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Giovedì, 15 Febbraio 2018 14:32

Musica e storia del costume al Salotto Aggazzotti

Sabato 17 febbraio, un pomeriggio dedicato alla moda e alla musica, con modelli storici realizzati dalle allieve dell'istituto Cattaneo Deledda e musiche da Mc Dowell a Gerswhin.

MODENA – Un pomeriggio di storia, musica e costume quello in programma al Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà sabato 17 febbraio, a partire dalle 17.30.

Nelle sale del palazzo, infatti, si potranno ammirare alcuni abiti realizzati dalle studentesse dell'istituto Cattaneo Deledda, che ripercorrono la storia del costume dal Cinquecento al Novecento.

Si tratta di modelli unici, sapientemente realizzati nelle fattezze e nei tessuti, secondo l'evoluzione storica della moda, prendendo come esempio gli abiti raffigurati nei ritratti di uomini e donne che sono giunti fino a noi. Così, dai pesanti velluti e broccati del Cinquecento e Seicento, si passa ai tessuti più leggeri, abbelliti con nastri e pizzi dello stile romantico o neogotico dell'Ottocento, fino a quello più pratico, ma raffinato e "stiloso" del Novecento.

E se la moda italiana è sempre stata sinonimo di qualità e buon gusto, al punto da essere importata nelle corti vicine, è anche vero che lo stile, per esempio, della regina Maria Antonietta e delle dame della corte di Versailles a fine Settecento, lanciano le figure dei sarti e delle modiste. Tra queste, citiamo la celebre Madame Bertain, che per la regina creava i fantasiosi cappelli. Nel frattempo, in Inghilterra, si prepara la Rivoluzione Industriale, con la meccanizzazione e la produzione in serie che velocizza e rende più accessibile e popolare la moda.

Arriva il Novecento con il trionfo della moda italiana. Le donne invadono le sartorie. È l'epoca di Schiapparelli, delle sorelle Fontana, di Emilio Pucci, di Ferragamo che creano abiti da sogno per le dive di Hollywood da un lato, mentre dall'altro creano collezioni che legano il nostro paese all'eleganza e allo stile. La moda "Capri" è strettamente legata alle vacanze d'elite, così come Ferragamo lega il suo marchio a Firenze, città amatissima dai turisti stranieri.

Alla filata di costumi storici non poteva mancare la colonna sonora. Il pomeriggio, infatti, sarà allietato dalla partecipazione di due concertisti di fama internazionale, Luigi Santo alla tromba e Daniela Gentile al pianoforte, che presenteranno un concerto in due parti proponendo musiche che spaziano da Edwin Mc Dowell a George Gerswhin.

A seguire, brindisi con piccolo buffet. La quota di partecipazione è di € 10 intero e di € 8 per i soci del Salotto Aggazzotti

INFO e prenotazioni
Salotto Aggazzotti
Viale Martiri della Libertà 38, Modena
Tel 392/0512219
www.simonettaaggazzotti.it 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

Con la presentazione del libro "Il caso David Rossi. Il suicidio imperfetto del manager Monte Paschi Siena" (Chiarelettere) scritto dal giornalista de "Il Fatto Quotidiano", Davide Vecchi, avrà luogo mercoledì 14 febbraio alle 18 alla galleria Biffi Arte, il secondo incontro del ciclo "Misteri d'Italia", a cura di Mauro Molinaroli.

Un caso inquietante per un libro da leggere. Si tratta delle ultime ore di vita di David Rossi: "La perquisizione – dice – la paura dell'arresto, le clamorose lacune delle indagini, i reperti spariti o distrutti dai Pm, Il potere e i misteri all'ombra del Monte dei Paschi di Siena, la verità di un giallo che non può essere archiviato come suicidio". Davide Vecchi è stato il primo a indagare su questo caso. Più avanti la morte del responsabile della Comunicazione della banca toscana, è diventato un fatto mediatico. Tivù e giornali si sono buttati a capofitto su questo suicidio molto anomalo. Oggi la morte di David Rossi è un mistero tutto italiano e il libro lo evidenzia molto bene.

"Ho paura. Voglio parlare con i magistrati... Aiutatemi! Domani potrebbe già essere troppo tardi!" Furono queste le ultime parole di David Rossi. Lo si evince dalle mail inviate all'amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola due giorni prima di morire. Rossi era uno degli uomini più potenti e in vista di Siena, guru della comunicazione del Monte dei Paschi, per vent'anni ombra di Giuseppe Mussari, capo indiscusso della banca; il 6 marzo 2013 precipita dalla finestra del suo ufficio dopo aver avvisato la moglie che stava tornando a casa. Per la procura fin da subito è suicidio.

Eppure il cadavere ha ferite dovute a una colluttazione. Si tratta allora di un giallo italiano che ricorda i casi di Roberto Calvi e Raul Gardini con un'inchiesta archiviata con troppa fretta, mille buchi e clamorosi errori nelle indagini.

Questo libro entra nella scena del delitto attraverso documenti inediti e mette in fila fatti, perizie, lacune, testimonianze decisive. Un racconto attento e appassionato, minuzioso e pieno di suspense, che conduce il lettore a un passo dalla verità.

Davide Vecchi ha seguito fin dall'inizio le inchieste relative a Mps. È a processo con Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, per aver pubblicato le mail che il manager aveva inviato all'amministratore delegato due giorni prima di morire.

Un processo singolare, oggetto di interrogazioni parlamentari, del quale si è occupato anche il Global Freedom of Expression della Columbia University di New York, ritenendolo un tentativo di limitare la libertà di stampa.

Di quesdto ed altro si parlerà dunque mercoledì pomeriggio da Biffi Arte.

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(Davide Vecchi)

Pubblicato in Dove andiamo? Piacenza

Presso la "Casa della Conoscenza" di Casalecchio di Reno (BO), si è tenuto l'evento che ha premiato gli autori i cui racconti sono stati pubblicati nell'antologia edita dalle Edizioni del Loggione.

Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi

Chi è venuto da più lontano è arrivato dalla Sicilia, ma c'è anche chi ha sfidato il maltempo e si è avventurato verso il capoluogo emiliano anche dalla Puglia, dalla Toscana, dal Veneto, dal Lazio, dalla Liguria e, naturalmente, dall'Emilia Romagna. Tra loro ci sono insegnanti, ingegneri, medici, avvocati, impiegati, sportivi, studenti, mamme e artisti. Tutti con una passione in comune: la scrittura. Sono i 50 autori selezionati nel concorso letterario "Sòcc'mel, che canzone!", le cui opere sono state pubblicate nell'omonima antologia edita dalle Edizioni del Loggione.

Una selezione davvero difficile, come hanno spiegato la curatrice Lorena Lusetti e gli editori Katia Brentani e Massimo Casarini. Il bando prevedeva di ispirarsi alle canzoni di autori bolognesi e, si sa, la musica e le parole sono sempre stato uno sposalizio ben riuscito. Sarà perché entrambe sono in grado di suscitare emozioni ed evocare ricordi. I racconti inviati sono stati quasi 200, di questi, solo 50 sono entrati a fare parte del libro. Ogni autore ha interpretato a modo suo una canzone di un cantante o cantautore bolognese che ha avuto un significato particolare nella sua storia personale, oppure, nella frazione di un attimo, lo ha ispirato, magari perché proprio quella canzone stava passando alla radio.

Tantissimi i racconti ispirati alle canzoni immortali dell'indimenticabile Lucio Dalla, ma anche a quelle di Gianni Morandi, Claudio Lolli, Dino Sarti. E poi, ancora, Samuele Bersani, Cesare Cremonini, Cristina D'Avena, Andrea Mingardi, gli Stadio e gli Skiantos. Ci sono le favole e le storie d'amore, i noir e le commedie, a seconda del gusto e della creatività di ogni autore.

I racconti selezionati sono stati premiati nell'ambito di un evento che si è tenuto presso la Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno. Condotto dal giornalista Stefano Zanerini, il pomeriggio non poteva che avere come co-protagonista la musica. Sul palco, insieme ai premiati, alla curatrice e al conduttore, anche la voce straordinaria di Silvia Parma, che ha interpretato alcune delle canzoni più belle dei cantautori bolognesi.

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Al primo posto del podio "Kill Gianni" di Michel Minghetti, "Uomini" di Valentino Poppi, e "Ninna Nanna di Taverna" della giovanissima Margherita Sassoli, classe 2005 e un futuro da scrittrice. Secondo premio per ""A son sfighè e ho pure visto un marzian socc'mel" di Sandra Morara, "Non aprire mai" di Orazio Parisi e "Agosto" di Sergio Gatti. Sono seguiti, poi, i premi "Medaglia" e i premi "Pergamena" attribuiti agli altri racconti selezionati.

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Come detto, i racconti arrivati sono stati davvero tanti ed è stato impossibile includerli tutti. La casa editrice ha ritenuto tuttavia opportuno assegnare quattro Premi Speciali ai racconti "Se sono stato felice" di Claudio Guerra, "Sabato e domani tango" di Marcello Mandegni, "Ci si dimentica" di Francesca Panzacchi, "Uno che ruba anche alla luna" di Andrea Moretti.

Intanto, sul sito www.loggione.it è già pronto il bando per la seconda edizione del concorso, che ha come titolo "Sòcc mel, che viaggio" con scadenza 31 ottobre 2018.

L'antologia Sòcc mel, che canzone! si può acquistare direttamente sui siti www.loggione.it e www.kebook.it

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Pubblicato in Cultura Emilia

Continuano gli appuntamenti con la rassegna culturale "Sabato con l'Autore" del Comune di Busseto. L'ultimo incontro, che si svolto lo scorso 20 gennaio, ha avuto come protagoniste le favole dell'autrice parmigiana Daniela Conversi. Il pomeriggio al Salone Barezzi, messo a disposizione dagli Amici di Verdi che collaborano alla buona riuscita della rassegna, è stato piacevole e distensivo per tutto il pubblico presente. L'incontro è stato un connubio perfetto di letture e musica, apprezzato dal pubblico.

L'autrice, intervistata dal direttore de ilParmense.net Luca Galvani, ha letto alcuni brani delle favole contenute nel libro "La Luna dei Desideri" con accompagnamenti musicali di Vivaldi, Pachebel e Cajkovskij. Il gran finale ha visto tutti i presenti unirsi in un omaggio a Giuseppe Verdi con il canto del Va' Pensiero.

La rassegna prosegue questo sabato, 3 febbraio, con l'appuntamento con Sara Rattaro, autrice del libro "Il cacciatore di sogni". Il libro, adatto per ragazzi e adulti, racconta la storia di Albert Bruce Sabin, lo scienziato che scoprì il vaccino per sconfiggere la poliomelite. Un'avventura straordinaria che Luca, il protagonista, racconta in prima persona mettendo in luce desideri, sogni, coraggio e determinazione che solo i bambini possono avere.

"Siamo a metà del percorso che abbiamo intrapreso con questa rassegna culturale – spiega il consigliere comunale Nicolas Brigati – e siamo soddisfatti della partecipazione dei bussetani, che ringrazio. Questi ultimi due incontri, con Sara Rattaro e Guido Conti, chiuderanno in grande stile 'Sabato con l'Autore' e ci auspichiamo che la partecipazione dei cittadini sia – come sempre - numerosa". L'ultimo appuntamento sarà il 17 febbraio con la presentazione di "La profezia di Cittastella" con la partecipazione dell'autore Guido Conti.

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Fonte: Comune di Busseto)

Notte bianca dell'arte anche in Assemblea legislativa: Bottarelli espone in occasione di Artefiera. La mostra del pittore fidentino sarà aperta per tutto il week end in occasione del tradizionale appuntamento invernale. Inaugurazione venerdì alle 18, sabato aperta fino alle 22, domenica fino alle 19.

 

Un'Assemblea legislativa aperta. All'arte, ma soprattutto ai cittadini. Nasce così la partecipazione dell'istituzione ad ArteFiera, il tradizionale appuntamento invernale all'insegna dell'arte che si terrà a Bologna il primo fine settimana di febbraio. Da venerdì alle 18, infatti, il piano ammezza to del Parlamento dell'Emilia-Romagna ospiterà, all'interno del percorso di Art City, la mostra personale L'irrinunciabile ostinazione nella Pittura di Maurizio Bottarelli.

Un percorso artistico che sarà aperto per tutto il week end e, sabato, fino alle 22. "In questo modo l'Assemblea -spiega la presidente- sarà ancora più aperta ai cittadini, che potranno abituarsi a frequentare questi luoghi anche per l'arte che contengono. Un modo per l'istituzione per entrare in osmosi con i cittadini e far sì che l'arte ispiri questo processo. L'apertura serale va proprio in questa direzione: far capire che l'Assemblea legislativa è sempre a disposizione delle persone e dei cittadini".

Le opere di Bottarelli sono il frutto dei suoi viaggi in giro per il mondo, come in Australia e in Nuova Zelanda, e subiscono le influenze di questi luoghi, tra diverse culture, politiche, persino le guerre che questi posti hanno dovuto subire. Lo si capisce dai volti dipinti, "che possono essere considerati anche delle maschere, suggestionate dai posti che ho visitato e dagli episodi che questi luoghi hanno vissuto", spiega l'artista di Fidenza (Parma), uno degli artisti donatori di opere all'Assemblea legislativa, che espone in maniera permanente tutto l'anno opere di artisti emiliano-romagnoli.

La scelta delle opere di Bottarelli, operata dal curatore Sandro Malossini, non è stata semplice: "Dipingo da 50 anni: ho selezionato le opere più recenti e soprattutto quelle che ritenevo più significative della mia carriera". La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18; apertura straordinaria: venerdì 2 febbraio dalle 18 alle 21 e sabato 3 febbraio dalle 11 alle 22 in occasione della notte bianca di Art City White Night e domenica 4 febbraio dalle 11 alle 19. (Margherita Giacchi)

 

Fonte: Regione Emilia Romagna

Dal 26 gennaio al 25 febbraio, sbarca nella capitale tedesca, all'Istituto Italiano di Cultura, l'esposizione promossa dalla Fondazione Cineteca di Bologna con il sostegno della Regione

Bologna - "Partiamo da una constatazione di fatto: in questa regione è nata e si è formata gran parte dei migliori cineasti italiani". Così Renzo Renzi racchiudeva, in poche parole, l'immensa storia cinematografica dell'Emilia-Romagna, capace nei decenni di sfoderare autori come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini, Florestano Vancini, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Pupi Avati, Giorgio Diritti.
Ora la mostra promossa dalla Cineteca di Bologna con il sostegno della Regione Emilia-Romagna li raccoglie tutti e li porta a Berlino: Emilia-Romagna terra di cineasti, a cura di Gian Luca Farinelli, Antonio Bigini e Rosaria Gioia, sarà allestita all'Istituto Italiano di Cultura dal 26 gennaio al 25 febbraio.

Presentazione dei curatori
Perché alcuni dei maggiori cineasti italiani sono emiliano-romagnoli? E perché molti dei momenti più innovativi e sorprendenti della storia del cinema italiano sono avvenuti nella nostra regione? La Cineteca di Bologna, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, ha scelto di raccontare con un'esposizione la straordinaria fertilità cinematografica di queste terre.

La mostra, già svoltasi negli spazi storici della Sala d'Ercole a palazzo d'Accursio, si articola in un doppio percorso. Nella parte esterna un dialogo aperto tra pellicole, testi e testimonianze permette ai visitatori di rileggere la storia del cinema italiano da una prospettiva emiliano-romagnola, evidenziando l'affinità elettiva che da sempre lega il cinema alla nostra regione. Il pubblico può così riscoprire, o incontrare per la prima volta, film di autori come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini, Florestano Vancini, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Pupi Avati e Giorgio Diritti.

Il percorso interno tenta invece in maniera più suggestiva di interrogarsi sulle ragioni di questa straordinaria fioritura. Muovendo dalle idee e dagli spunti seminati da Renzo Renzi, che per primo si occupò del cinema emiliano-romagnolo nell'articolo che dà il titolo alla mostra, un gioco di rimandi tra film, testi e fotografie punta l'attenzione su un retroterra culturale, geografico e sociale unico, che ha fatto dell'Emilia-Romagna una regione a naturale vocazione cinematografica.

Si tratta di una mostra che invita a viaggiare, per visitare anche i grandi archivi cinematografici che la regione ospita: quello di Cesare Zavattini a Reggio Emilia, di Michelangelo Antonioni a Ferrara, di Federico Fellini a Rimini, di Pier Paolo Pasolini a Bologna o di Tonino Guerra a Pennabilli.

In quest'ottica si inserisce anche il progetto sul cineturismo, realizzato sempre in collaborazione con la Regione. Un sito web offre una mappatura dei principali film girati sul nostro territorio, proponendo dei percorsi cineturistici rivolti agli appassionati per riscoprire luoghi più o meno noti delle nostre città attraverso gli occhi dei grandi maestri.

In allegato: le città dell'Emilia-Romagna con gli autori a esse legati

Fotografi a Cannes

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"Arturo. Un Maestro in prima linea" va in scena al Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna. Dal 24 gennaio al 28 febbraio prossimi, infatti, la mostra realizzata dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna e curata dallo storico Pino Agnetti sarà esposto nei locali del Conservatorio di Bologna, in Piazza Rossini.

I pannelli, già esposti nel periodo natalizio nei locali del Parlamento regionale, raccontano dell'impegno "umanitario" di Arturo Toscanini durante la Grande Guerra: del suo "lavoro" al fronte con concerti dedicati alle truppe, del suo rifiuto di cedere nel più becero nazionalismo rifiutandosi di suonare "le musiche del nemico", ovvero le opere di autori austro tedeschi, anche quando questi si chiamavano Mozart o Wagner.

"La mostra racconta del grande valore umanistico della musica, del messaggio di pace e di amore universale che essa può portare", spiega Simonetta Saliera, Presidente dell'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna, che ricorda come "ci fa molto piacere la collaborazione con il Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna: questa è la prima tappa di un viaggio che 'Arturo. Un Maestro in prima linea' sta per intraprendere in luoghi simbolo della nostra regione, ed è bello che parta di Bologna".

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Sabato, 20 Gennaio 2018 09:56

ALAB – L'Italia s'è desta... da Palermo.

"La bellezza salverà il mondo" e Palermo ha già intrapreso la strada giusta. ALAB è il risultato concreto della felice intuizione di Pietro Muratore di creare una rete di artigiani e artisti riuniti sotto la stessa "bandiera".

da L'Equilibrista – Palermo 20 gennaio 2018 -
Palermo-5-intervista 1"Buongiorno, mi chiamo Pietro Muratore, non sono un artigiano e nemmeno un artista, per circa vent'anni ho lavorato presso la biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, per oltre cinque, presso la sovrintendenza Archivistica per la Regione Toscana agli Uffizi fino a settembre nel 1993, anno dell'attentato in cui ho coordinato il volontariato per il recupero dei documenti. Ho completato poi il mio percorso lavorativo presso l'Archivio di stato di Palermo, appunto nel centro storico di Palermo e qui ho fatto parte di varie Associazioni seguendo tante iniziative, dove ho avuto l'opportunità di conoscere artigiani e artisti ed è cosi che ho creato ALAB."

In questa breve intervista il Sig.Pietro ha cercato di far comprendere quanto sia centrale il valore delle persone e quanto ci sia ancora bisogno del cosiddetto "sapere fare", proprio nelle nostre vite per non perdere la nostra grande storia e tradizione italiana.

A.L.A.B. (ASSOCIAZIONE LIBERI ARTIGIANI/ARTISTI BALARM) si occupa di promuovere iniziative di scambio e di incontro, contribuendo con ogni mezzo alla difesa ed incentivazione dell'arte e dell'artigianato. E allo scopo realizza eventi, incontri didattici, stage, mostre, iniziative pubbliche e mercati tematici, promuovendo cosi una presenza visibile ed una sua diffusione significativa dell'artigianato locale.

L'associazione A.L.A.B. attraverso i suoi artigiani-artisti propone un percorso di rinascita che coinvolge una parte della Palermo antica dove la rassegnazione e il degrado lasciano lentamente il posto al coraggio e alla rinnovata bellezza.

Palermo-3 1L'associazione A.L.A.B. sottolinea l'aspetto "deontologico" che si focalizza in alcuni principi importanti: correttezza, impegno e consapevolezza. È per questo che si assiste ad un qualcosa che è più di un lavoro; è soprattutto la partecipazione ad un progetto di riqualificazione urbana che coinvolge anche i cittadini i quali, attraverso un contributo, acquisiscono un manufatto di A.L.A.B. partecipando, in questo modo, a una rete diffusa di micro economia.

Se da una parte si crea sviluppo e economia, dall'altra queste persone hanno promosso una fondamentale funzione di presidio su di un territorio altrimenti abbandonato e che non avrebbe rispecchiato le antiche specializzazioni della Palermo colta, storica e gloriosa.

La tutela dei beni monumentali passa per una volta in secondo piano perché occorre salvaguardare gli aspetti socio economici che caratterizzano un tessuto urbano e storico, patrimonio di tutta la città di Palermo che testimonia la grande manifattura che l'Italia ha sempre saputo esprimere e che oggi vuole riscoprire nelle sue radici antiche.

A.L.A.B. è il motore propulsivo della nascita di varie botteghe artigianali-artistiche, espressione concreta di quello che è da sempre il suo impegno, accomunate dall'intraprendenza e dalla volontà di creare marchi riconoscibili e di qualità, un approccio decisamente moderno che volta le spalle alle repliche senza anima che la manifattura industriale a basso costo sta proponendo da anni.

Oggi, settanta laboratori e trecento soci danno vita ad oggetti d'arte ed innovazioni che i palermitani e turisti possono trovare grazie ad un itinerario che li porta alla scoperta di quel che c'è di autentico e veramente locale.

Un prodotto artistico – artigianale, è un prodotto creativo ovvero diretta espressione della ricerca personale e della sensibilità di chi lo ha pensato e realizzato. Si insinua perfettamente tra il prodotto artigianale e la creazione artistica, riuscendo a valorizzare un mestiere in cui si fondano perfettamente manualità ed intelletto che convivono nell'intero ciclo di produzione.

La Palermo che non ti aspetti, fra cibi, tradizioni e cultura, evolve sulla sua storia segnata dai passaggi di grandi civiltà antiche. Fenici, Greci, Bizantini, dominazioni Islamiche, splendori Normanni e le dinastie Sveve hanno anticipato le future impronte Angioine per arrivare alle più recenti influenze Spagnole e Borboniche che hanno contribuito via via a arricchire e impreziosire la cultura palermitana e il culto consapevole della bellezza.

Un esempio di concreta applicazione della celebre frase di Fëdor Dostoevskij: "La bellezza salverà il mondo", che appare nel libro "L'idiota", considerato uno dei massimi capolavori della letteratura russa.

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Mercoledì, 17 Gennaio 2018 11:07

Cultura 2020 - Tre città emiliane tra le 10 finaliste

Parma, Reggio Emilia e Piacenza sono entrate tra le dieci finaliste selezionate dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2020.

A renderlo noto è lo stesso Minsitero dei Beni Culturali che precisa inoltre la data della assegnazione che vedrà la presenza del Ministro Dario Franceschini. il prossimo 16 febbraio durante una cerimonia pubblica.  

"Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo annuncia le dieci città che si contenderanno il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.
Le città della short list arrivano in finale superando le altre 21 candidate al bando dello scorso maggio e ora dovranno presentare il proprio progetto nel corso delle audizioni della Commissione presieduta da Stefano Baia Curioni. La città vincitrice potrà rappresentare per un anno la nuova offerta culturale e turistica nazionale, attuando il proprio progetto grazie al contributo statale di 1 milione di euro.
L'iniziativa, istituita con la Legge Art Bonus per il periodo 2015 – 2018 per valorizzare la progettualità delle candidate italiane a Capitale Europea della Cultura 2019 e divenuta stabile con la Legge di Bilancio 2018, è volta a sostenere e incoraggiare cartelloni di eventi e attività capaci di far recepire in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l'integrazione, la creatività, l'innovazione, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo.
Il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 sarà assegnato, come di consueto, nell'ambito di una cerimonia pubblica nella sede del Ministero, a Roma, in via del Collegio Romano 27, il prossimo 16 febbraio alle ore 11.00 alla presenza del Ministro Dario Franceschini.

Roma, 15 gennaio 2018"

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Nell'ambito del progetto espositivo LaZona, che ha visto in questi mesi alternarsi al Centro Cinema Lino Ventura varie esposizioni di artisti parmigiani, sarà allestita presso l'Oratorio Novo della Biblioteca Civica del Comune di Parma fino a metà marzo, la mostra di quadri dell'artista parmigiano Lorenzo Dalcò dal titolo "Citinzenry".

Nei suoi dipinti Lorenzo Dalcò parla dell'operare che compie il colore quando incontra il 'debole disagio delle strutture architettoniche che costituiscono le facciate degli edifici' quali si presentano con il canone prospettico. Queste architetture sono sottoposte ad una tale espressione coloristica che le fa apparire instabili, oscillanti, indifese. Le forze degli elementi della natura celeste, il cielo, là dove risiede la potenza coloristica mette in crisi ogni struttura architettonica. Tempeste di colore incombono sul debole codice costruttivo. Sovente queste facciate vengono contaminate dal conflitto che avviene sopra di esse tanto che le luci e le ombre si assentano così come le persone, gli individui. Talvolta le strade umide di pioggia colorata si accendono di lampi argentei.
L'artista è preso e sorpreso nel e dal colore che lo fa dipingere, entrando in dialogo con le cose prepotentemente. Vedute coloristiche urbane è il senso di queste 'cose pittoriche'.

Modalità di accesso mostra Oratorio Novo (vicolo Santa Maria, 5): è possibile richiedere di visitare la mostra contattando il numero 0521/031002 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 11.30 alle 13.30).

Lorenzo Dalco', pittore polivalente, è nato a Parma e vive e lavora a Collecchio. Da sempre affascinato dalle arti figurative, ha iniziato, autodidatta, a lavorare con l'acquerello. Produce quadri di grosso formato, astratti e non, utilizzando smalti e acrilici.

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Partecipazioni
1994- vincitore del 1° premio del "Quadro di piccolo formato Città di Parma" a Colorno
1999 -"vincitore del 2° premio del "17° Concorso di Pittura Estemp. sez. Giovani" Soragna
2003 - selezionato sul catalogo Virgilio "35under35" Brindisi
2005-copertina del mensile "il caffè del teatro"

Mostre personali:
"The Smell Of Summer Rain" Optissimo, Parma
2003 - "METAL WOODS" Galleria Centro Immagini Contemporanee, Basilicanova (testo critico Fabrizio Sabini)
"Gettare Ponti" rocca Sanvitale Sala Baganza (testo critico Marzio Dall'acqua)
2008 - "Arabeschi" spazioarte Parma (testo critico Daniela Carlevaris)
2010 - "Opere 2000-2010" Villa Soragna Collecchio (testo critico Elisabetta Bernardelli)
2013 - "Urbanesimo" centro immagini contemporanee (testo Fabrizio Sabini)

Mostre Collettive:
1998 - Quotidiana Mundus, Padova
2001 - "Natura In Posa" Galleria U.C.A.I. Parma
"Under30" Crema
2002 - "Operabuona", Reggio Emilia
"Caos e Comunicazione", Parma
2003 - "Alfa e Beta", Langhirano
2005 - "I Giganti di Palazzo Bentivoglio" Gualtieri
2008 - "Rintracciarti" Palazzo della Ragione, Mantova
2012 - "Artemergenza" Ateliers Viaduegobbitre per un aiuto ai terremotati, Reggio Emilia

Hanno scritto di lui: Fabrizio Sabini, Stefania Provinciali, Marzio Dall'acqua, Chiara Serri, Annalisa Corradi, Mauro Nuzzo, Daniela Carlevaris, Camillo Bacchini e Manuela Bartolotti

Pubblicato in Dove andiamo? Parma
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