Il pubblico ministero della procura di Modena, Katia Marino, ha chiesto una condanna a 17 anni di carcere (Il rito abbreviato consente uno sconto di un terzo della pena) nei confronti di Armando Canò, il 50enne reo confesso che nel giugno del 2016 uccise l'ex convivente, Bernardetta Fella.
Modena 9 ottobre 2017 - Era fine giugno dello scorso anno, quando i residenti di una palazzina chiamarono i Vigili del Fuoco, preoccupati per l'odore proveniente dalla cantina di "Betta" (così era soprannominata Bernadetta Fella), che viveva all'ultimo piano dell'edificio di via Nazionale per Carpi 101 nel quartiere Madonnina.
Una volta forzata la porta della cantina, però i pompieri si sono trovati davanti a una scena degna di un film horror: il cadavere della donna, ormai in avanzato stato di decomposizione, era stato messo dentro a un frigorifero.
In breve tempo i sospetti caddero sull'ex convivente che infatti, poche ore dopo, venne fermato nell'abitazione di un conoscente e messo alle strette infine ammise il delitto.
Nella prossima udienza, fissata per il 6 novembre, il giudice Andrea Romito leggerà la sentenza.
La difesa di Armando Canò, nella persona dell'avvocata Francesca Pecorari, contesta l'omicidio volontario mentre ritiene si tratti invece di un delitto preterintenzionale.
Durante i controlli anticontraffazione in un negozio gestito da turchi in viale Gramsci è emerso che gli alimenti in vendita erano privi delle indicazioni obbligatorie per la commercializzazione. Multati i gestori per 3100 euro.
MODENA - Non solo controlli anti spaccio in viale Gramsci, la via alle spalle della stazione ferroviaria di Modena nota per essere ormai diventata un avamposto della piccola criminalità, ma anche blitz mirati alla salvaguardia della sicurezza alimentare. Nel corso di un controllo eseguito dagli uomini della Polizia Municipale sono stati sequestrati ben 471 confezioni di generi alimentati di vario tipo, tra cui dolci, riso, caramelle e fecola di patate.
Gli alimenti sequestrati erano posti in vendita sugli scaffali di un esercizio gestito da cittadini di origine turca ed erano privi delle indicazioni obbligatorie per la commercializzazione.
La legge prevede infatti che tutti i prodotti messi in vendita debbano essere accompagnati da indicazioni anche in lingua italiana, sulle istruzioni e precauzioni d'uso, oltre alle indicazioni sul produttore e importatore, sulla presenza di materiali o sostanze nocive per la salute, eventuali precauzioni e destinazioni d'uso, qualora utili per la sicurezza del prodotto. Oltre al sequestro della merce, i gestori sono stati sanzionati per un importo pari a 3100 euro.
Il Questore adotta 3 DASPO nei confronti di ultras del Modena F.C. protagonisti delle iniziative di protesta del primo ottobre.
A seguito delle verifiche effettuate dalla DIGOS sono stati adottati dal Questore i primi tre provvedimenti amministrativi del di divieto di accesso dai luoghi ove si svolgono le manifestazioni sportive per la durata di un anno.
I fatti si riferiscono a quanto accaduto il pomeriggio del primo ottobre quando in occasione dell'incontro di calcio Modena Mestre, peraltro non disputatosi per altri motivi, un consistente gruppo di ultras si rese protagonista di una iniziativa di protesta, con lanci di petardi e fumogeni, che occupò per alcune ore la via Monte Kosica bloccandone la circolazione stradale.
I provvedimenti, emessi in via d'urgenza atteso il perdurare delle condizioni di criticità all'origine della manifestazione, hanno colpito due modenesi e un tifoso residente a Vignola.
Ai due modenesi viene contestata la condotta di cui sopra nonché l'accensione di fumogeni mentre al tifoso di Vignola la condotta con volto travisato.
Continuano gli accertamenti della Digos, sui filmati effettuati dalla Polizia Scientifica il primo ottobre scorso, finalizzati ad accertare ulteriori responsabili dei gravi fatti accaduti.
Un 43 enne di nazionalità georgiana con precedenti è stato fermato all'Ipermercato I Portali con due borse piene di merce sottratta. Processato per direttissima è stato portato nel carcere di Sant'Anna.
MODENA – Era già agli arresti domiciliari, ma gli era stato consentito di uscire di casa in determinati orari della giornata per accompagnare i figli a scuola e per cercarsi un lavoro. Peccato che un georgiano di 43 anni abbia invece utilizzato quel tempo per dedicarsi ai furti nei supermercati.
Erano le 18 di martedì 3 ottobre, infatti, quando l'uomo si è recato all'Ipermercato I Portali di Modena dove ha sottratto dagli scaffali articoli di profumeria e accessori per bicicletta, nascondendoli poi in un borsello che aveva a tracolla opportunamente foderato con fogli di alluminio per eludere i controlli elettronici antitaccheggio. Tuttavia, il suo atteggiamento e l'uscita riservata a chi non ha fatto acquisti ha attirato l'attenzione di una guardia giurata dell'esercizio che ha fermato l'uomo per un controllo. Dal borsello sono quindi spuntati un rasoio, delle confezioni di lamette, un termometro e una borsa da bicicletta, mentre da una seconda sacca che l'uomo aveva con sé sono comparsi articoli di abbigliamento sottratti a un altro esercizio della stessa galleria per un valore complessivo di poco più di 100 euro.
È partita così la segnalazione alla Polizia Municipale. L'uomo è stato quindi accompagnato al Comando di Via Galilei e fotosegnalato. Sebbene sprovvisto di documenti, l'uomo, con precedenti specifici, è stato identificato e indagato, oltre che per furto, anche per inosservanza alle norme sull'immigrazione.
Questa mattina è stato processato per direttissima e condotto al carcere di Sant'Anna, dove dovrà scontare una pena di un anno e quattro mesi oltre che pagare 200 euro di ammenda.
Il 33 enne nigeriano, in attesa di avere risposta alla sua richiesta di status di rifugiato, lo scorso 30 settembre a Carpi ha palpeggiato due donne in diversi momenti della giornata. Identificato grazie alle telecamere di sorveglianza.
CARPI (MO) – Forse pensava che palpeggiare una commessa del supermercato Conad di via Carlo Marx a Carpi fosse uno "scherzo" divertente. Almeno a giudicare dal fatto che, davanti alle grida della malcapitata non solo è scappato ridendo, ma è tornato addirittura nel pomeriggio, per riservare lo stesso trattamento a una sua collega.
I fatti risalgono allo scorso 30 settembre, ma il responsabile, un nigeriano di 33 anni che in agosto aveva presentato istanza per ottenere lo status di rifugiato, è stato fermato dai Carabinieri in seguito alla denuncia presentata dal presidente della società a cui fa capo il supermarket. I fatti sono poi stati confermati dalle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, che hanno consentito di identificare l'uomo, che, nel frattempo, si era reso irreperibile.
Ieri, il nigeriano è stato fermato dagli uomini dell'Arma con l'accusa di violenza sessuale, ma non potrà essere espulso dal territorio italiano in attesa che la commissione ministeriale si pronunci riguardo la sua richiesta di asilo. Oltre al danno, la beffa.
Presso la caserma "Generale Sante Laria" di Parma, si è svolta oggi la cerimonia di avvicendamento tra il Colonnello Salvatore Russo ed il Colonnello Gianluca De Benedictis, nella carica di Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Parma.
L'evento è stato preceduto, nella prima mattinata, dalla deposizione di una corona di alloro al monumento dei caduti del Corpo presso il cimitero della "Villetta", alla presenza di una delegazione della Sezione di Parma dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia.
Il Comandante Regionale dell'Emilia Romagna, Generale di Divisione Giuseppe Gerli, che ha presenziato alla cerimonia unitamente ad una rappresentanza di militari e di appartenenti alla Sezione di Parma dell'A.N.F.I., ha rivolto i più sentiti ringraziamenti per la preziosa opera prestata dal Colonnello Salvatore Russo, al quale ha espresso inoltre l'augurio di "buon lavoro" nella nuova sede di servizio di Brescia, dove assumerà l'incarico di Comandante Provinciale.
Il nuovo Comandante Provinciale di Parma, Colonnello Gianluca De Benedictis, sposato con tre figli, è laureato in Giurisprudenza ed ha conseguito il master in Diritto tributario dell'Impresa presso l'Università "L. Bocconi". Nel corso della sua carriera, ha prestato servizio in incarichi operativi presso le sedi di Milano, Roma, Civitavecchia (RM) e L'Aquila. Da ultimo, per circa tre anni, è stato Comandante del I Gruppo della Guardia di Finanza di Venezia.
A una coppia modenese che il 15 settembre doveva prendere il volo Bologna-Brindisi per partecipare a un matrimonio, Ryanair ha comunicato la cancellazione del volo il pomeriggio del giorno prima. La compagnia ha offerto il rimborso o la riprogrammazione ma, su consiglio dell'Adiconsum Emilia Centrale, la coppia chiederà la compensazione pecuniaria, perché ha dovuto rinunciare al viaggio ed era anche stata prenotata un auto a noleggio.
Quello di questa coppia è uno dei casi di cui si sta occupando l'associazione consumatori della Cisl, impegnata in questi giorni ad assistere chi ha subito disagi a causa della Ryanair. «Supponiamo siano diverse centinaia, forse migliaia, i modenesi lasciati a terra da Ryanair a seguito della cancellazione di oltre 2 mila voli fino alla fine di ottobre, della sospensione di 34 rotte europee, undici delle quali italiane, e della riduzione della flotta da novembre a marzo 2018 – afferma la responsabile di Adiconsum Emilia Centrale Adele Chiara Cangini – Diversi passeggeri si sono rivolti ai nostri sportelli per chiedere cosa fare. Ryanair sta offrendo voli alternativi, sconti sui biglietti e rimborsi, ma c'è anche chi ha dovuto tornare dalla Sicilia in pullman perché non aveva alternative».
La Commissione europea ha intimato alla compagnia low cost irlandese il rispetto dei diritti dei passeggeri come previsti dal regolamento (CE) n. 261/2004, il quale stabilisce, che in caso di cancellazione di un volo non legato a circostanze eccezionali, il passeggero ha diverse opzioni. Può scegliere se ricevere il rimborso del prezzo del biglietto o essere riprotetto su un volo alternativo verso la destinazione finale, in condizioni di trasporto comparabili, appena possibile o scegliendo una data successiva, a seconda della disponibilità dei posti. Oppure può ricevere una compensazione pecuniaria.
L'associazione consumatori della Cisl spiega, però, che la compensazione pecuniaria di 250-600 euro non è dovuta nel caso in cui la cancellazione del volo sia comunicata al passeggero con un preavviso di almeno due settimane; oppure se comunicata in un lasso di tempo compreso tra due settimane e sette giorni, e la compagnia offra un volo alternativo il cui orario di partenza non può essere anticipato più di due ore rispetto all'orario del volo cancellato e l'orario di arrivo non può essere superiore alle quattro ore; oppure con un preavviso inferiore ai sette giorni, e la compagnia offra un volo alternativo il cui orario di partenza non può essere anticipato più di un'ora rispetto all'orario del volo cancellato e l'orario di arrivo non può essere superiore alle due ore.
I passeggeri che si ritengono danneggiati dalla cancellazione dei voli Ryanair possono rivolgersi agli uffici Adiconsum per verificare se la proposta compensativa della compagnia rispetta la normativa europea e ottenere assistenza nella redazione e gestione di un'eventuale pratica di reclamo transfrontaliero per il tramite del Centro Europeo Consumatori (partecipato anche da Adiconsum).
Decine di casi di intossicazione a Vicenza dopo quegli segnalati in Puglia, Basilicata, Lazio e Veneto. Continuano i ritiri di pesce in Europa.
Anche a Vicenza si registrano i primi casi di intossicazione alimentare causata dall'eccesso di istamina in tranci di tonno a pinne gialle decongelato importato dalla Spagna. Sono state decine le persone arrivate al pronto soccorso dell'ospedale San Bortolo negli ultimi giorni con i sintomi di una intossicazione alimentare da degradazione dell'istidina, una tossina che scatena una sorta di allergia in chi la assume. Le autorità sanitarie della città hanno puntato il dito contro il tonno spagnolo e chiedono ai cittadini di fare molta attenzione alla sua colorazione prima di mangiarlo, se infatti ha una lieve colorazione bluastra anche solo cucinarlo è rischioso.
Il pesce fa parte di una partita distribuita da un'azienda andalusa in cui il tonno è stato lavorato male e conservato peggio, con l'aggiunta per di più di additivi per stabilizzare il prodotto. L'istamina è un composto azotato che si trova negli organismi e il cui eccesso causa degli attacchi allergici violenti anche in soggetti che non soffrono di allergie. In caso di eccesso di istamina negli alimenti, il rischio dunque è quello di ritrovarsi con una reazione da sindrome sgombroide come quella registrata dalle persone che si sono recate in ospedale.
Una patologia simil-allergica che si manifesta comunemente con arrossamento della pelle, prurito, cefalea pulsante, bruciore orale, crampi addominali, nausea, diarrea, palpitazioni, senso di malessere e raramente ipertermia a breve distanza dal consumo del pesce. In molti casi la sintomatologia tende a risolversi in maniera spontanea. La prima allerta risale al 12 maggio 2017, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", quando il Ministero della salute spagnolo AECOSAN (Agencia Española de Consumo Seguridad Alimentaria y Nutrición) dirama un comunicato, ripreso sul sito del Ministero italiano, che focalizza l'attenzione sul rischio da intossicazione alimentare legato al consumo di tonno fresco con alti livelli di istamina. Questo focolaio di sindrome sgombroide in Spagna avrebbe già colpito 405 persone.
Un cittadino marocchino di 37 anni è stato arrestato questa notte per avere ferito il nipote di 24 con l'attrezzo da cucina dopo una lite degenerata nel tentato omicidio.
NONANTOLA (MO) – Proprio non riusciva a digerire lo stile di vita del nipote ventiquattrenne, non gli piacevano gli amici che frequentava e nemmeno le sue abitudini. Così, dopo l'ennesima lite scoppiata per futili motivi, un marocchino di 37 anni ha prima aggredito il parente con un coccio di bottiglia, poi ha preso un forchettone da cucina e lo ha infilzato nel petto del ragazzo.
Alle grida del giovane, qualcuno ha chiamato i Carabinieri che sono intervenuti all'altezza di Piazza Guido Rossa e hanno tratto in arresto l'uomo con l'accusa di tentato omicidio. Il nipote, invece, è stato ricoverato al Policlinico con lesioni al torace, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Enzo Maselli, 82 anni, che vive in una casa isolata nelle campagne di Gaggio di Castelfranco Emilia, ha sentito dei rumori, ha aperto la porta e si è trovato faccia a faccia con il malvivente che lo ha colpito alla testa e alle gambe. Per fortuna senza gravi conseguenze.
CASTELFRANCO EMILIA (MO) – Vivere soli, a 82 anni, in una casa di campagna isolata di Gaggio, tra le campagne tra Castelfranco e Nonantola, non è certo una delle condizioni di maggiore sicurezza. Ma Enzo Maselli, classe 1935, è particolarmente sfortunato, dal momento che è stato rapinato due volte in tre anni. La prima, nel 2014, gli è costata solo un grande spavento, poiché la coppia di rapinatori, dopo aver forzato il vecchio portone di legno, se lo era trovato davanti spaventato e urlante e aveva pensato bene di puntargli in faccia il suo stesso fucile, appena rubato in casa. Maselli era poi stato fatto uscire, mentre i due rovistavano tra le sue poche cose. Prontamente, aveva chiamato i Carabinieri, ma quando questi erano arrivati, dei due malviventi non c'era più traccia.
Ieri mattina, invece, gli è andata peggio. Erano circa le sei e, nel buio, l'anziano ha udito dei rumori provenienti dalla porta di ingresso. È andato allora a controllare e ha scoperto un uomo con cattive intenzioni. Questi, infatti, ha afferrato un oggetto contundente e si è scagliato contro il padrone di casa, ferendolo alla testa e a una gamba. Si è poi dato alla fuga nei campi, insieme a 200 euro e a un cellulare, gli unici preziosi che era riuscito a rubare nella casa dell'anziano. Enzo Maselli è rimasto lucido e ha chiamato i Carabinieri di Castelfranco, che hanno preso atto di quanto accaduto e fatto partire le indagini per individuare il responsabile della rapina e dell'aggressione.
Sul posto si sono recati anche i sanitari del 118 che hanno trasportato il pensionato al Policlinico di Modena, dove ferite sono state giudicate guaribili in una decina di giorni. Le sue condizioni generali di salute sono state ritenute buone e l'uomo è già tornato in quella casa in cui, per due volte, ha rischiato la vita per colpa di qualche balordo.