Non se ne può più. Possibile che la Cancelliera tedesca abbia costantemente da mettere becco su ogni cosa? Ma nessuno riesce a tapparle la bocca?
di Lamberto Colla - Parma, 12 ottobre 2014
Insopportabile. Non vi è dubbio che faccia bene il suo mestiere di politico sempre attenta a ogni fiore del suo e altrui giardino.
Una accanita osservatrice di ciò che accade a casa altrui sempre pronta a commentare e bacchettare chiunque senza averne il ben che minimo diritto.
Sarebbe ora che qualcuno cominciasse a cantargliene in faccia.
Già perché questa sua sfacciata e frequente esternazione sulle vicende interne dei diversi Paesi dell'Unione non solo è irritante ma distrae l'attenzione dell'opinione pubblica dai fatti tedeschi, dalle loro magagne anche finanziarie.
Una comunicazione attiva tutta orientata a inculcare nella testa di tutti che la Germania è solida, perfetta e irreprensibile.
L'ultimo in termine di tempo a essere preso di mira è stato quel povero sciagurato di Hollande reo di avere chiesto il rinvio del pareggio di bilancio. Per fortuna e parcondicio la Cancelliera d'europa ha replicato negli stessi toni utilizzati tante e tante volte per l'Italia, ma questo non è consolante.
Abilissima a utilizzare la comunicazione come se fosse il fuoco di sbarramento di una batteria antiaerea e soprattutto capace di sfruttare il concetto di Europa Unita per farsi gli affaracci suoi.
Abili, anzi abilissimi i tedeschi a far sì che gli enormi costi della riunificazione delle due germanie fossero sostenuti da tutti i paesi membri dell'Unione e al contempo a inondare il mercato continentale coi suoi prodotti e lentamente, ma inesorabilmente cercare di strangolare i rivali, come l'Italia, che quanto a qualità della industria pesante avrebbero potuto essere pericolosi concorrenti.
Onnipresente nei bilaterali di pace ma con il braccino corto. Mai un euro è uscito dalle casse teutoniche per operazioni di di mantenimento della pace, quelle stesse che a noi sono costate sangue e euro.
Determinata e ferrea a imporre un'austerità soffocante alla Grecia, senza però dimenticare di continuare a venderle costosissimi armamenti, della cui utilità ci sarebbe da domandarsi, e di ottenere che i primi rimborsi fossero per le banche tedesche indebitate ovviamente.
Ma non è tutto, molto ci sarebbe da dire sulla solidità degli istituti di credito tedeschi e sul bilancio nazionale che, molto probabilmente, non è così solido come vorrebbero far credere.
E in questa crisi che sta strangolando quasi tutta europa la Germania invece non sembra mostrare cedimenti, anzi, stando all'Istituto per l'economia mondiale dell'università di Kiel che ha analizzato i dati relativi ai titoli tedeschi ha calcolato che per il periodo 2009-2013, c'è stato un beneficio di circa 80 miliardi di euro.
"Nel fondo erroneamente definito come "salvastati" o Mes, scrive Bastian Brinkmann su Süddeutsche Zeitung e riportato da l'Antidiplomatico.it, la Germania ha finora versato 21,7 miliardi di euro. In futuro dovrebbero diventare 190 miliardi: questo denaro viene conteggiato nel bilancio come uscita, ma non sono soldi persi - vengono solo erogati in prestito agli Stati in crisi. Finora, alla Repubblica federale tedesca è stato restituito ogni centesimo di quanto è stato trasferito come prestito d'emergenza alla Grecia ed agli altri euro-partner".
Cara Angela Dorothea Kasner - questo è il suo nome completo da nubile - nel condominio europeo non c'è necessità di una portinaia. Sarebbe ora che qualcuno la informasse.
Consumi, +0,1% ad agosto. Confcommercio rileva un clima di sfiducia degli operatori. Per il Codacons il maxi calo degli acquisti (80 miliardi in 7 anni) è incolmabile.
Parma 12 ottobre 2014 - L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra ad agosto una crescita dello 0,1% rispetto a luglio e un calo dello 0,1% tendenziale. L'osservazione di tre consecutive variazioni congiunturali positive, pur rappresentando un indubbio segnale di miglioramento che non può essere trascurato, non permette, comunque, una lettura ottimistica della situazione attuale. L'entità delle variazioni appare, infatti, troppo contenuta, insufficiente a garantire una significativa ripresa dei livelli di consumo delle famiglie, come testimoniato dal fatto che l'indicatore non ha ancora raggiunto i valori dello scorso anno (le variazioni tendenziali dei primi otto mesi del 2014 sono tutte negative).
Sul versante della fiducia, a fronte di un modesto recupero del sentiment delle famiglie nel mese di settembre, le imprese evidenziano aspettative negative con un calo, il secondo consecutivo, del clima di fiducia degli operatori di tutti i settori economici, soprattutto nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio.
Il lieve aumento dei consumi di agosto registrato da Confcommercio rappresenta per il Codacons un dato da "prefisso telefonico", assolutamente insufficiente a far sperare in una prossima ripresa degli acquisti da parte delle famiglie.
"La situazione dei consumi nel nostro paese continua ad essere drammatica – afferma il Presidente Carlo Rienzi - Una crescita dello 0,1% rispetto a luglio non è assolutamente un dato positivo, perché dimostra come il maxi-calo degli acquisti da 80 miliardi di euro registrato in Italia negli ultimi 7 anni sia incolmabile. Di questo passo serviranno non anni ma secoli per tornare ai livelli dei consumi pre-crisi; per tale motivo chiediamo con ancora più forza un incontro al premier Renzi finalizzato ad adottare subito misure concrete per aumentare il potere d'acquisto delle famiglie" - conclude Carlo Rienzi.
Già forte la presenza della metalmeccanica reggiana in Indonesia, Malesia e Singapore. L'Ente camerale ha programmato per martedì 14 ottobre una giornata di approfondimento in cui le imprese reggiane potranno contare non solo su informazioni relative ai contesti economici, alla domanda, agli aspetti fiscali e alle figure contrattuali che si legano ai tre Paesi, ma avranno a disposizione i relatori anche per appuntamenti individuali -
Reggio Emilia, 10 ottobre 2014 -
A pochi giorni di distanza dal focus relativo al mercato russo, la Camera di Commercio punta l'obiettivo delle esportazioni reggiane verso il Sud Est Asiatico, ed in particolare su Singapore, Malesia e Indonesia.
Proprio ai mercati di questi Paesi, infatti, è dedicata la giornata di approfondimento che l'Ente camerale ha programmato per martedì 14 ottobre alle 9,00 nella sede di Piazza della Vittoria.
Dopo Algeria, Marocco, America Latina, Mozambico, solo per citarne alcuni, le aziende reggiane potranno così continuare a guardare anche oltre il Vecchio Continente e gli Stati Uniti (per i quali è stato già recentemente organizzato un aggiornamento riguardante, in particolare, le leggi antibioterrorismo) per rafforzare nel mondo un flusso di esportazioni che, dopo il record di 8,6 miliardi stabilito nel 2013, nel primo semestre 2014 ha già raggiunto i 4,5 miliardi.
Nei Paesi del Sud Est Asiatico è già ben conosciuta l'industria metalmeccanica reggiana: in Indonesia, ad esempio, gli oltre 19 milioni di esportazioni realizzati nel 2013 (con un +18,9%) si legano per il 63% proprio alla metalmeccanica. Situazione simile a Singapore, dove il metalmeccanico reggiano vale, da solo, il 50% dei 27 milioni di esportazioni del 2013. Ancora più rilevante, infine, la quota del settore sulle esportazioni in Malesia: 13,5 milioni su 16,6, con un 10% acquisito anche dal comparto elettrico-elettronico.
Nel corso dell'incontro di martedì in Camera di Commercio, le imprese reggiane potranno contare non solo su informazioni relative ai contesti economici, alla domanda, agli aspetti fiscali e alle figure contrattuali che si legano ai tre Paesi, ma avranno a disposizione i relatori anche per appuntamenti individuali.
Info e adesioni: www.re.camcom.gov.it
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Questa mattina diversi scioperi, assemblee e manifestazioni hanno coinvolto numerose aziende di tutto il territorio reggiano. I lavoratori protestano contro l'approvazione al Senato della legge delega sul Jobs Act e temono manomissioni del loro Statuto. Le mobilitazioni continueranno anche domani, mentre stasera i lavoratori del Tpl si troveranno all'ex caserma Zucchi.
Reggio Emilia, 8 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
Negli ultimi giorni si sono fatte durissime le tensioni tra il tandem Cgil-Fiom e il governo Renzi. Le questioni della legge delega sul Jobs Act e dell'Articolo 18 rischiano di trasformare il futuro dell'esecutivo in un vero e proprio campo minato, mentre i rapporti tra il primo ministro e la segretaria Cgil Susanna Camusso sono ormai ai ferri corti. E anche nella nostra provincia si iniziano a sentire i primi segnali di quello che si annuncia come un autunno caldo per tutti i lavoratori. Oggi infatti sono state diverse le fermate spontanee e le iniziative di protesta in tante aziende grandi e piccole della nostra provincia, e nella sede centrale della Cna.
In contemporanea con il voto di fiducia al Senato, i lavoratori hanno incrociato le braccia e indetto assemblee sotto lo slogan "Renzi tu imponi la fiducia, noi ti togliamo la fiducia". Ha iniziato questa mattina alle 9.00 il settore Trasporti, con un volantinaggio davanti alla stazione centrale di Reggio Emilia organizzato dai delegati di F.e.r.-Ma.fer.-Tper.
Al termine dell'assemblea, oltre 100 lavoratori del CNA di Reggio Emilia sono usciti nel piazzale davanti alla sede di via Maiella. Qui sono stati raggiunti da delegate e delegati della FLC-Scuola, che stavano partecipando a un incontro provinciale. Insieme hanno approvato un ordine del giorno contro il Jobs Act.
Sciopero di mezz'ora ora alle Cantine Riunite e Civ nel settore alimentare, mentre i lavoratori dei magazzini di Centrale Adriatica (settore commercio) hanno effettuato un'ora di assemblea in sciopero.
Tante e importanti le aziende metalmeccaniche della zona di Reggio interessate da scioperi, di 1 o 2 ore: Emak, Lombardini, Brevini Power Transmission, Bucher, Moreali, Meta System, Ognibene, Rcf, Omso, Fontani e Lasagni, Omig, Danfos, Minizeta, Bosch oleodinamica. Ma anche nel resto della provincia i lavoratori si sono fatti sentire: Gruppo Argo Tractors, Gruppo Corghi, Tetrapack, Terex, Immergas, Smeg, sono solo alcune delle decine di aziende coinvolte nel nostro territorio.
Questa sera alle 21, presso l'ex caserma Zucchi, si fermeranno per protesta anche i lavoratori del trasporto pubblico locale (Seta e Til), con i loro autobus. "Questo - spiega la Cgil - avverrà fuori dall'orario di lavoro, a causa della legge sui servizi minimi essenziali e per non creare disservizi ai cittadini e all'azienda".
Infine, domani giovedì 9 ottobre sono previsti scioperi di 2 ore nelle aziende della zona di Rubiera, con una manifestazione in via Emilia che prenderà il via alle ore 9.00 (partenza davanti al cinema Emiro).
A Napoli, secondo posto per il progetto di Unioncamere regionale e delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna al concorso European Enterprise Promotion Awards che segnala le iniziative più innovative ed efficaci di enti pubblici e partenariati pubblico-privati dell'Ue, a sostegno dell'imprenditoria.
Parma, 6 ottobre 2014 -
Dall'Assemblea Europea delle PMI, che si è svolta a Napoli nell'ambito del semestre di Presidenza italiana dell'UE, è arrivato un riconoscimento alla progettualità e alla capacità del Sistema Camerale di sostenere le imprese in stretta connessione a istituzioni e associazioni imprenditoriali.
Tra i 22 finalisti dell'ottava edizione dell'European Enterprise Promotion Awards selezionati su alcune centinaia, si sono fatti onore i due progetti delle Camere di commercio.
"Mirabilia" della Camera di commercio di Matera, capofila di altri nove enti camerali (Brindisi, Genova, La Spezia, Messina, Padova, Perugia, Salerno, Udine e Vicenza) si è aggiudicato il primo posto nella sezione "Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese", mentre "Crescere e competere con il contratto di rete" di Unioncamere regionale e Camere di commercio dell'Emilia-Romagna è arrivato secondo nella categoria "Sviluppo del contesto imprenditoriale".
Una medaglia d'oro e una di argento significative perché per la prima volta due iniziative del sistema camerale finaliste sono state entrambe premiate. Per una Unione regionale poi è una novità assoluta.
I riconoscimenti sono giunti al termine di una lunga selezione, prima a livello nazionale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico che aveva attribuito il massimo punteggio (100/100) ai due progetti camerali e poi da una qualificata giuria, presieduta da Joanna Drake della DG Imprese della Commissione Europea e composta da imprenditori, rappresentati di governo e del mondo accademico che li ha inseriti nella "short list" conclusiva individuandoli tra una cinquantina di iniziative scelte nei Paesi membri. I riconoscimenti sono stati consegnati nel corso dell'Assemblea delle PMI, a cui hanno partecipato i massimi rappresentanti dell'Unione Europea, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Ministro dell'Economia Federica Guidi.
"L'Italia ha ottenuto un successo importante grazie a due iniziative che contribuiscono a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo dell'imprenditorialità - afferma Antonello Lapalorcia, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico e componente della Giuria europea - I progetti sono entrambi forti e validi, basati su una logica di rete, e confermano la capacità progettuale del sistema camerale. E' rilevante che ciò accada in occasione della Presidenza di turno dell'Italia in Europa, momento in cui possiamo portare avanti con forza l'immagine di come sappiamo fare impresa".
I Premi Europei per la promozione di impresa mettono al centro l'innovazione e la creatività delle PMI, che, secondo le ultime ricerche, continuano a essere la spina dorsale dell'economia europea: rappresentano infatti più del 99,8% di tutte le imprese.
"La scelta della Commissione Europea rappresenta una gratificazione per il lavoro svolto. – dice il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Claudio Pasini - Conferma la validità e l'efficacia dei progetti messi in campo dalle Camere di commercio e dalle loro Unioni regionali per la promozione e il sostegno dell'imprenditoria. Il contratto di rete – conclude Pasini - è entrato nel bagaglio di strumenti che gli imprenditori utilizzano per organizzare meglio la propria attività economica. "Crescere e competere con il contratto di rete" rappresenta un esempio di buone pratiche e di efficace sinergia tra sistema camerale, mondo associativo e istituzioni per promuovere l'economia dei territori".
Il progetto "Crescere e competere con il contratto di rete" - avviato nell'ambito dell'Accordo di programma tra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico, a valere sui finanziamenti del fondo di perequazione del sistema camerale - consente di supportare le PMI orientate ad avviare o consolidare processi di collaborazione e aggregazione attraverso il contratto di rete.
I promotori dell'iniziativa sono le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini) e la loro Unione regionale con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum (l'Università telematica del sistema camerale).
Ricercando le più ampie collaborazioni, il sistema camerale regionale ha condiviso il progetto con le associazioni di rappresentanza delle imprese e con le aziende di credito per rendere più efficace l'utilizzo degli strumenti di formazione e informazione rivolti ad imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti.
Alcuni numeri del progetto, articolato su due annualità:
oltre 1.100 partecipanti formati;
158 le aziende, interessate alla costituzione di reti d'impresa, che hanno partecipato ai percorsi di consulenza e assistenza personalizzati:
28 le bozze di contratti di rete predisposte
12 nuovi contratti di rete sottoscritti, con la partecipazione di 50 imprese
realizzata la guida "Contratti di rete. Istruzioni per l'uso", vera e propria "cassetta degli attrezzi", contenente tra l'altro l'evoluzione della normativa di riferimento.
(Fonte: Uffici stampa Unione Regionale delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna)
La Camera di Commercio continua a puntare sul territorio della Federazione Russa per accrescere il livello delle esportazioni reggiane: al via un ciclo di seminari camerale rivolto alle imprese che riguarda gli aspetti strategici, finanziari e normativi -
Reggio Emilia, 3 ottobre 2014 -
Mentre le diplomazie premono per rimuovere il parziale ma pesante embargo sulle importazioni agroalimentari legato alla crisi in Ucraina, la Camera di Commercio continua a puntare sul territorio della Federazione Russa per accrescere il livello delle esportazioni reggiane, che nei primi posti vedono comunque prodotti (a partire dall'abbigliamento e maglieria con più del 37%) diversi da quelli alimentari, preceduti anche dalle macchine per impieghi generali e speciali, dalla ceramica e dagli apparecchi per uso domestico.
Nasce da qui un percorso formativo e di approfondimento che, in quattro incontri, offrirà alle imprese reggiane tutte le informazioni e le indicazioni necessarie per un efficace approccio al mercato russo, con specifici focus sugli aspetti giuridici degli investimenti italiani in Russia, la contrattualistica, le strategie da adottare su quel mercato, gli strumenti finanziari, la tutela e valorizzazione di marchi e i brevetti, le certificazioni e la regolamentazione doganale.
Un percorso, in sostanza, che riguarda gli aspetti strategici, finanziari e normativi, al quale le imprese hanno la possibilità di iscriversi entro il prossimo 6 ottobre, mentre l'avvio degli incontri è previsto l'8 ottobre alle 14,30 a Palazzo Scaruffi.
Il ciclo di seminari camerale giunge in un momento di forte tensione per i prodotti agroalimentari, come si è detto, ma si innesta in un percorso che ha registrato un costante aumento delle esportazioni reggiane in Russia, tanto che il 2013 ha segnato un +10,6% e, nell'ultimo triennio, una crescita superiore al 54%.
All'incontro in programma l'8 ottobre seguiranno poi altri 3 appuntamenti, programmati il 22 ottobre, il 5 e il 19 novembre.
L'iniziativa è realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-Russa con sede a Milano.
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Nel comunicato stampa la presidente di Confcommercio Reggio Emilia Donatella Prampolini Manzini evidenzia alcune problematiche già note sulle aperture domenicali rese ora evidenti da una analisi comparata della legislazione negli Stati europei -
Reggio Emilia, 1 ottobre 2014 -
I grandi Stati europei, Francia, Germania, Regno Unito, come anche, tra gli altri, Austria, Belgio, Grecia, Norvegia, prevedono la chiusura domenicale degli esercizi commerciali. Vi sono qua e là deroghe per forni, tabacchi, edicole, fioristi, distributori di benzina. Oppure per attività in luoghi particolari come aeroporti e scali marittimi. In certi casi si prevede la possibilità per le sole piccole superfici di aprire la saracinesca la domenica, a propria discrezione. Insomma, si cerca di stabilire un equilibrio tra l'impatto dirompente che la deregolamentazione sulle aperture domenicali può avere sulla vita dei lavoratori e dei negozi indipendenti, la sfida sulla concorrenza lanciata dalle grandi superfici, l'utilità per i consumatori.
Dall'altra parte troviamo gran parte degli Stati dell'est e del sud Europa come Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria, Portogallo, Spagna, Turchia, un gruppetto di nordici quali Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda, e l'Italia, unico dei grandi. In questi casi si va dalla deregolamentazione pura e semplice del nostro Paese, insieme ad alcuni altri, a normative che comunque consentono l'apertura domenicale, a volte facendo salve alcune festività nazionali o religiose.
«Ce n'è abbastanza per far riflettere» dice Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia, che prosegue: «In Italia a distanza di due anni dall'entrata in vigore della deregolamentazione gli effetti annunciati sulla crescita non si vedono. Sono invece stati gravemente penalizzati gli esercizi commerciali di vicinato oltre alla qualità della vita dei lavoratori del commercio, siano essi autonomi o dipendenti. Qualcuno ha tentato di far notare che in Europa si fa così. Non è vero: solo in Italia, tra i grandi Stati europei, sono passate le aperture festive e domenicali completamente deregolamentate. Non mancano invece, per esempio nel Regno Unito, normative che al contrario autorizzano solo la piccola distribuzione all'apertura domenicale, ma non i grandi, avendo ben chiare le dinamiche dei flussi festivi, che inevitabilmente rischiano di impoverire il tessuto commerciale e la pluralità distributiva.»
«Confcommercio Reggio Emilia –conclude Donatella Prampolini Manzini- continuerà a dialogare con tutte le parti sociali nella nostra provincia per trovare soluzioni capaci di tamponare questo disastro per i lavoratori e per il commercio tradizionale e di vicinato, disastro che non ha portato reali e proporzionati benefici ai consumatori. Non mancheremo poi di proseguire a livello nazionale la battaglia per cancellare questa folle fuga in avanti che ha premiato soltanto chi ha tutelato il proprio interesse senza guardare al bene della collettività.»
(Fonte: ufficio stampa Confcommercio Reggio Emilia)
Confesercenti Modena: "Consumi a picco, domanda interna ferma, oneri troppo elevati e mancanza di politiche di sviluppo alimentano la sfiducia"-
Modena, 30 settembre 2014 -
Prosegue implacabile l'emorragia di imprese modenesi nei settori del commercio, turismo e servizi. Nel periodo compreso tra gennaio e agosto 2014 risultano ben 669 quelle che hanno cessato l'attività di cui la metà nel solo settore del commercio. Un dato per nulla compensato dalle 378 nuove aperture che determina così un saldo fortemente negativo: -293 imprese. A rilevarlo è l'Osservatorio di Confesercenti Modena. "La ripresa, troppe volte annunciata – commenta l'Associazione - stenta a materializzarsi, il crollo pare a tutti gli effetti inarrestabile e il territorio marcia verso il depauperamento di una parte importante del suo tessuto economico".
Sempre più drammatica la contabilità di aperture e chiusure a partire dal commercio al dettaglio alimentare ed extraalimentare. Al 31 agosto 2014, a fronte di 133 nuove iscrizioni, le cessazioni sono state due volte e mezzo in più: ben 329, con un saldo negativo pari a -197 unità. In termini percentuali si tratta del 3,5% di imprese perse nei primi otto mesi dell'anno, ben al di sopra della media regionale che si attesta su un più contenuto -2,9% Numeri che purtroppo si rispecchiano anche sul capoluogo: a Modena sono 142 i negozi che hanno chiuso e solo 60 quelli che hanno aperto, 60 con un saldo negativo di 58 attività pari al -5% del totale, a riprova di come il commercio in città soffra in maniera più accentuata, sia rispetto agli altri centri della provincia ed ancor più rispetto altri capoluoghi in regione.
Pesante poi il bilancio tra le imprese del commercio al dettaglio di tessile, abbigliamento e calzature, altro nuovo brutto primato: le 24 aperture non colmano le 66 cessazioni di attività con il saldo si assesta ad un pesante -42 MPMI. Anche in questo caso il dato percentuale -3,22% risulta peggiore della media regionale, -2,48%
Dati forse un po' meno pesanti, ma pur sempre negativi tra le imprese della ristorazione e i bar. Ad agosto 2014 mancano all'appello 126 attività, tra i pubblici esercizi, contro i 90 nuovi avviati con un saldo negativo di 36 imprese pari all'1% del totale. Il settore denota un andamento relativamente migliore rispetto alla media regionale che segna un -1,5% a cui ha contribuito in particolare il saldo positivo della città di Modena che segna 8 esercizi in più.
Per nulla positiva poi anche la situazione del commercio ambulante che (a differenza dell'ambito nazionale in cui segna maggior tenuta) a livello locale continua perdere posizioni: 53 le imprese cancellate in otto mesi contro le 21 aperte (saldo -32) nello stesso periodo. Come non si discosta di molto l'andamento delle MPMI che operano dell'intermediazione commerciale tra nuove aperture (117) e chiusure (146), il saldo risulta negativo di ben 29 unità. L'unico segno '+' arriva da quelle attività imprenditoriali specializzate nel commercio via internet. Sul territorio, su un totale di 180 imprese attive (di cui 68 solo a Modena), 17 sono quelle aperte nel periodo compreso tra gennaio ed agosto 2014, e 15 le cessazioni (+2).
"Le chiusure continuano ad aumentare – evidenzia Confesercenti – e nel contempo si registra un'allarmante diminuzione delle aperture: l'alto tasso di imprenditorialità che ha sempre caratterizzato il territorio modenese pare venir meno per il clima di sfiducia causato dalla stretta del credito e da un mercato che sta cannibalizzando le imprese più piccole. Schiacciate da oneri troppo alti e da una domanda interna nulla che non da segni di ripresa le imprese devono poi subire i costi del tutto improduttivi di una burocrazia ipertrofica. Sono molti gli imprenditori che in queste condizioni rinunciano: vittime di politiche economiche mal calibrate che penalizzano i consumi e che stanno distruggendo un tessuto di grande importanza sociale, portando ad una rapida avanzata della desertificazione, nei centri urbani e in quelli periferici. Se non si trova il modo di risollevare la domanda interna, le PMI che ad essa fanno riferimento chiuderanno sempre in numero maggiore, continuando ad esacerbare la spirale di disoccupazione e povertà imboccata dal Paese".
In allegato scaricabile la Tabella su Imprese registrate sul territorio modenese (iscrizioni e cancellazioni) periodo 2/01/2014 – 31/08/2014
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Tra un po' scopriremo che anche il lavoro non manca. Dall'UE il via libera al taroccamento dei bilanci con l'introduzione delle stime dei "ricavi" provenienti da spaccio e prostituzione.
di Lamberto Colla -
Parma, 28 settembre 2014
Finalmente qualcosa si muove. I massaggi erotici fanno alzare anche il PIL con gran soddisfazione di tutti. Adesso si tratta di mettere in campo ogni azione possibile per contrastare il crescente malcostume di perpetrare sesso a pagamento appena oltre il confine incentivando, al contrario, i consumi interni. E la crisi va via.
Non c'è che dire, i ragionieri di Bruxelles hanno trovato un buon modo, semplice, efficace e attendibile per fotografare la reale ricchezza dei paesi aderenti all'Unione. Un artificio contabile che apporterà notevoli benefici agli indicatori economici di tutti, Italia compresa. Si sa, che in questo campo dell'illecito, lavoro nero, sommerso, criminalità organizzata e prostituzione il nostro Paese ha ben pochi concorrenti. Se l'illecito diventa voce di bilancio la Guardia di Finanza dovrà anche garantire il contrasto al lavoro nero e al sommerso del sommerso?
L'Istat, sulla base delle nuove disposizioni e per quanto riguarda l'Italia, ha dunque redatto una stima dell'economia sommersa e del lavoro irregolare e sottodichiarato, pari a circa 187 miliardi, ovvero l'11,5% del Pil 2011. A ciò si può aggiungere l'illegalità (droga, prostituzione e contrabbando), per un conto combinato, relativo all'economia non osservata, di oltre 200 miliardi (ben il 12,4% del Pil).Con l'applicazione del paniere di rilevamento così aggiornato e il nuovo metodo di calcolo adottato, nel 2011 l'Italia ha registrato un Pil maggiore di ben 59 miliardi, portando il deficit molto al di sotto rispetto a quanto conteggiato all'epoca e attestandoci al 3,5% in luogo del 3,7% a suo tempo calcolato.
Ne ha dell'incredibile ma è la pura e sacrosanta verità. L'Unione Europea sotto la spinta dei suoi ragionieri, probabilmente formati alla scuola di finanza creativa della prima Parmalat e dell'Enron, ha introdotto a partire dal bilancio 2011, il computo del lavoro sommerso e delle attività illecite come droga, prostituzione, e contrabbando nella misurazione della ricchezza dei Paesi UE (PIL).
- Cui prodest? -
Già, a chi giova questo taroccamento legalizzato, risultato di un'Europa arida, decadente e autoreferenziale?
I media nazionali hanno riportato la notizia condita con l'enfasi degna della migliore stampa regime, sottolineandone gli effetti positivi sui bilanci.
Il rapporto deficit/PIL, con buona pace di Bruxelles, rientrerà nei parametri del 3%, e entro pochi giorni nessuno si ricorderà più che la spettacolare performance è il risultato di un cambio amorale di regole di bilancio e fra 40 anni i libri di storia e di economia riporteranno i dati statistici come il risultato di incisive manovre correttive dei governi che si sono succeduti nel quadriennio 2011-2014 "nonostante la più terribile crisi economica che avesse travolto il sistema economico occidentale".
Ma quello che ancora nessuno ha messo in evidenza è che questo risultato gioverà soprattutto all'apparato europeo. Di fatto è una nuova tassa che si scarica sui cittadini europei e lavoratori a favore della casta di nullafacenti in risonanza tra due inutili e dispendiosi sedi parlamentari. Insomma una troiata megagalattica, tanto per restare in tema, per introitare dai Paesi una maggiore contribuzione essendo calcolata sulla base della ricchezza del Paese misurata, appunto, con il PIL. Cresce il PIL cresce il valore della contribuzione del Paese alla UE.
Rigore, fermezza e sacrifici sono gli strali che da Bruxelles quotidianamente vengono indirizzati verso il sud, in particolare verso i Paesi PIGS, come sono simpaticamente indicati Portogallo, Italia, Grecia e Spagna le cui economie sono in maggior difficoltà. Con altrettanto rigore queste economie oggi in difficoltà, applicando le nuove regole di computo avranno occasione di riscattarsi e altri Paesi, oggi in auge, potrebbero trovarsi nella condizione di negoziare con la amministrazione centrale dell'UE.
E se a cadere in disgrazia fossero Francia, Irlanda, Germania e Austria non v'è dubbio che verrà assegnato loro l'altrettanto simpatico acronimo ... i Paesi della (omissis).
L'edizione 2014 del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti, si terrà a Villa d'Este a Cernobbio, sul lago di Como, dal 17 al 18 ottobre.
Roma 23 settembre 2014 -Il Forum, giunto alla quattordicesima edizione, costituisce l'appuntamento annuale dell'agroalimentare Made in Italy che riunisce i maggiori esperti, opinionisti, ed esponenti del mondo accademico nonché rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere.
L'edizione di quest'anno si apre alle ore 10,00 di venerdì 17 ottobre e si chiude alle 14,00 di sabato 18 ottobre in una due giorni dedicata a "La via italiana alla crescita sostenibile" in cui si susseguiranno presentazioni di ricerche innovative su temi di attualità curate dalla Coldiretti insieme a Censis e Ixe', approfondimenti ed indagini esclusive, esposizioni e mostre in anteprima assoluta e qualificati ed autorevoli interventi.
(Fonte Coldiretti)
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24-02-2025 Comunicati Ambiente Emilia
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20-02-2025 Comunicati Ambiente Emilia
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19-02-2025 Comunicati Lavoro Piacenza
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19-02-2025 Comunicati Sanità Reggio Emilia
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19-02-2025 Comunicati Solidarietà Reggio Emilia
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19-02-2025 Comunicati Agroalimentare Parma
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18-02-2025 Comunicati Ambiente Emilia
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17-02-2025 Comunicati Lavoro Emilia
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15-02-2025 Comunicati Trasporto e Viabilità Parma
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14-01-2025 Formazione
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13-12-2024 Lavoro
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26-11-2024 Salute e Benessere
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09-11-2024 Cucina
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07-11-2024 Lavoro
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26-10-2024 Salute e Benessere
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15-10-2024 Salute e Benessere
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14-10-2024 Salute e Benessere
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11-10-2024 Salute e Benessere
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07-10-2024 Salute e Benessere
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30-09-2024 Salute e Benessere
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30-09-2024 Salute e Benessere
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Si è conclusa con grande succe... Leggi tutto
18-09-2024 Eventi
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28-08-2024 Formazione
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Pellegrino, 3 luglio 2024&nb... Leggi tutto
05-07-2024 Energie Rinnovabili
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03-07-2024 Energie Rinnovabili
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24-06-2024 Salute e Benessere
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24-05-2024 Eventi
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Di Mita Valerio Roma, 15 marzo... Leggi tutto
19-03-2024 Salute e Benessere
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Appartamento con Eleganti Fini... Leggi tutto
13-11-2016 Vendita immobili
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13-11-2017 Vendita immobili
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19-07-2016 Vendita immobili
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13-07-2016 Vendita immobili
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11-07-2016 Vendita immobili
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27-06-2016 Vendita immobili
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19-06-2016 Vendita immobili
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24-04-2016 Vendita immobili
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