Un pluripregiudicato di Casalmaggiore è stato arrestato dai Carabinieri grazie ad un controllo incrociato. Dopo il furto di una borsetta si è recato al bancomat a prelevare. A tradirlo la passione per i bolidi a due ruote. -
Parma, 15 ottobre 2015 -
Era stato recentemente scarcerato ed aveva appena acquistato una potente Kawasaki Ninja, T.R. 39 anni, pluripregiudicato di Casalmaggiore. Ed è stata proprio la passione per i bolidi a due ruote a tradirlo.
Circa un mese fa una giovane mamma di Zibello si è presentata presso la locale caserma dei carabinieri denunciando che, nelle prime ore della mattina, mentre accompagnava la figlia alla scuola materna, aveva subito il furto della borsetta inavvertitamente lasciata sul sedile dell' auto.
L'autore del furto, in poco meno di mezz'ora, era riuscito anche a fare dei prelievi abusivi con il bancomat.
Dopo la denuncia i militari hanno avviato le prime indagini acquisendo le immagini delle telecamere della banca. L'uomo, vestito da motociclista, per non essere riconosciuto, si era avvicinato al bancomat con il casco indossato effettuando due prelievi in rapida sequenza.
Una pattuglia dei carabinieri di Zibello, la stessa mattina del furto, aveva incrociato una potente Kawasaki Ninja di colore verde sul ponte di Cremona. Da un controllo incrociato tra la banca dati della Motorizzazione e delle Forze di Polizia è emerso che, in provincia di Parma e Cremona, erano state immatricolate poche moto di quel tipo ed una era stata acquistata, guarda caso, da un pregiudicato di Casalmaggiore. Gli indizi raccolti e la preziosa collaborazione dei Carabinieri casalaschi hanno consentito di approfondire le indagini con una perquisizione domiciliare a casa di R.T. ove è stata trovata la moto Kawasaki e sequestrato il casco ed il giubbotto utilizzati al momento del prelievo al bancomat.
Tutti gli elementi sono stati riferiti alla Procura della Repubblica di Parma che ha chiesto ed ottenuto dal GIP un provvedimento di arresto a carico del 39enne eseguito dai carabinieri di Zibello che hanno accompagnato il centauro alla casa circondariale di Cremona.
L'odierna operazione dei Carabinieri di Zibello testimonia, ancora una volta, come la tempestività nel segnalare ogni accadimento alle Forze dell'ordine sia il necessario ed irrinunciabile punto di partenza per giungere all'individuazione dei responsabili dei reati. E' importante chiamare subito il numero unico di emergenza "112" raggiungendo poi, quanto prima, il più vicino Comando Stazione Carabinieri.
Controlli dei Carabinieri di Mirandola coadiuvati con il NAS di Parma: contravvenzionati due esercizi commerciali con autorizzazioni sanitarie scadute e non rinnovate. Sequestrati circa 10 kg di carne. -
Modena, 14 ottobre 2015 -
I Carabinieri delle Stazioni della Bassa stanno conducendo, con risultati positivi, una serie di controlli alle attività commerciali e imprenditoriali unitamente ai Reparti Speciali dell'Arma al fine di assicurare il rispetto delle norme sul lavoro e sulla salute. Oltre all'attività del laboratorio tessile sospesa a Finale Emilia, nel corso delle ultime verifiche, sono stati contravvenzionati due esercizi commerciali gestiti da stranieri.
I Carabinieri di Mirandola coadiuvati con il NAS di Parma si sono concentrati sui controlli dei locali aperti al pubblico proseguendo le attività già intraprese alcune settimane fa, quando avevano contravvenzionato un locale per la violazione delle autorizzazioni agli orari di apertura e vendita di bevande alcoliche, e un panificio per carenze igienico-sanitarie, dovute alla non tracciabilità delle materie prime quali farina e prosciutti usati per la produzione, risultati privi di etichettatura, date di scadenza, nonché metodi di conservazione inappropriati poiché custoditi sugli scaffali in ambienti aperti.
Nel corso delle ultime verifiche, sono stati contravvenzionati due esercizi commerciali gestiti da stranieri - uno cinese ed uno turco -, dove i Carabinieri hanno riscontrato la presenza di autorizzazioni sanitarie scadute e non rinnovate, nonché l'omessa rintracciabilità di circa 10 kg di carne, di cui non è stato possibile accertare la provenienza o la scadenza e pertanto sono stati sequestrati. A loro carico sanzioni per circa 5.000 euro.
Controlli nella Bassa. I Carabinieri sospendono l'attività di un laboratorio tessile a Finale Emilia per presenza di lavoratori in nero: 5 lavoratori in nero su un totale di 6 operai, tutti di nazionalità cinese. -
Modena, 14 ottobre 2015 -
I Carabinieri delle Stazioni della Bassa stanno conducendo, con risultati positivi, una serie di controlli alle attività commerciali e imprenditoriali unitamente ai Reparti Speciali dell'Arma al fine di assicurare il rispetto delle norme sul lavoro e sulla salute.
In particolare nel corso degli ultimi giorni sono state condotte una serie di verifiche, che hanno portato a sospendere l'attività lavorativa di un laboratorio tessile gestito da cinesi a Finale Emilia, dove i Carabinieri della locale Stazione unitamente a quelli dell'Ispettorato del lavoro di Modena hanno riscontrato la presenza di 5 lavoratori in nero su un totale di 6 operai, tutti di nazionalità cinese.
Tra questi, una donna priva di permesso di soggiorno che è stata rimpatriata. La titolare dell'attività è stata pertanto deferita all'A.G. per favoreggiamento di lavoro clandestino e multata per circa 17.000 euro per i lavoratori in nero. Avendo superato la soglia del 20% dei dipendenti in nero rispetto a quelli in regola, l'attività è stata sospesa fino al pagamento di quanto previsto e la regolarizzazione degli operai. Il piano terra dello stabile era adibito a laboratorio, mentre i dipendenti dormivano in alcuni appartamenti situati al piano superiore.
L'attenzione rivolta dai Carabinieri al regolare svolgimento delle attività commerciali ed imprenditoriali è di alto livello, sia per salvaguardare la tutela dei diritti dei lavoratori sia per assicurare una regolare concorrenza del mercato, la cui violazione determina una distorsione nella presenza delle attività imprenditoriali, producendo maggiori vantaggi per quelle che operano in maniera sleale e penalizzando quelle più virtuose e rispettose delle normative vigenti.
Il segretario federale della Lega Nord si è recato ieri nei comuni del piacentino colpiti dall'alluvione lo scorso 14 settembre. Matteo Salvini: "La Lega cercherà di battere cassa a favore dei cittadini che hanno perso i propri beni e si impegnerà perchè tali disastri non si verifichino ancora". -
Piacenza, 14 ottobre -
«L'alluvione nel Piacentino è stata una tragedia annunciata. Ora qualcuno deve pagare per le tre persone decedute in Val Nure: i parenti delle vittime hanno fatto bene a fare un esposto». Così il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, nel corso di un sopralluogo nei comuni alluvionati di Bettola e Farini.
«Chi vive e lavora nelle vicinanze del tratto di strada sprofondato nel torrente Nure – ha affermato il leader del Carroccio a Bettola - da dieci anni si rivolgeva alla regione Emilia Romagna chiedendo interventi di messa in sicurezza dell'alveo. Invece, ostinandosi a non toccare la natura, ci ritroviamo a contare tre morti. La regione si svegli e faccia quello che avrebbe dovuto essere stato fatto dieci anni fa. Si ripuliscano fiumi, torrenti e canali da ghiaia e detriti, altrimenti la natura farà il suo corso. Non è colpa dell'acqua o della montagna, ma dell'incuria dell'uomo. L'importante è ora che non ci si dimentichi del disastro affinché episodi simili non si ripetano».
«La Lega cercherà di battere cassa a favore dei cittadini che hanno perso i propri beni e si impegnerà perchè tali disastri non si verifichino ancora» ha detto il segretario leghista a Farini, dove ha incontrato il primo cittadino, Antonio Mazzocchi. «Occorre – ha aggiunto - responsabilizzare i sindaci: si dia loro ampio mandato insieme ai fondi per agire. È impensabile che le allerte di Protezione Civile scattino in orari diversi a seconda dei comuni. Tra pubblico e privato a Farini si stimano almeno 15 milioni di danni. O si puliscono i fiumi, si tengono puliti i boschi, si controllano le frane e si tagliano gli alberi cresciuti nel posto sbagliato, oppure fra tre mesi conteremo altri danni o, ancor peggio, altri morti».
Salvini è poi intervenuto sull'arresto del vicepresidente forzista della Lombardia, Mario Mantovani, e dell'indagine nei confronti dell'assessore regionale leghista Massimo Garavaglia. «Ci auguriamo – ha riferito – che Mantovani chiarisca tutto ai lombardi. Come Lega siamo orgogliosi del modello sanitario lombardo, il più virtuoso d'Italia, ed è pazzesco che sia stato coinvolto un nostro assessore, la cui colpa sarebbe quella di aver aiutato a costo zero un'associazione di volontariato a favore dei dializzati. Se questa è una colpa, mi autodenuncio per aver sostenuto spesso Croce Rosse, Croce Bianca, Croce Verde, Avis e Aido. Se aiutare le associazioni volontaristiche si configura come reato, allora mi costituisco domani mattina».
La visita del segretario è proseguita a Piacenza nella sede provinciale del partito, dove ha partecipato all'inaugurazione.
Tre tunisini utilizzavano abusivamente il locale del complesso Windsor Park di via San Faustino come rifugio. Scattata una denuncia per ricettazione e uno di loro è finito in manette la scorsa notte per furto. -
Modena 13 ottobre 2015 -
Due bici, un saldatore, un apparecchio televisivo tv e altro ancora. È la refurtiva rinvenuta dalla Polizia municipale di Modena nel garage di un complesso residenziale cittadino dove gli agenti del Nucleo problematiche del territorio, dopo un'attività d'indagine, hanno sorpreso tre giovani tunisini e parecchia merce rubata.
Erano stati alcuni residenti a segnalare, nei giorni scorsi, uno strano andirivieni di persone nei garage sotterranei del complesso Windsor Park di via San Faustino, dove da tempo l'Amministrazione comunale porta avanti un progetto di riqualificazione che, accanto ad interventi strutturali e di animazione, prevede anche l'intensificazione dei controlli.
All'alba di ieri, lunedì 12 ottobre, è scattato il blitz della Municipale. All'interno del garage gli agenti hanno sorpreso tre giovani tunisini che usavano il locale come rifugio e lo avevano addirittura arredato, all'insaputa della proprietaria che risiede in un'altra regione, con materassi, comodini e un divano. Inoltre, il garage veniva utilizzato come magazzino per merce che è poi risultata effettivamente rubata: due biciclette, un costoso saldatore, un moderno Tv Lcd, un tosaerba e altro materiale.
Nella giornata di oggi, martedì 13, gli agenti sono riusciti a risalire anche ai legittimi proprietari della merce ora custodita al Comando di via Galilei. Si tratta due circoli cittadini che avevano subito furti nelle scorse settimane e che già domani rientreranno in possesso del materiale che era stato loro sottratto. E per due dei tre tunisini sorpresi nel garage, M.S. ventenne e K.N. sedicente diciottenne, che hanno tra l'altro numerosi precedenti penali per furto, rapine, ricettazione, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, scatta una denuncia per ricettazione. Uno di loro, K.N., ieri, poche ore dopo essere uscito dal Comando di via Galilei è stato arrestato per furto nel corso di un'operazione condotta da Polizia di Stato e Municipale durante la notte tra lunedì e martedì.
Il terzo nordafricano sorpreso in compagnia dei due pregiudicati nel garage è, invece, un quindicenne affidato a una comunità per minorenni da cui si era allontanato e a cui è stato riportato.
La scorsa notte due tentativi di furto a breve distanza l'uno dall'altro. I giovani ladri si sono introdotti prima nella pizzeria "La Smorfia", di via Cavallerini poi nel centro "Cepu" di via della Belle Arti. -
Modena, 13 ottobre 2015 -
Due cittadini stranieri, di origine tunisina, sono stati arresti da Personale in servizio presso la Squadra Volante, unitamente ad un equipaggio della Polizia Municipale di Modena, con l'accusa di furto in abitazione aggravato e danneggiamento.
Z.B., del 1995 e K.N., del 1997, sono stati bloccati, nel corso della notte appena trascorsa, all'interno del centro recupero anni scolastici "Cepu" di via della Belle Arti. Per catturare i malviventi, due agenti (uno della Polizia di Stato ed uno della Polizia Municipale) si sono arrampicati fino a raggiungere la finestra dell'edificio, utilizzata dai due ladri.
Alla vista degli agenti, uno dei due si è lanciato da una altra finestra dell'istituto scolastico, per non essere preso. Una botta che gli è costata contusioni ed una frattura giudicate guaribili in 30 giorni come diagnosticato dal Policlinico, dove lo straniero è stato accompagnato in stato di arresto.
Dagli accertamenti è emerso, inoltre, che i due si erano introdotti in precedenza anche nella pizzeria "La Smorfia", di via Cavallerini, utilizzando probabilmente la feritoia di un tombino nei pressi della porta di ingresso dell'esercizio.
Accompagnati entrambi in Questura tutti e due sono risultati gravati da precedenti di Polizia in materia di reati contro il patrimonio e contro la persona. Informato il magistrato sono stati trattenuti presso le locali celle di sicurezza in attesa del processo che verrà celebrato a loro carico con rito direttissimo.
Porte forzate, arredi divelti e vetrine in frantumi. Un vero e proprio raid quello che, tra sabato e domenica, ha colpito diversi esercizi commerciali della frazione di Bomporto. -
Modena, 13 ottobre 2015 - Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi -
Bomporto (Mo) – Ladri e vandali. Un vero è proprio tour del furto quello che, nella notte tra sabato e domenica, ha avuto come vittime alcuni negozianti della frazione di Sorbara, nel Comune di Bomporto. Da diversi mesi la cittadina è nel mirino dei malviventi, ma lo scorso weekend i ladri hanno davvero esagerato. Vetrine infrante a colpi di pietre e tombini, porte forzate, arredi divelti. Sono queste le scene che si sono trovati davanti i proprietari dei negozi colpiti e i cittadini, sempre più arrabbiati per l'escalation di episodi criminosi nella piccola frazione.
Tra gli esercizi commerciali presi di mira, c'è l'ottica "Punti di Vista", sulla strada Carpi Ravarino, in posizione centralissima. "E' il quarto furto che subisco", dice quasi rassegnato il titolare Spartaco Vincenzi. "Hanno forzato la porta sul retro e hanno portato via diversi modelli di occhiali e alcuni cartoni che erano in magazzino. Non hanno potuto svuotarmi il negozio perché ho installato un antifurto con il nebbiogeno che, probabilmente, li ha spiazzati". E, sulla questione sicurezza afferma: "Sicuramente hanno studiato prima orari e abitudini degli esercizi da colpire, perché sono andati quasi a colpo sicuro e hanno fatto tutto in una manciata di minuti. A Sorbara ci sono le telecamere, ma servono a poco, perché i ladri agiscono con il volto coperto. In mancanza di tutela da parte dello Stato, quello che possiamo fare noi negozianti, e i cittadini, è rendere la vita difficile ai malviventi installando inferriate e antifurti di ultima generazione".
Bersagli dei ladri anche il forno "Nicoletta", dove è stata forzata la serratura, e la pizzeria da asporto "Il Galeone", lungo la strada Canaletto, dove la gang è riuscita a impadronirsi del registratore di cassa con dentro pochi euro. Il raid è poi proseguito, al caseificio "Quattro Madonne", dove, ancora una volta, sono state usate delle grosse pietre per infrangere la serranda.
La vetrina della lavanderia "Fiori di loto", anch'essa in piena zona residenziale, è stata invece sfondata a colpi di pietra, mentre per infrangere quella del negozio di abbigliamento per bambini "La Mela Verde" è stato usato un tombino prelevato dalla parte opposta della strada.
"La signora che abita sopra al negozio ha sentito dei rumori e mi ha telefonato", racconta Lara Meschiari, titolare de "La Mela Verde", "Quando sono arrivata ho trovato il tombino e la vetrina crepata. Per fortuna, ha retto e i ladri non sono riusciti a entrare. Sicuramente, si tratta di persone che hanno studiato la situazione, perché io qui non ho l'antifurto, mentre nel negozio di frutta e verdura accanto, che ne è invece provvisto, non sono andati".
I cittadini di Sorbara lamentano da mesi la mancanza di controlli da parte delle Forze dell'Ordine.
"Quando esco dal negozio, la sera, ho paura", continua Lara Meschiari, "E' da un po' di tempo che Sorbara è presa di mira. Queste bande itineranti sono specializzate nei furti. Studiano la zona e poi agiscono a botta sicura, usando tombini e pietre che trovano sul luogo per non essere eventualmente fermati con arnesi da scasso" . Noi cittadini siamo arrabbiati perché siamo costretti a vivere blindati e non ci sentiamo tutelati. E' venuto meno il senso di sicurezza. Basta andare nel parco dietro alla chiesa per vedere facce poco rassicuranti che, alle quattro del pomeriggio, si mettono a urinare all'aperto, incuranti della presenza dei bambini. E se qualcuno osa dire loro qualcosa, viene preso a male parole. Senza contare che, sempre nel parco, sono state rinvenute anche alcune siringhe".
Sulla questione dei controlli sul territorio, il problema sembra essere la scarsità di agenti.
"Per ora le Forze dell'Ordine sono intervenute con azioni temporanee", risponde il sindaco Alberto Borghi sul suo profilo Facebook a un cittadino preoccupato. "Ho richiesto al Prefetto interventi strutturali che però, al momento, non riescono a garantirci per scarsità di uomini. Dobbiamo chiederlo tutti assieme e senza contrapposizioni tra cittadini e amministrazione, perché il nostro interlocutore comune è lo Stato, che deve fare la sua parte".
Ad un anno esatto dall'esondazione del Baganza che ha colpito la città, si fa il punto sulla situazione per guardare al futuro. Per tutta la giornata si svolgerà il convegno "Alluvione del torrente Baganza del 13/10/2014. Un anno dopo". -
- di Chiara Marando – Martedì, 13 Ottobre 2015 -
Quella di oggi sarà una giornata intensa, una giornata che servirà per ricordare l'evento naturale che un anno fa esatto ha lasciato la città senza parole, indifesa davanti alla forza della natura. Era il 13 ottobre 2014, quando il torrente Baganza è esondato improvvisamente mettendo in ginocchio un intero quartiere. Immagini indelebili che restano nella memoria, immagini di fango, detriti e distruzione, che veri e propri angeli, gli "angeli del fango" hanno cercato di domare.
Giorni di lavoro costante per riportare la situazione alla normalità, per tentare di restituire la quotidianità persa alle persone che hanno visto le proprie case travolte dall'acqua. Il 13 ottobre è la data del ricordo, degli ingenti danni e disagi, della mancata allerta e del "forse si poteva evitare...".
Oggi, ad un anno di distanza, si guarda indietro per affrontare il futuro, per osservare quanto è stato fatto e quanto ancora bisogna lavorare. Lo si fa in un convegno aperto a tutta la cittadinanza dal titolo "Alluvione del torrente Baganza del 13/10/2014. Un anno dopo", promosso dall'Ordine dei Geologi dell'Emilia-Romagna.
A partire dalle ore 9 fino alle 18, in una full immersion di informazioni, racconti ed analisi, l'Auditorium dell'edificio Polifunzionale del Campus Universitario di Parma (via Volturno, 39), diventerà il teatro che ospiterà questo importante evento, un appuntamento che accomuna tutti i parmigiani e non solo.
La volontà di questo convegno è di quella di puntare l'attenzione su quanto la prevenzione possa risultare fondamentale nei casi di catastrofi naturali, una prevenzione che richiede necessariamente la presenza di figure professionali in grado di capire la reale gravità della situazione e le mosse più adatte da compiere. Questo è quello che spiega Antonio di Lauro, geologo parmigiano e consigliere dell'Ordine regionale «Ci interessa stimolare gli Enti preposti e la popolazione stessa a fare tesoro di quanto accaduto affinché certi errori non si ripetano».
Identificato e denunciato per omissione di soccorso dalla Polizia Municipale il responsabile del grave incidente in via Emilia Parmense che aveva visto coinvolte un autocarro Peugeot e una Lancia Y, violentemente tamponata. -
Piacenza, 12 ottobre 2015 -
Alcuni giorni di indagini e accertamenti serrati, hanno portato gli uomini della sezione infortunistica della Polizia Municipale a identificare l'uomo che la scorsa settimana aveva causato un grave incidente in via Emilia Parmense e non si era fermato per prestare soccorso alla persona ferita nel sinistro.
L'incidente si è verificato verso le nove di giovedì scorso, in via Emilia Parmense all'altezza dell'università Cattolica, quando un autocarro Peugeot ha tamponato violentemente una Lancia Y ferma al centro della carreggiata in attesa di poter svoltare, alla cui guida vi era una giovane di ventiquattro anni residente in provincia di Piacenza. Il conducente dell'autocarro, un ventunenne residente anch'egli in provincia di Piacenza, dopo il tamponamento si è dileguato, facendo perdere le proprie tracce. Gli agenti della Municipale, intervenuti sul luogo dell'incidente, dopo aver richiesto i soccorsi del 118 per la giovane donna ferita e svolti tutti gli opportuni rilievi prima del ripristino della circolazione, hanno immediatamente dato il via alle indagini per risalire al proprietario e al presunto utilizzatore dell'autocarro responsabile dell'incidente.
Proprio attraverso l'attività di raccolta e riscontro di tutte le possibili fonti di prova, la sezione infortunistica della Polizia Municipale è riuscita dopo solo alcuni giorni a risalire al responsabile. L'uomo è stato quindi denunciato all'autorità giudiziaria per omissione di soccorso e privato della patente di guida, mentre l'autocarro è stato sequestrato ai fini della confisca.
Le otto coppe vinte tra gli anni '90 ed i primi anni del 2000 ritornano al suo legittimo proprietario. Il D.G. Carra: "Le nostre coppe tornano, anche materialmente, dove è giusto che stiano". -
Parma, 12 ottobre 2015 - di Luca Gabrielli -
La storia del Parma Calcio degli ultimi 25 anni finalmente ha un epilogo felice: le otto coppe vinte a cavallo tra gli anni '90 ed i primi anni del 2000 ritornano al suo legittimo proprietario, il Parma Calcio 1913.
La bufala dei giorni scorsi, secondo la quale l'ex allenatore del Parma Malesani sembrava avesse formulato un'offerta per la Coppa Uefa del 1999, ha solo alimentato risa e battute sul web. Non vi erano infatti dubbi, come ha confermato il direttore generale della società Luca Carra, che i cimeli tornassero allo stadio Tardini.
La nuova società capeggiata da Guido Barilla si è aggiudicata i trofei di appartenenza alla Società Sportiva Parma F.C., costituiti da Coppa Italia anno 1992, Coppa delle Coppe anno 1993, Supercoppa Europea anno 1994, Coppa Uefa 1995, Coppa Italia 1999, Coppa Uefa 1999, Supercoppa Italiana anno 1999, Coppa Italia anno 2002 e altri 298 trofei legati ai Settori Giovanili e vari campionati.
8 coppe che racchiudono l' epopea del Parma Calcio
Trofei che rappresentano un momento temporale del Parma e di Parma prosperoso e ricco di successi.
Dalla prima Coppa Italia vinta nel 1992 dai giovani e rampanti ragazzi di Scala e sollevata dallo storico capitano Lorenzo Minotti, figure oggi presenti nel nuovo Parma, alle tre coppe del 1999 vinte in 100 giorni dalla squadra più forte che la città ducale abbia mai visto, fino all'ultima coppa Italia vinta nel 2002 contro gli odiati rivali della Juventus.
Coppe che fanno riaffiorare in ciascun tifoso crociato gialloblù momenti unici e speciali di questi ultimi 25 anni. Che fanno tornare alla mente le giocate di Melli e del "Sindaco" Osio, le capriole folli di Tino Asprilla, le magie di "Magic Box" Zola, i goal di Dino Baggio contro la Juve, la difesa impenetrabile costituita da Gigi Buffon, Lilian Thuram ed il Pallone D'oro Fabio Cannavaro, i lanci millimetrici di Veron, il tacco di Hernan Crespo...
Si potrebbe andare avanti all'infinito a raccontare aneddoti che queste coppe hanno impresso dentro i cuori dei tifosi. Oggi, finalmente, possiamo riaccoglierle a casa come se fosse ritornato, dopo qualche mese fuori città, uno zio al quale eravamo molto affezionati e del quale sentivamo profondamente la sua mancanza.
il direttore generale del Parma Calcio 1913 Luca Carra con la Coppa delle Coppe 1993