Cigno Nero -
Le indagini sull'asilo del terrore stanno facendo emergere una verità ancora più angosciante: la maestra che maltrattava i bimbi di tre anni non era da sola. Ci sarebbero, infatti, altre due indagate in questa storia di violenza e di umiliazioni avvenute nell'asilo nido di Collecchio, nel parmense.
Gli arresti domiciliari erano scattati per Erica Grandis, la 55enne che lavorava come maestra nella struttura Salvator Allende del Comune.
Nelle ultime ore sarebbero state indagate per maltrattamenti due colleghe della donna, una educatrice e una operatrice.
Secondo quanto si sta ricostruendo, le due donne avrebbero assistito ai ripetuti atteggiamenti di brutalità della maestra contro i bambini, che si rivolgeva a loro con insulti, calci e schiaffi, ma non sarebbero intervenute e non avrebbero denunciato quanto accadeva nell'asilo. Probabilmente già da qualche anno.
In alcuni casi anche l'educatrice avrebbe maltrattato e punito i bambini. Le scene, immortalate dalle telecamere nascoste dagli inquirenti dopo la denuncia ai Carabinieri di un'altra dipendente del nido, non lascerebbero spazio a dubbi sul comportamento tenuto anche dalla donna, che avendo un contratto a termine non lavora più all'asilo da settembre. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti pare che l'operatrice non avrebbe mai alzato le mani contro i piccoli ospiti, ma anche per lei l'accusa sarebbe quella di maltrattamento, per non avere mai raccontato alle forze dell'ordine quanto stava accadendo.
Intanto dalle carte dell'ordinanza spuntano nuovi particolari sull'incubo quotidiano per i piccolissimi ospiti, riprese di nascosto da telecamere e cimici degli inquirenti. In un mese di riprese, dal 5 al 30 giugno 2015, gli inquirenti hanno appuntato una ventina di episodi in cui si evincono insulti, gesti violenti, punizioni eccessive che comunque non fanno pensare a scatti d'ira isolati, ma a una terribile quotidianità alla quale i bimbi erano sottoposti. Nelle intercettazioni ambientali si sente la maestra che si infuria quando una bambina bagna il pannolino che viene cambiato dopo ore, o che lancia cibo a un bambino appena rimproverato, o urla a un'altra che non vuol mangiare.
Lunedì 28 settembre, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al pm Andrea Bianchi, che coordina l'inchiesta, e al giudice Maria Cristina Sarli, che ha firmato l'ordinanza dei domiciliari, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La maestra da settembre non lavora più al nido, è in aspettativa da fine giugno 2015, dopo il termine dell'anno scolastico. Ma per scongiurare un suo eventuale ritorno e una reiterazione del reato, il gip ha accolto la richiesta del pm, facendo scattare gli arresti domiciliari.
Questa terribile vicenda ha scosso la comunità di Collecchio che, attraverso una lettera dell'Amministrazione comunale diffusa ieri agli organi di stampa, ha fatto sapere di voler collaborare con la giustizia. "La vita del paese è sconvolta – si legge nella missiva -; i cittadini sono turbati, a partire dalle famiglie che frequentano o hanno frequentato il servizio. E' innanzitutto per loro che l'Amministrazione continuerà ad impegnarsi affinché emergano tutte le responsabilità e possano rinnovarsi le condizioni di fiducia che sono basilari nel rapporto con il proprio Comune".
L'obiettivo dell'Amministrazione comunale è stato quello di conoscere la verità e di assumere conseguentemente le necessarie decisioni non solo nei confronti dei responsabili ma anche organizzative affinché tali episodi non possano più ripetersi. "In proposito – è l'appello - chiediamo a tutti coloro che ritengono di essere a conoscenza di elementi rilevanti al fine delle indagini, di rivolgersi agli inquirenti senza nessuna riserva ovvero di segnalarli al Comune che provvederà a trasmetterli a chi sta svolgendo le indagini. Fermo il fatto che in primo luogo compete alla magistratura accertare le responsabilità individuali e che il Comune sta già facendo e farà quanto di sua competenza, segnaliamo che, alla luce di quanto emerso finora - appreso giorno per giorno dalla stampa come tutti, anche in considerazione del doveroso riserbo degli inquirenti -, l'Amministrazione ha già avviato una serie di provvedimenti, anche di riorganizzazione interna, per rafforzare la comunque non semplice vigilanza sul funzionamento del servizio del nido Allende".
I Carabinieri hanno individuato una piantagione di canapa indiana del valore stimato di 400.000 euro in un'area di 400 ettari poco lontano da centro. -
Bologna, 29 settembre 2015 –
Questa mattina, i Carabinieri della Stazione Bologna Bertalia e del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coadiuvati da quelli del V° Reggimento Emilia-Romagna, si sono introdotti in un'area demaniale di 400 ettari situata tra via Erbosa e via dell'Arcoveggio e hanno estirpato 200 piante di marijuana che erano state precedentemente piantate ed accudite da soggetti non ancora identificati. La sostanza stupefacente, del peso di circa 250 kg, era destinata a rifornire le principale piazze di spaccio di Bologna, dove avrebbe permesso di trarne un illecito profitto di circa 400.000 euro.
In conferenza stampa Capitano Giuseppe Musto
Ferito ma non in pericolo di vita il conducente del veicolo. Via Emilia est chiusa per tre ore per rimozione mezzi e pulizia strada. Traffico rallentato anche dopo le 18. -
Modena, 29 settembre 2015 -
Incidente, ieri pomeriggio, in via Emilia est all'altezza della Fossalta tra un'auto e un autocarro, in cui è rimasto ferito il conducente del veicolo, trasportato al pronto soccorso del Policlinico, non in pericolo di vita.
La dinamica dell'incidente è in corso di accertamento, ma secondo le prime ricostruzioni all'altezza del ponte sul torrente Tiepido intorno alle 15.10, l'auto diretta a Modena, guidata da un cittadino cinese residente in città, si è scontrata frontalmente con l'autocarro, che procedeva in direzione Castelfranco e che ha terminato la sua corsa contro il guardrail.
La circolazione sulla via Emilia est è rimasta chiusa fino alle 18 per le difficili operazioni di rimozione dei mezzi e di pulizia, in quanto con l'urto l'autocarro ha perso l'olio del motore che si è riversato sulla strada. Anche successivamente il transito è risultato piuttosto rallentato. Sul posto sono intervenuti il 118 e tre pattuglie della Polizia municipale per i rilievi necessari e per regolare il traffico deviandolo in percorsi alternativi.
Rallentamenti si sono registrati tra le 18 e le 19 anche in tangenziale, in direzione Modena Nord. Un altro incidente, questa volta senza alcun ferito, ha interessato tre vetture all'altezza dello svincolo 6 della tangenziale. In questo caso, si è trattato di un tamponamento a catena all'ingresso dalla tangenziale su via Nonantolana in direzione centro città.