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L'uomo, nei confronti del quale era stata emessa una misura cautelare in carcere, era l'ultimo dei soggetti che, unitamente ad altre quattro persone, tra le quali anche Alessandro Bitonti, erano state arrestate dalla Squadra Mobile con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso il 6 marzo scorso -

 

Modena, 4 aprile 2014 -

Nel pomeriggio di ieri personale della I sezione della Squadra Mobile ha proceduto a tradurre presso la locale casa circondariale cittadina Paolo Raviola, nato a Varese nel 1963.
L'uomo, nei confronti del quale era stata emessa una misura cautelare in carcere, era l'ultimo dei soggetti che, unitamente ad altre quattro persone, tra le quali anche Alessandro Bitonti, erano state arrestate dalla Squadra Mobile con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso il 6 marzo scorso.
Le indagini svolte hanno evidenziato che Raviola abbia trascorso la latitanza nelle zone comprese tra Porto Garibaldi ed i lidi Ferraresi dove dovrebbe aver avuto, tra l'altro, anche l'appoggio di alcuni suoi conoscenti. L'uomo, in particolare, dovrebbe aver soggiornato in un appartamento ubicato presso il Lido degli Estensi ed all'interno di una barca attraccata a Porto Garibaldi.
Gli agenti, al fine di rintracciarlo, hanno svolto numerose perquisizioni anche a Varese, zona di origine del latitante.
Nella giornata di ieri, infine, Raviola si è costituito in Questura presso la Squadra Mobile.

 

(Fonte: Questura di Modena)

 

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In un negozio di via Torricella ragazzo di 14 anni di nazionalità cinese, impegnato a svolgere attività di vendita dietro il bancone e sprovvisto di qualsiasi documento -

 

Piacenza, 4 aprile 2014 -

Il servizio di monitoraggio avviato nel settembre scorso dalla Polizia Municipale sugli esercizi commerciali ubicati nella zona di via Roma e via Alberoni ha permesso, agli agenti della sezione Giudiziaria del Corpo, di accertare alcune violazioni penali a seguito delle prime verifiche effettuate presso un negozio di via Torricella.
Durante un controllo avvenuto il 6 settembre scorso, erano infatti emerse alcune irregolarità riguardanti il contratto lavorativo di tre persone impiegate all'interno dell'esercizio. In particolare, era stata rilevata la presenza di un ragazzo di 14 anni di nazionalità cinese, impegnato a svolgere attività di vendita dietro il bancone e sprovvisto di qualsiasi documento che attestasse una sua eventuale assunzione alle dipendenze del negozio.
La titolare, una cittadina cinese 25enne, residente a Reggio Emilia, è stata rinviata a giudizio per violazione della legge 977 del 1967 contro lo sfruttamento del lavoro minorile. La normativa prevede l'arresto fino a sei mesi e una sanzione pecuniaria pari a 2500 euro.
Dall'indagine, chiusa nei giorni scorsi, sono emerse a carico della donna altre violazioni amministrative, per aver impiegato a tempo pieno personale assunto con contratto a tempo parziale.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

 

Si ampliano e migliorano le funzioni del sistema di autodetector, che ora verrà utilizzato nelle serate di movida per contrastare la sosta selvaggia e la violazione a norme di comportamento al codice della strada -

 

Parma, 4 aprile 2014 -

Durante le serate della movida le strade cittadine si popolano troppo spesso di auto in sosta vietata e parcheggi selvaggi, che violano il codice della strada. Il lavoro dell'autodetector, che consente di intercettare le auto in circolazione ma sottoposte a fermo amministrativo quindi di proprietà di evasori fiscali, ora si amplia. Il sistema, che in due mesi ha già ha riportato notevoli risultati, uno fra tutti, il 45enne felinese ma domiciliato a Parma che aveva collezionato ben 110.000€ di sanzioniverrà utilizzato anche nell' Oltretorrente, per multare soste e altri illeciti nelle strade della movida, come via D'Azeglio.

La Polizia Municipale di Parma utilizzerà infatti, nelle serate di movida, il sistema automatico di rilevamento, autodetector (al cui funzionamento sovrintende l'operatore responsabile del servizio), in alcune vie strategiche della zona Oltretorrente e simili, come via D'Azeglio, per contrastare la sosta selvaggia e la violazione a norme di comportamento al codice della strada e tutti quei comportamenti che causano disagio e intralcio, come già sperimentato in altre grandi città come Torino.

L'utilizzo dell'autodetector, insieme ai sistemi di videoripresa, consentirà di accertare e fronteggiare quei tipi di violazioni che pongono una serie di difficoltà ad una verbalizzazione diretta, ad esempio le soste in seconda fila e quelle di intralcio in corsia, soprattutto dove il fenomeno assume proporzioni incontrollabili e ripetute in alcune delle più frequentate e trafficate strade urbane, come quelle afferenti alla movida.

Nelle situazioni generate dagli avventori indisciplinati il supporto tecnologico può migliorare l'efficacia degli interventi della PM sul territorio, una attività che potrà poi essere implementata anche dalla predisposizione di uno specifico servizio di rimozione dei veicoli.

 

(Fonte: Comune di Parma)

 

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Nel corso delle verifiche effettuate effettuate da Questura, Polizia Municipale e Direzione Provinciale del Lavorosono state contestate diverse violazioni -

 

Modena, 3 aprile 2014

A seguito di una verifica congiunta effettuata da Questura, Polizia Municipale e Direzione Provinciale del Lavoro è stato sottoposto a controllo amministrativo il circolo privato denominato "Tube", ubicato in città, in via del Lancillotto.
Nel corso delle verifiche sono state contestate tre violazioni inerenti l'impiego arbitrario di lavoratori non assunti regolarmente. E', pertanto, scattato un provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale a carico del circolo con decorrenza 31 marzo u.s. . Il provvedimento cesserà laddove verrà regolarizzata la posizione dei lavoratori in questione e verrà pagata una sanzione aggiuntiva pari a € 1.950,00. Nei prossimi giorni verrà redatto un altro specifico verbale amministrativo legato ad ogni singolo lavoratore non in regola per un totale pari a circa € 10.000,00.
Nel corso delle verifiche, poi, sono state contestate altre cinque violazioni riguardanti l'arbitraria trasformazione del circolo privato in locale pubblico (€ 5.000,00), la mancanza della certificazione di impatto acustico (€ 516,00), l'accesso al locale consentito anche ai non soci (€ 1032,00), la violazione del regolamento di Polizia Urbana in merito al fatto che la musica emessa era udibile in pubblica via oltre la mezzanotte (€ 50,00) e lo svolgimento di un intrattenimento danzante nonostante la sospensione della relativa licenza (sanzione da determinare da parte dell'Autorità competente).
Giova, infine, sottolineare che il presidente del suddetto circolo privato, P.A., nato a Zurigo nel 1975, è stato denunciato in stato di libertà per aver consentito l'accesso di 760 persone all'interno del locale, vista la mancanza dei requisiti di sicurezza ai sensi degli artt. 80 del TULPS e 681 del codice penale.
La verifica è stata effettuata la notte del 30 marzo scorso ed hanno partecipato 15 operatori coordinati dal dirigente la Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura.

 

(Fonte: ufficio stampa Questura di Modena)

 

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Il provvedimento giunge a causa del mancato pagamento dell'occupazione di suolo pubblico, pari a circa 50 mila euro dovuti al Comune -

 

Parma, 2 aprile 2014 -

Chiuso ormai da diversi mesi, questa mattina la Polizia Municipale ha messo in atto il provvedimento di pignoramento all'interno del Bar Trattoria del Governatore, in Piazza Garibaldi. Domani le operazioni proseguiranno e vedranno gli addetti del Comune smontare anche il dehors. L'azione riguarda il mancato pagamento da parte dei proprietari per lo spazio del plateatico, che si attesterebbe a circa 50 mila euro.

 

La nota del Comune -

Fa seguito ad un'ordinanza del Comune l'intervento degli agenti di polizia municipale nel dehors del Bar Trattoria del Governatore in piazza Garibaldi, questa mattina, e la sua recinzione; nella giornata di domani, giovedì 3 aprile 2014, il dehors verrà rimosso.

Si tratta di un provvedimento che giunge dopo che i competenti uffici comunali avevano ingiunto, a più riprese, ai proprietari di saldare i conti relativi al mancato pagamento dell'occupazione di suolo pubblico, pari a circa 50 mila euro, dell'esercizio, per altro, chiuso ormai da mesi.

A fronte dell'inerzia dei proprietari, il Comune ha previsto, quindi, l'adozione dell'ordinanza che ha comportato l'intervento degli agenti di polizia municipale del nucleo commercio che hanno inventariato e fatto trasportare ai magazzini comunali quanto presente all'interno del dehors stesso.

I proprietari avranno la possibilità di ripristinare il dehors, una vola che si siano messi in regola, saldando i debiti arretrati con il Comune.

Le operazioni proseguiranno nella giornata di domani, quando gli addetti del Comune smonteranno il dehors per portarlo ai magazzini comunali a disposizione dei proprietari, una volta che avranno provveduto a regolarizzare la loro posizione nei confronti del Comune.

 

 

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Le indagini dell'Arma di Reggio Emilia hanno rivelato che l'azione intimidatrice a scopo estorsivo interesserebbe diversi professionisti reggiani -

 

Reggio Emilia, 2 aprile 2014 di Ivan Rocchi -


Non era stato il gesto di un imprenditore disperato, ma solo uno dei tentativi di estorsione operati da un calabrese residente a Reggio Emilia. L'uomo il 18 febbraio scorso aveva sequestrato un noto commercialista reggiano nel suo studio e lo aveva minacciato con una pistola colt calibro 380, pretendendo 1.000 euro. Il malvivente, arrestato dalla Polizia, aveva però ottenuto il beneficio dei domiciliari, lamentando uno stato di grave sofferenza economica e problemi famigliari. Stando alle ulteriori indagini dei Carabinieri reggiani, non poneva però fine alla sua condotta delittuosa.
Le indagini dell'Arma di Reggio Emilia hanno infatti rivelato che l'azione intimidatrice a scopo estorsivo non riguardava esclusivamente il commercialista, ma interesserebbe diversi professionisti reggiani. Il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, accogliendo le richieste della competente Procura, ha emesso un'ordinanza di aggravamento della misura cautelare nei confronti del 47enne calabrese. Ieri mattina l'uomo è stato quindi prelevato dalla sua abitazione e condotto in carcere.

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Il decreto è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto e i beni sono riconducibili ad un imprenditore di origine pugliese - 

 
 
Modena, 2 aprile 2014 -
 
La Dia di Bologna, Direzione investigativa antimafia, ha eseguito ieri un decreto di sequestro per beni mobili e immobili del valore di oltre 5 milioni di euro. Il decreto è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto e i beni sono riconducibili ad un imprenditore di origine pugliese, pregiudicato e residente nel Modenese. 
 
Il comunicato della Regione -

“È un altro segnale forte contro le mafie che arriva nella nostra regione, una conferma del fatto che qui nessuno resta a guardare inerme di fronte all’infiltrazione criminale in una società ricca e quindi appetibile per i capitali sporchi”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, dopo l’operazione della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Bologna che ieri mattina ha predisposto il sequestro di beni per un valore di oltre 5 milioni di euro riconducibili a un imprenditore 48enne, pregiudicato, di origine pugliese, residente in provincia di Modena.

“Come Assemblea legislativa e come Regione- prosegue Costi- abbiamo approvato le leggi per prevenire il radicamento delle mafie e per la promozione della cultura della legalità, coinvolgiamo decine di migliaia di giovani e studenti in progetti sui diritti e, appunto, la legalità, ma come ho affermato pochi giorni fa in occasione della Giornata dedicata alle vittime delle mafie, è fondamentale che il fronte sia unico, che siano insieme istituzioni, magistratura, forze dell’ordine e cittadini e che il nostro lavoro di legislatori si saldi con un forte lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, soggetti che soprattutto oggi voglio tornare a ringraziare. Ognuno faccia la sua parte e ognuno si senta parte di un insieme, di uno Stato che non può permettersi di arretrare. E non dimentichiamo i sindaci, vere e proprie sentinelle sui territori, i primi a dover interpretare i segnali della presenza mafiosa: noi siamo con loro”.

 

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I dati aggiornati dei sistemi Mude e Sfinge. Le unità abitative coinvolte sono 10 mila e 500, per oltre 17 mila e 500 abitanti. Le richieste delle imprese hanno raggiunto quota 923 per 853 milioni di cui 218 già concessi -

 

Bologna, 27 marzo 2014 –

Sono quasi 2800 le ordinanze emesse presso gli istituti bancari per il pagamento dei contributi per la riparazione delle abitazioni. Ad oggi, infatti le ordinanze per la liquidazione bancaria hanno raggiunto esattamente quota 2.763 per un importo di 151 milioni e 320mila euro: le unità abitative coinvolte nelle pratiche accettate ammontano a 10.533 per un totale di oltre 17 mila e 500 abitanti interessati. Sono questi i dati relativi alla ricostruzione registrati dal sistema Mude (Modello unico digitale per l’edilizia) relativo alle abitazioni e dal sistema telematico Sfinge per quanto riguarda le imprese colpite dal sisma del maggio 2012.
Abitazioni
I dati estrapolati dal sistema Mude registrano 3.192 richieste di contributo in lavorazione da parte dei professionisti e dei Comuni. Queste si aggiungono alla 3.977 domande già depositate e protocollate presso i Comuni. I contributi concessi ammontano a oltre 371 milioni e 590 mila euro. Nel totale è compresa anche una quota di 2.621 immobili a uso produttivo (445), commerciale (1.078), uffici (634) e depositi (628).
Imprese
Le richieste di contributo, registrate dal sistema telematico Sfinge, sono 923, equivalenti a 853,9 milioni di euro. Ben 455 sono i decreti di concessione del contributo approvati (per circa 218,9 milioni, di cui oltre 51 milioni in liquidazione). Le richieste sul fondo Inail (prima, seconda e terza finestra di domande), riguardanti le imprese che abbiano carenze strutturali nei capannoni e per le quali occorra intervenire per aumentarne la sicurezza, sono oggi 737 per un contributo complessivo di 24,2 milioni di euro (già assegnati a 415 imprese risorse per 11,6 milioni).
Finanziate 943 imprese sul bando Por Fesr (sviluppo e occupazione) per circa 83 milioni: attesi per circa 2.000 nuovi posti di lavoro.

 

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Le indagini hanno portato a smascherare la truffa che, per i soli due anni presi in esame, superava i diecimila euro. Il veterinario ha patteggiato dieci mesi di reclusione -

 

Parma, 26 marzo 2014 -

 

Un rapporto basato sulla fiducia e sulle credenziali che la professione di veterinario gli garantiva, quello instaurato da diversi comuni dell’ Emilia Romagna, di cui sette piacentini, con la struttura di ricovero e pensioni per cani, gestita da un veterinario di San Secondo.

E’ stata la segnalazione di una dipendente dell’anagrafe canina di un Comune della Provincia di Piacenza che ha portato il personale del Nucleo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Parma ha scoprire la truffa. I Comuni truffati pagavano al canile il mantenimento per i cani assistiti, che venivano trasferiti presso la struttura di San Secondo per poi essere adottati, inconsapevoli di continuare a pagare anche all’avvenuta adozione o morte degli animali. Il canile continuava così a percepire la retta per il loro mantenimento, che a secondo della convenzione ammontava a circa 3 euro al giorno per esemplare. 

Le indagini hanno portato a smascherare la truffa che, per i soli due anni presi in esame, superava i diecimila euro. La documentazione sequestrata ha rilevato anche irregolarità sui registri, cancellature e false dichiarazioni che attestavano il conferimento dei cani mesi o addirittura anni dopo rispetto a quando fossero realmente usciti e non più in carico alla struttura. Il veterinario inoltre si era cancellato dall’ Albo professionale per raggiunti limiti di età contributiva e, pur non essendo più iscritto all'ordine dei veterinari di Parma, continuava tranquillamente ad esercitare la professione facendo operazioni chirurgiche, inoculando microchip e prescrivendo farmaci. Per questo motivo è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per abusivo esercizio della professione medico veterinaria.

Il veterinario ha concordato con il Pubblico Ministero il patteggiamento per truffa aggravata, falso ideologico, falso materiale, falso in certificati e abusivo esercizio di professione, per una pena complessiva di dieci mesi di reclusione e poco meno di 500 euro di multa, pena sospesa per la condizionale.

 

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Magra consolazione per i 58 lavoratori impiegati, che riceveranno incentivi se si trasferiranno in provincia di Bergamo -

Reggio Emilia, 25 marzo 2014 - Ivan Rocchi


Si è conclusa ieri la vertenza alla Capriolo Venturini, una delle imprese storiche della provincia reggiana nel settore delle arti grafiche. E sicuramente molti dei 58 lavoratori occupati nello stabilimento di San Martino in Rio non saranno soddisfatti del risultato. Alla fine il Gruppo Pozzoni, che nel 2011 aveva acquisito l'azienda, ha deciso la sua chiusura e il trasferimento delle attività produttive da San Martino alla sede centrale del gruppo, che si trova a Cisano Bergamasco.
Tutto è iniziato il 18 febbraio scorso, quando la proprietà aveva cominciato a far smontare le macchine e i lavoratori si erano opposti a questo smantellamento. Poi è partita la trattativa, che ha visto i lavoratori di San Martino in Rio presidiare lo stabilimento per tre settimane a salvaguardia del posto di lavoro e degli impianti produttivi. Nonostante queste azioni e il diretto interessamento dei sindacati e della Provincia di Reggio Emilia, in un incontro che si è tenuto giovedì scorso il Gruppo Pozzoni aveva dichiarato di non essere più interessata al mantenimento del sito produttivo di San Martino, anche a fronte dell'eventuale riduzione del canone di locazione da parte della Civi Holding, proprietaria della sede.
L'epilogo della vicenda è arrivato ieri mattina nella sede della Provincia, dove si è svolto l'incontro tra Maurizio Vercelli, direttore delle Risorse Umane della Capriolo Venturini, Vanni Salatti, funzionario del Servizio lavoro della Provincia, le organizzazioni sindacali Fistel-Cisl e Slc-Cgil di Reggio e le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) dello stabilimento di San Martino in Rio. Alle 13.30 è arrivato l'accordo, che istituisce qualche tutela per i lavoratori.
"In particolare – spiegano i sindacati in un comunicato -, siamo riusciti a garantire il termine della cassa integrazione straordinaria al 1 dicembre e alla fine l'eventuale mobilità incentivata per quei lavoratori che non seguiranno l'azienda. In più, ci sarà un tetto alle giornate di trasferta per un massimo di 20 lavoratori, da effettuare entro la fine di settembre, e condizioni di miglior favore rispetto al contratto nazionale per eventuali lavoratori che decidano di trasferirsi definitivamente a Cisano Bergamasco".
"L'impegno profuso da tutti i partecipanti alla vertenza per tenere sul territorio il sito produttivo di San Martino purtroppo non è riuscito – prosegue il comunicato -, anche per la decisione di una azienda che aveva probabilmente già pianificato tutto a partire dall'acquisizione nel 2011 della Capriolo Venturini, operazione reiterata in tutto il territorio nazionale. La responsabilità sociale di questi gruppi è praticamente nulla. Crediamo che una legge o che la partecipazione dei livelli sindacali nazionali anche a fronte dei rinnovi dei contratti di lavoro possa costituire una soluzione a questo problema, per evitare il verificarsi di impoverimenti produttivi e occupazionali del nostro territorio".

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