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Scattano le manette per spaccio di stupefacenti a Colorno. Al setaccio dei carabinieri parchi e luoghi di ritrovo a Fidenza. Segnalati quattro giovani per uso di hashish. -

Parma, 2 ottobre 2015 - Di C.N. -

Il laboratorio per la preparazione delle dosi di droga era una abitazione rurale.
Se ne sono accorti i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Fidenza che, nella mattinata di ieri, hanno fatto irruzione in una casa rustica nelle vicinanze di Colorno scoprendo un piccolo laboratorio per la preparazione di dosi di cocaina, dopo essere stati insospettiti da uno strano via vai in una zona non molto abitata.

I carabinieri hanno infatti rinvenuto, su di un tavolo del soggiorno, tre involucri in cellophane contenenti complessivamente 50 grammi circa di stupefacente, oltre a 50 grammi circa di sostanza da taglio, un bilancino di precisione, due coltelli e altro materiale per il confezionamento.
A questo punto, vista l'evidenza dei fatti, è scattato l'arresto del proprietario di casa, un 48enne già noto per diversi precedenti specifici, che quest'oggi comparirà davanti al Giudice del Tribunale di Parma per il rito direttissimo, così come disposto dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Parma. L'operazione di ieri è stata effettuata dai Carabinieri della Compagnia di Fidenza contemporaneamente ad una seconda che ha interessato i parchi ed i luoghi di ritrovo all'aperto in Fidenza.

Durante i controlli effettuati nei pressi di una piazza del centro abitato, solitamente frequentata da numerosi giovani ed adolescenti, è stato bloccato un incensurato, 43enne, a cui sono stati sequestrati, a seguito di una perquisizione personale e domiciliare, 55 grammi di sostanza stupefacente tipo hashish e marijuana, oltre al classico materiale utile per il confezionamento di dosi quale bilancino di precisione, cutter e coltellini vari. In una ulteriore piazza i militari hanno proceduto al controllo di quattro ragazzi, dai 15 ai 19 anni, trovandoli in possesso di sostanza stupefacente, per complessivi grammi 1 di marijuana e grammi 15 di hashish, già suddivisa in piccole dosi pronte per l'uso. Anche questo caso lo stupefacente è stato sequestrato ed i quattro giovani, dopo gli adempimenti di rito, sono stati segnalati alla Prefettura di Parma.

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Approfittando del momento di crisi e della difficoltà di accedere ai canali di credito tradizionali, la banda prestava denaro a privati e imprese con tassi pari al 417% su base annua. Il denaro veniva poi reinvestito in attività commerciali affidati a prestanome nel distretto ceramico. L'inchiesta, partita nel 2013, è stata condotta da Polizia di Stato e Guardia di Finanza e ha portato anche al sequestro di 1,7 milioni di euro di sospetta provenienza illecita. -

Modena, 1 ottobre 2015 -

Alla fine gli "Intoccabili" sono stati presi e assicurati alla giustizia. E' stata denominata così, "The Untouchables", l'inchiesta che, questa mattina, ha portato all'arresto di Rocco Ambrisi e Adamo Bonini, entrambi di 41 anni, capifila di una banda dedita all'usura e alle estorsioni ai danni di cittadini e imprenditori del distretto ceramico tra le province di Modena e Reggio Emilia, in particolare nella zona di Sassuolo, Fiorano, Casalgrande e Castellarano.

Nei guai sono finiti anche tre carabinieri, di cui uno in congedo, accusati di corruzione, abuso d'ufficio favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio per avere passato informazioni alla banda criminali su indagini e intercettazioni che li riguardavano. I tre sono stati allontanati e dovranno rispettare il provvedimento di obbligo di firma. Denunciate a piede libero altre sei persone, considerate "le braccia" dell'organizzazione criminale.

La vicenda è molto complessa e parte nel 2013 a seguito di alcune segnalazioni pervenute alla Guardia di Finanza in cui si evidenziavamo operazioni poco chiare, dietro alle quali vi era il sospetto di operazioni di riciclaggio di flussi di denaro di provenienza illecita. L'attività investigativa delle Fiamme Gialle si è poi incrociata con alcuni accertamenti svolti dalla Polizia di Stato si alcuni soggetti appartenenti a un clan operante a livello locale. E' stato così possibile ricostruire e smantellare l'attività criminale della banca che da anni agiva indisturbata nella zona.

Dalle indagini è emerso che l'organizzazione aveva trovato terreno fertile con la complicità della crisi, che, di fatto, ha escluso cittadini e imprenditori dai consueti canali di accesso al credito. Ecco, che, in "aiuto" di chi aveva bisogno di liquidità arrivavano gli usurai, che praticavano tassi annui anche del 417%. E, se, qualcuno pagava in ritardo o non poteva pagare, scattava il "recupero crediti" fatto di minacce ed estorsioni.

Il denaro veniva poi reinvestito in attività commerciali, tra cui alcuni bar e pizzerie molto note nel comprensorio ceramico, oltre che in aziende che operano nel campo dell'edilizia, della meccanica, della metallica e della carpenteria, i cui titolari sono risultati prestanome dell'organizzazione criminale, che, di fatto, beneficiava del tornaconto economico. Proprio la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio disponibile sui conti correnti e in titoli riconducibili agli arrestati ha indotto il gip del Tribunale di Modena a disporre il sequestro preventivo di circa 1,7 milioni di euro, oltre ad alcune auto di lusso intestate agli indagati.

arresti 1 ottobre 2015 polizia mo rid

L'arresto dei due capibanda, tuttavia, sembra essere solo la punta di un iceberg. Per ora, sono una quindicina i casi accertati riconducibili all'attività del clan. Tra questi vi è il caso di una pizzeria concorrente, costretta a chiudere e a continuare a pagare l'affitto. Nel frattempo, i titolari erano stati anche spinti a rilevare un altro locale in un'altra zona del reggiano, a fronte di un mutuo oneroso, per il quale uno dei soggetti arrestati aveva fatto da garante dietro il pagamento di 60 mila euro.

Accertata anche l'usura praticata ai danni di un piccolo artigiano di Sassuolo, costretto a fuggire all'estero per l'impossibilità di onorare gli esosi interessi applicati ad un prestito ricevuto da uno dei responsabili oggetto di misura cautelare. Dalle indagini è emersa anche l'odiosa condotta vessatoria e minacciosa nei confronti della compagna di un parente, deceduto in un incidente stradale nel marzo 2013, per avere la custodia della figlia minorenne, al fine di riscuotere e disporre del premio di una polizza intestata al defunto e del risarcimento assicurativo connesso al sinistro.

Tuttavia, il ritrovamento di una sorta di "libro contabile" durante le perquisizioni fa presumere che ci sia ancora molto da scoprire sulle attività criminali del gruppo.

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Giovedì, 01 Ottobre 2015 09:49

Parma - I Nas sequestrano 160 kg di alimenti

Controlli dei Nas di Parma e dei militari dell'Arma territoriale: riscontrate violazioni amministrative e sequestrati 160 kg di alimenti per un valore di circa 5.000 euro.  -

Parma, 1 ottobre 2015 -

I carabinieri del Nas di Parma, insieme con i militari dell'Arma territoriale, nell'ambito dei servizi volti a garantire la sicurezza alimentare e sanitaria, hanno controllato ristoranti, panifici, esercizi commerciali, mercati rionali e centri estetici del parmense, al fine di verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e amministrative. Nel corso delle attività sono state riscontrate violazioni amministrative e sequestrati 160 kg di alimenti per un valore di circa 5.000 euro.

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Ci sarebbero altre due indagate all'asilo Allende. E intanto l'Amministrazione comunale di Collecchio si fa portavoce dello sgomento dei cittadini e rende noto che ha avviato provvedimenti, anche di riorganizzazione interna, per rafforzare la vigilanza sul funzionamento del nido. -

Parma, 1 ottobre 2015 - di Cigno Nero -

Le indagini sull'asilo del terrore stanno facendo emergere una verità ancora più angosciante: la maestra che maltrattava i bimbi di tre anni non era da sola. Ci sarebbero, infatti, altre due indagate in questa storia di violenza e di umiliazioni avvenute nell'asilo nido di Collecchio, nel parmense.
Gli arresti domiciliari erano scattati per Erica Grandis, la 55enne che lavorava come maestra nella struttura Salvator Allende del Comune.

Nelle ultime ore sarebbero state indagate per maltrattamenti due colleghe della donna, una educatrice e una operatrice.
Secondo quanto si sta ricostruendo, le due donne avrebbero assistito ai ripetuti atteggiamenti di brutalità della maestra contro i bambini, che si rivolgeva a loro con insulti, calci e schiaffi, ma non sarebbero intervenute e non avrebbero denunciato quanto accadeva nell'asilo. Probabilmente già da qualche anno.

In alcuni casi anche l'educatrice avrebbe maltrattato e punito i bambini. Le scene, immortalate dalle telecamere nascoste dagli inquirenti dopo la denuncia ai Carabinieri di un'altra dipendente del nido, non lascerebbero spazio a dubbi sul comportamento tenuto anche dalla donna, che avendo un contratto a termine non lavora più all'asilo da settembre. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti pare che l'operatrice non avrebbe mai alzato le mani contro i piccoli ospiti, ma anche per lei l'accusa sarebbe quella di maltrattamento, per non avere mai raccontato alle forze dell'ordine quanto stava accadendo.

Intanto dalle carte dell'ordinanza spuntano nuovi particolari sull'incubo quotidiano per i piccolissimi ospiti, riprese di nascosto da telecamere e cimici degli inquirenti. In un mese di riprese, dal 5 al 30 giugno 2015, gli inquirenti hanno appuntato una ventina di episodi in cui si evincono insulti, gesti violenti, punizioni eccessive che comunque non fanno pensare a scatti d'ira isolati, ma a una terribile quotidianità alla quale i bimbi erano sottoposti. Nelle intercettazioni ambientali si sente la maestra che si infuria quando una bambina bagna il pannolino che viene cambiato dopo ore, o che lancia cibo a un bambino appena rimproverato, o urla a un'altra che non vuol mangiare.

Lunedì 28 settembre, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al pm Andrea Bianchi, che coordina l'inchiesta, e al giudice Maria Cristina Sarli, che ha firmato l'ordinanza dei domiciliari, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La maestra da settembre non lavora più al nido, è in aspettativa da fine giugno 2015, dopo il termine dell'anno scolastico. Ma per scongiurare un suo eventuale ritorno e una reiterazione del reato, il gip ha accolto la richiesta del pm, facendo scattare gli arresti domiciliari.

Questa terribile vicenda ha scosso la comunità di Collecchio che, attraverso una lettera dell'Amministrazione comunale diffusa ieri agli organi di stampa, ha fatto sapere di voler collaborare con la giustizia. "La vita del paese è sconvolta – si legge nella missiva -; i cittadini sono turbati, a partire dalle famiglie che frequentano o hanno frequentato il servizio. E' innanzitutto per loro che l'Amministrazione continuerà ad impegnarsi affinché emergano tutte le responsabilità e possano rinnovarsi le condizioni di fiducia che sono basilari nel rapporto con il proprio Comune".

L'obiettivo dell'Amministrazione comunale è stato quello di conoscere la verità e di assumere conseguentemente le necessarie decisioni non solo nei confronti dei responsabili ma anche organizzative affinché tali episodi non possano più ripetersi. "In proposito – è l'appello - chiediamo a tutti coloro che ritengono di essere a conoscenza di elementi rilevanti al fine delle indagini, di rivolgersi agli inquirenti senza nessuna riserva ovvero di segnalarli al Comune che provvederà a trasmetterli a chi sta svolgendo le indagini. Fermo il fatto che in primo luogo compete alla magistratura accertare le responsabilità individuali e che il Comune sta già facendo e farà quanto di sua competenza, segnaliamo che, alla luce di quanto emerso finora - appreso giorno per giorno dalla stampa come tutti, anche in considerazione del doveroso riserbo degli inquirenti -, l'Amministrazione ha già avviato una serie di provvedimenti, anche di riorganizzazione interna, per rafforzare la comunque non semplice vigilanza sul funzionamento del servizio del nido Allende".

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I Carabinieri hanno individuato una piantagione di canapa indiana del valore stimato di 400.000 euro in un'area di 400 ettari poco lontano da centro. -

Bologna, 29 settembre 2015 –

Questa mattina, i Carabinieri della Stazione Bologna Bertalia e del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coadiuvati da quelli del V° Reggimento Emilia-Romagna, si sono introdotti in un'area demaniale di 400 ettari situata tra via Erbosa e via dell'Arcoveggio e hanno estirpato 200 piante di marijuana che erano state precedentemente piantate ed accudite da soggetti non ancora identificati. La sostanza stupefacente, del peso di circa 250 kg, era destinata a rifornire le principale piazze di spaccio di Bologna, dove avrebbe permesso di trarne un illecito profitto di circa 400.000 euro.

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In conferenza stampa Capitano Giuseppe Musto

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Ferito ma non in pericolo di vita il conducente del veicolo. Via Emilia est chiusa per tre ore per rimozione mezzi e pulizia strada. Traffico rallentato anche dopo le 18. -

Modena, 29 settembre 2015 -

Incidente, ieri pomeriggio, in via Emilia est all'altezza della Fossalta tra un'auto e un autocarro, in cui è rimasto ferito il conducente del veicolo, trasportato al pronto soccorso del Policlinico, non in pericolo di vita.

La dinamica dell'incidente è in corso di accertamento, ma secondo le prime ricostruzioni all'altezza del ponte sul torrente Tiepido intorno alle 15.10, l'auto diretta a Modena, guidata da un cittadino cinese residente in città, si è scontrata frontalmente con l'autocarro, che procedeva in direzione Castelfranco e che ha terminato la sua corsa contro il guardrail.

La circolazione sulla via Emilia est è rimasta chiusa fino alle 18 per le difficili operazioni di rimozione dei mezzi e di pulizia, in quanto con l'urto l'autocarro ha perso l'olio del motore che si è riversato sulla strada. Anche successivamente il transito è risultato piuttosto rallentato. Sul posto sono intervenuti il 118 e tre pattuglie della Polizia municipale per i rilievi necessari e per regolare il traffico deviandolo in percorsi alternativi.

Rallentamenti si sono registrati tra le 18 e le 19 anche in tangenziale, in direzione Modena Nord. Un altro incidente, questa volta senza alcun ferito, ha interessato tre vetture all'altezza dello svincolo 6 della tangenziale. In questo caso, si è trattato di un tamponamento a catena all'ingresso dalla tangenziale su via Nonantolana in direzione centro città.

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L' intervista dei ragazzi al coordinatore scientifico del festival, Stefano Rodotà e l'incontro in Municipio con il sindaco Dosi. -

Piacenza, 28 settembre 2015 -

Il sindaco Paolo Dosi ha incontrato, ieri pomeriggio nella sala del Consiglio comunale in Municipio, la delegazione degli studenti della Luiss a Piacenza per partecipare al Festival del Diritto: "La presenza, per il terzo anno consecutivo, degli studenti della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali «Guido Carli» di Roma – afferma il primo cittadino - è il segno che il festival riscuote interesse, curiosità e attenzione anche fuori Piacenza, in questo caso da parte di un ateneo prestigioso che offre un modello formativo tra i più avanzati nel nostro Paese. La Luiss, mi è stato confermato dai presenti all'incontro, ritiene il Festival del Diritto un momento di formazione importante, tanto da favorire e sostenere la partecipazione dei suoi studenti nei giorni della manifestazione. Ho rivolto agli studenti l'invito a partecipare agli incontri in calendario in questo fine settimana, ma anche ad apprezzare le eccellenze che Piacenza può offrire dal punto di vista artistico, culturale ed enogastronomico, nonché l'auspicio di ritrovarli l'anno prossimo in occasione della nona edizione del festival".
Ieri mattina, sotto i portici di palazzo Gotico, gli studenti della Luiss hanno invece intervistato il coordinatore scientifico del festival, Stefano Rodotà.

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Lunedì, 28 Settembre 2015 12:25

Scovato minimarket della droga in centro a Carpi

Un 50enne italiano è stato arrestato per spaccio di stupefacenti dopo una serie di controlli nel centro cittadino. -

Modena, 28 settembre 2015 -

I Carabinieri della Stazione di Carpi hanno arrestato venerdì sera un 50enne di Carpi, per spaccio di stupefacenti. L'operazione è nata da una serie di controlli fatti dai Carabinieri nelle ultime settimane nel centro storico di Carpi, per la presenza di alcuni tossicodipendenti. Le Forze dell'ordine hanno iniziato così un'attività di osservazione e pedinamento a loco carico. I militari li hanno notati aggirarsi spesso nelle medesime strade del centro carpigiano, finché hanno verificato che si recavano presso l'abitazione di un pregiudicato per spaccio di stupefacenti e per reati contro il patrimonio.

Venerdì sera, i Carabinieri hanno aspettato che un cliente entrasse in casa dello spacciatore e, appena uscito lo hanno bloccato entrando poi nell'abitazione. Il cliente, un nordafricano, era in possesso di una dose di cocaina mentre lo spacciatore era in possesso di circa 10 dosi di cocaina ed eroina, un bilancino di precisione e circa 1.200 euro in banconote provento dello spaccio. Sabato mattina il Tribunale di Modena ha convalidato l'arresto, condannando l'uomo a 1 anno e mezzo di detenzione da scontare presso il domicilio e 5.000 euro di multa.

L'operazione dell'Arma si aggiunge agli ultimi successi nel campo del contrasto allo spaccio di stupefacenti verso cui è in corso un'attività di contrasto svolta in maniera sempre più raffinata, avendo innalzato il tenore e la qualità delle indagini tese ad individuare i canali più consistenti del spaccio, rivolgendo l'attenzione prevalentemente a personaggi che hanno in mano un certo giro di affari. Negli ultimi due mesi infatti sono stati arrestati altri due spacciatori di un certo livello: uno in possesso di 120 grammi di cocaina e 100 di hashish nascosti nel ripostiglio in dosi già confezionate per lo spaccio, nonché quasi 5.000 euro in banconote di diverso taglio in una busta nascosta sotto il materasso; l'altro è un magrebino sorpreso in auto con 50 grammi di hashish pronti per lo spaccio e a seguito di perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di altri 60 grammi della medesima sostanza.

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Venerdì, 25 Settembre 2015 16:44

Modena - Preso il ladro degli ospedali

Si tratta di un 55 enne di origine ferrarese che da una decina di giorni forzava gli armadietti di medici e infermieri dell'Ospedale di Baggiovara. Per agire indisturbato e accedere ai luoghi inibiti al pubblico si fingeva un tecnico della Manutencoop e persino un familiare di un degente per avere libero accesso alla Rianimazione. Sospetti su di lui anche per furti avvenuti al Policlinico con lo stesso modus operandi.

Modena, 25 settembre 2015 - di Manuela Fiorini -

Aveva preso di mira gli ospedali di Modena, Baggiovara e Policlinico, dove forzava gli armadietti del personale per appropriarsi di denaro e altri oggetti. Per poter accedere alle aree normalmente inibite al pubblico, si fingeva un tecnico della Manutencoop e persino un parente di un paziente ricoverato nel reparto di Rianimazione. A tradirlo, forse la troppa sicurezza in se stesso, dal momento che i furti, negli ultimi dieci giorni, erano aumentati. Ben sei quelli accertati, anche se la Polizia stava già conducendo delle indagini per episodi simili avvenuti nei mesi scorsi sia a Baggiovara che al Policlinico.

Incrociando le denunce delle persone derubate con le immagini delle telecamere interne dell'Ospedale di Baggiovara, la Polizia è finalmente riuscita a identificare il colpevole. Si tratta di un 55 enne di origine ferrarese, già noto alle forze dell'ordine per precedenti specifici.

Lo scorso mercoledì, alle 19.30, le guardie giurate dell'Ospedale di Baggiovara si sono accorte della presenza del sospettato e hanno chiamato la Polizia. Mentre veniva intrattenuto dai vigilanti, l'uomo ha tentato di liberarsi della refurtiva appena sottratta chiedendo di andare in bagno, ma, al loro arrivo, le forze dell'ordine hanno perquisito i servizi igienici, ritrovando un portafoglio e due tesserini identificativi del personale sanitario. Addosso al sospettato sono stati invece ritrovati 30 euro sottratti dal portafoglio. L'uomo è così finito nel carcere di Sant'Anna con l'accusa di furto aggravato e ricettazione. La Polizia, nel frattempo, continua a indagare. Il sospetto, infatti, che sia sempre lui l'autore di un'altra serie di furti avvenuti sia a Baggiovara che al Policlinico.

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Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Bonaccini: "Grazie ItaliaLovesEmilia, ecco cosa abbiamo fatto con i fondi del concerto a Campovolo 2012". Il presidente della Regione ha scritto agli artisti che diedero vita al concerto del 22 settembre 2012: 4,3 milioni di euro di ricavato per la ricostruzione di scuole e palestre. -

Parma, 24 settembre 2015 –

La trasparenza nella gestione dei fondi raccolti è sempre stata la cifra della ricostruzione dell'Emilia colpita dal terremoto del 2012.
 A tre anni dal concerto ItaliaLovesEmilia, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha scritto agli artisti che diedero vita, nel settembre del 2012, al "più importante concerto benefico della storia italiana".

Quattro milioni e 300mila euro, il risultato dei 150mila biglietti e dei Cd venduti, sono stati il segno concreto della solidarietà regalata dagli artisti ad una terra che ha saputo rialzarsi anche grazie ad espressioni di affetto come questa.
 "Avete scelto di destinare – scrive Bonaccini – i fondi raccolti a ciò che sapevate essere luoghi simbolo di questa terra: i luoghi della formazione e della cultura".
 L' avveniristico asilo nido di Guastalla (Re), inaugurato sabato scorso, le scuole elementari e medie di Crevalcore, il plesso di Palata Pepoli, sempre a Crevalcore, e altre scuole nel modenese, nel reggiano, nel ferrarese, già operative. Ma sono a buon punto anche la scuola di musica e il palasport di Medolla (Mo), la scuola di musica di Reggiolo (Re) e le scuole di Camposanto (Mo), che vedranno la fine dei lavori entro il prossimo anno.


"Quando i tempi del vostro lavoro ve lo consentiranno – aggiunge Stefano Bonaccini nella sua lettera agli artisti – vorrei chiedervi di tornare a guardare che cosa è stato fatto, vorrei che anche voi aveste il privilegio di guardare negli occhi i nostri ragazzi e vedere la loro gioia e ascoltare le loro parole". 
Perché la scuola è la comunità, e serve – conclude Bonaccini – "a dare anima alla vita di genitori e figli, per dare speranza che ci sia un domani. Un domani migliore".

Pubblicato in Cronaca Emilia
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