Diretto a Londra per il World Cheese Award 2017, l'aereo su cui viaggiava la Nazionale del Parmigiano Reggiano, ha avuto un improvviso black out elettrico.
Lunghi minuti di paura sul volo Alitalia AZ218 che doveva decollare alle 7.35 da Milano Linate alla volta dello scalo inglese di London City. A bordo, tra gli oltre 200 passeggeri, molti business man, ma anche la delegazione della Nazionale del Parmigiano che, venerdì, seguirà i lavori del World Cheese Awards 2017/2018 proprio nella capitale del Regno Unito. Tra loro Gabriele Arlotti, ideatore del gruppo, la fotografa carpinetana Loretta Amorini, la produttrice dell'azienda Granadoro di Cavriago, Luciana Pedroni, e l'ex casaro Romano Camorani di Casina.
"Dopo una lunga attesa a bordo a causa del maltempo sull'aeroporto londinese, il nostro aereo aveva svolto le regolari operazioni di avvicinamento alla pista - testimonia Gabriele Arlotti, ideatore della pluripremiata Nazionale -, appena iniziate il decollo con i motori al massimo in cabina si sono accese le luci di emergenza e, il comandate, ha immediatamente azionato i motori per una brusca frenata proprio nel momento più delicato del volo. A grande potenza lungo la pista, infatti, eravamo prossimi al punto di non ritorno per l'arresto dell'aereomobile". Sono stati attimi di tensione e compostezza tra i passeggeri. "Tra i sedili c'era un surreale silenzio".
"Mentre rientravamo allo scalo - risponde Arlotti - il comandate ci ha informato che era avvenuto un grave black out elettrico al veivolo". Immediatamente sono saliti a bordo i tecnici dello scalo milanese che hanno constatato l'impossibilità di decollare a causa del guasto. I passeggeri sono stati dirottati su alcuni voli successivi e su un veicolo d'eccezione messo a disposizione entro un'ora dalla compagnia di bandiera. Una brutta avventura, ma a lieto fine.
Nella notte appena trascorsa, una banda ha preso d'assalto l'ufficio Postale di via Mordacci angolo Santi Vincenzi, nel quartiere Crocetta.
Erano circa le 03.00 quando una Volante della Polizia allertata per un tentativo di furto, è giunta sul posto, si è trovata davanti al ad un autocarro che bloccava l'incrocio. Procedendo a piedi fino all'ufficio postale, gli agenti hanno notato che la saracinesca e la vetrina di fianco al bancomat erano stati divelti. Inoltre, l'altro incrocio con via Castagnola era stato bloccato da un'auto, una Minicooper.
Una signora residente nel quartiere ha riferito che poco prima era stata svegliata da un forte rumore. Guardando in strada per capire cosa stesse succedendo, aveva notato 7/8 uomini che tentavano di caricare una cassaforte su di un furgone.
Mentre era al telefono con l'operatore del 113, la donna ha visto un uomo che all'incrocio di via S. Vincenzi via Mordacci, in lingua moldava, avvisava i complici dell'arrivo della Polizia, dandosi alla fuga in via Castagnola a bordo dell'auto.
Da accertamenti effettuati sul posto, gli operatori hanno trovato e sequestrato tutti i mezzi usati dagli autori del furto per i successivi ed accurati accertamenti da parte del personale della Polizia Scientifica.
La cassaforte è stata spostata e appoggiata su di un fianco, non riuscendo a trasportarla. Un armadio blindato, mancante, è stato poi rinvenuto all'interno di un altro furgone, intercettato da personale dell'Arma dei Carabinieri in via Martiri della Liberazione, mentre gli occupanti si davano alla fuga. Sul posto sono stati sequestrati diversi cavi in acciaio, usati per scardinare la vetrata ed altri per cercare di trasportare la cassaforte.
Il personale del reparto di Ostetricia e Ginecologia si è accorto della mancanza dei macchinari diagnostici. I Carabinieri hanno eseguito un sopralluogo e acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Ridotti al minimo i disagi per le utenze.
CARPI (MO) – Lo scorso lunedì mattina, il personale del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Carpi si è accorto subito che qualcosa non andava. Mancavano infatti all'appello ben sette sonde ecografiche in dotazione al reparto, per un valore quantificabile in circa 70 mila euro.
Sono quindi stati allertati subito i Carabinieri, che si sono subito recati presso il nosocomio per un sopralluogo. Hanno poi acquisito l'elenco dettagliato del materiale scomparso e le immagini delle telecamere di videosorveglianza per risalire agli autori del furto.
In attesa di sviluppi, il personale sanitario ha cercato di ridurre al minimo i disagi per le pazienti che nella giornata di ieri e nei prossimi giorni deve sottoporsi a controlli diagnostici. Sono infatti state predisposte strumentazioni alternative che hanno permesso di mantenere in funzione due dei tre ecografi presenti nel reparto.
Gli uomini dell'Arma hanno fermato una Ford Mondeo con targa ceca e nel bagagliaio hanno trovato i cagnolini, tutti di poche settimane e tenuti in condizioni pietose. Nei guai l'autista 52 enne. I cuccioli sono stati affidati ad alcune strutture sanitarie.
Reggio Emilia, 14 novembre 2017
Un controllo di routine, avvenuto lunedì sera attorno alle 19.30 in via Martiri di Piazza Tien An Men, a Reggio Emilia, ha consentito ai Carabinieri di mettere in salvo ventiquattro cuccioli di cane, probabilmente destinati al mercato nero dei cani di razza.
Dopo aver intimato l'alt a una Ford Mondeo con targa ceca, gli uomini dell'Arma hanno sentito un odore molto forte e hanno intimato al conducente, un 52 enne pure di nazionalità ceca, di aprire il bagagliaio. Lì, la scoperta. In condizioni pietose, nascosti dentro a scatoloni fatiscenti e sporchi dei loro stessi escrementi, c'erano ben ventiquattro cuccioli tra maltesi, volpini di Pomerania, carlini e buldog francesi. Tutti cani delle razze più richieste, nati da pochissime settimane e ovviamente sprovvisti di microchip e documentazione sanitaria.
I piccoli sono stati posti sotto sequestro e affidati a strutture veterinarie per accertarsi delle loro condizioni di salute. I carabinieri hanno invece denunciato l'automobilista, che dovrà rispondere di maltrattamento di animali, introduzione illecita in Itaia di animali da compagnia, con l'aggravante, per alcuni cuccioli, dell'età, inferiore alle dodici settimane di vita previste dalla legge.
Ricordiamo che, sebbene il cucciolo di razza "scontato" rispetto ai prezzi richiesti da allevamenti legali e certificati, sembri un affare, acquistandone uno di dubbia provenienza si alimentano traffici illeciti dietro ai quali c'è la sofferenza di migliaia di animali, cuccioli spesso strappati troppo presto alle madri e malati, perché non allattati adeguatamente o vaccinati, sottoposti a viaggi lunghi ed estenuanti.
Ricordiamo anche che il regalo più bello che si possa fare a un cane, e a voi stessi, è adottarlo da un canile, dove sono migliaia i quattro zampe che aspettano una famiglia. E se proprio si desidera una determinata razza, rivolgetevi ad allevatori seri e competenti. Il cucciolo deve avere almeno tre mesi di età, essere provvisto di pedigree e del libretto sanitario che certifichi la data di nascita e le eventuali profilassi. I genitori devono essere visibili, così come la struttura esistente. Diffidate dagli annunci di vendita di cani di razza su internet offerti a prezzi stracciati.
Si è conclusa, con l'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare che hanno disposto gli arresti domiciliari, un'importante operazione condotta dalle Fiamme Gialle di Parma riguardante lo spaccio di denaro falso in Italia e all'estero.
Gli arrestati sono due italiani, un uomo di 47 anni ed una donna di 39, P.P. e R.D. le loro iniziali, accusati di acquisto e spendita di banconote false. I provvedimenti, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, sono stati eseguiti a Carpi (MO), presso il domicilio dell'uomo, ed all'Aeroporto di Bologna, dove la donna è stata bloccata al rientro da un breve soggiorno all'estero.
L'indagine era partita nel giugno 2016, dopo numerose richieste di intervento al "117" da parte di commercianti operanti nel settore del servizio a domicilio di alimenti e bevande (pizza express), che avevano ricevuto banconote risultate falsificate. La Guardia di Finanza era riuscita subito ad arrestare una coppia di italiani residenti a Parma, colti nella flagranza di reato.
Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno poi fatto emergere un ulteriore sodalizio criminale dedito alla spendita di denaro falso. In particolare, le indagini tecniche e gli appostamenti e pedinamenti, svolti dai finanzieri, hanno permesso di ricostruire e documentare circa un centinaio di scambi di banconote false, del taglio di 20, 50 e 100 euro, per un valore complessivo di circa 5.000 euro. Il gruppo criminale, capeggiato dalla donna, pluripregiudicata - si riforniva nel Sud Italia per poi spacciare il denaro in Italia, tra le province di Parma, Modena e Reggio Emilia, nonché in Spagna, nell'isola di Palma de Mallorca.
La Procura della Repubblica, all'esito alla complessiva attività di indagine, ha chiesto ed ottenuto, dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma, l'emissione dei provvedimenti di custodia cautelare, eseguiti dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Parma.
Come riconoscere una banconota falsa
Per evitare di rimanere vittime di questo genere di attività illecita, negli ultimi tempi sempre più frequente, la Guardia di Finanza suggerisce, in prima battuta, di osservare con attenzione le banconote, tenendo presente che quelle genuine presentano, al tatto, una tipica consistenza che le rende più resistenti ed elastiche di quelle false.
La banconota deve essere osservata in controluce per riconoscere le principali caratteristiche di autenticità: il filo di sicurezza, ovvero una striscia di colore scuro posta al centro della banconota, la filigrana, con un'alternanza di zone più chiare e più scure raffigurante il disegno nonché la cifra che ne indica il valore.
Sul fronte di una banconota vera è presente, inoltre, una striscia particolare, detta olografica che, se mossa, riproduce, in alternanza, il simbolo dell'euro ed il valore monetario.
Sul retro è raffigurata invece un'immagine, caratterizzante ciascun biglietto, ed è presente un'altra striscia, di colore cangiante, che brilla e cambia colore.
Diciottenne segregata in casa dal padre pakistano: picchiata e minacciata di morte.
09 novembre 2017
I Carabinieri di Budrio (BO) hanno arrestato un trentottenne pakistano per sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e minaccia aggravata. E' successo ieri pomeriggio. La ragazza, diciottenne era vittima dei metodi malsani del padre che dopo essersi trasferito in Italia, aveva continuato a maltrattarla, senza abituarsi alla nuova cultura. Ieri pomeriggio, i Carabinieri si sono recati a casa della vittima che viveva con il padre, assieme a un assistente sociale del luogo, per verificarne le condizioni di salute.
Davanti al portone di casa, situato al terzo piano di un palazzo condominiale, hanno provato a mettersi in contatto con la ragazza che si trovava all'interno, per farsi aprire, ma lei, piangendo, ha spiegato che non poteva perché il padre, uscito alle prime ore del mattino per andare a lavorare, l'aveva chiusa dentro.
Oltre al sequestro di persona, la ragazza disperata, ha raccontato di essere stata anche picchiata e minacciata di morte dal padre che per aumentare il suo ruolo di comando le aveva mostrato un video, in cui compariva affacciato alla finestrata di casa che sparava con una pistola. Durante la perquisizione del furgone in uso all'uomo, i Carabinieri hanno trovato una pistola scacciacani, forse la stessa utilizzata per registrare il video.
L'uomo, trentottenne pakistano, è stato arrestato per sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e minaccia aggravata. Su disposizione del Sostituto Procuratore di turno, Dott. Flavio Lazzarini, è rinchiuso nel carcere di Bologna.
Un 23enne di origine africana arrivato lo scorso anno su un barcone è prima entrato nella caserma di via Fossetta, a Sassuolo, dicendo di voler denunciare un'aggressione, poi ha brandito un coltello e si è messo a tirare calci fino a mandare al Pronto Soccorso due carabinieri.
Sassuolo, 8 novembre 2017
È stato processato per direttissima e condannato a un anno e due mesi di reclusione il 23enne di origine africana, richiedente asilo, che sabato scorso, nel pomeriggio, si è presentato alla caserma dei Carabinieri di via Fossetta a Sassuolo scatenando un putiferio.
I testimoni hanno riferito che l'uomo, arrivato su un gommone lo scorso anno e già noto per episodi di violenza, si è presentato spontaneamente, dicendo che voleva sporgere denuncia per una presunta aggressione da parte di uno sconosciuto. A un tratto, però, ha estratto un coltello davanti al carabiniere che era per fortuna protetto dal vetro della guardiola. Ha poi dato in escandescenze, cominciando a menare calci e pugni alle porte. Nell'atrio sono così intervenuti altri Carabinieri che hanno tentato di calmarlo. Nel parapiglia, sono stati feriti a botte un maresciallo e un appuntato, poi costretti a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso con prognosi di alcuni giorni.
Alla fine, il giovane esagitato è stato arrestato con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate e trattenuto nella cella della caserma, dove, per tutta la notte e anche la domenica, in attesa del processo per direttissima che ne ha poi convalidato l'arresto, si è esibito con urla e gesti osceni.
La Polizia arresta due palermitani per estorsione aggravata ad un imprenditore agricolo.
Colti in flagranza del reato di estorsione nei confronti di un imprenditore agricolo modenese, sono stati arrestati dalla Squadra Mobile la mattina del 3 novembre scorso, nei pressi del supermercato Conad di Baggiovara.
Si tratta di due italiani, residenti a Modena, ma originari di Palermo, che hanno estorto al malcapitato, la somma di 2.000,00 euro in contanti. Terza tranche di un valore complessivo di 6.000,00 euro.
Il movente, le relazioni personali tra la vittima e uno degli aguzzini. Fondamentale nello sviluppo delle indagini la querela sporta dalla vittima, piccolo imprenditore agricolo cinquantasettenne, nei confronti dei due soggetti gravati da precedenti di polizia.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena nella persona del Sostituto Procuratore dott.ssa Lucia De Santis.
La dichiarazione del Questore sull'importanza delle denunce
"L'operazione della Squadra Mobile che quest'anno ha già tratto in arresto 94 persone conferma la necessità che le vittime di reati reagiscano ai fatti di cui sono vittime. Pur riconoscendo il ruolo fondamentale che gli organi d'informazione svolgono in uno stato democratico le denunce – presupposto imprescindibile per perseguire gli autori dei reati – si sporgono presso gli Uffici di Polizia non bastando evidenziare malcontento sui media".
Il terrificante episodio era venuto nel giugno del 2016. Armando Canò, strangolò la ex compagna, Bernardetta Fella e poi nascose il corpo senza vita in un grosso frigorifero spento, nella cantina dell'abitazione in strada Nazionale per Carpi, a Modena.
Il 50enne aveva confessato di avere strangolato l'ex compagna durante l'ennesima lite. La perizia psichiatrica aveva stabilito che l'uomo era ubriaco ma capace di intendere e di volere. Oggi è stato condannato dal Giudice del Tribunale di Modena, a 18 anni, con rito abbreviato e tre anni di casa lavoro a Castelfranco.
La Polizia municipale di Modena ha fermato il nigeriano di 20 anni, richiedente asilo collocato a Polinago, dopo che aveva nascosto la droga in un cespuglio.
Modena, 3 novembre 2017
L'hanno osservato a diversi metri distanza mentre sistemava la sua merce seduto su di una panchina al parco Novisad a Modena per poi nascondere il tutto in un cespuglio lì vicino. E' a quel punto che gli operatori della Polizia municipale sono intervenuti fermando il giovane nigeriano e recuperando dal cespuglio 400 grammi di marijuana e due bilancini del tipo di quelli che vengono normalmente utilizzati per preparare le dosi di sostanze stupefacenti da mettere in vendita.
L'arresto è avvenuto intorno a mezzogiorno di ieri, giovedì 2 novembre, in una zona del parco controllata con il sistema di videosorveglianza ed è stato confermato dal magistrato nella direttissima che si è svolta oggi, venerdì 3 novembre.
Il nigeriano (E. E. le iniziali) è un richiedente asilo di 20 anni, in Italia dal 2016, collocato dalla Prefettura a Polinago, ma già con un precedente per droga che gli ha procurato una denuncia della Polizia di Stato nei mesi scorsi. Gli operatori del Nucleo problematiche del territorio della Polizia municipale gli hanno trovato in tasca alcuni telefoni e anche 360 euro in banconote, mentre altri 2.200 euro erano nascosti nel cassonetto delle tapparelle avvolgibili della finestra della sua camera nella residenza di Polinago che condivideva con altri richiedenti asilo.
Il magistrato ha anche deciso la misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Modena per cui il giovane dovrà lasciare la comunità di Polinago e verrà collocato in un'altra struttura fuori dal territorio modenese.