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Nel corso della notte appena trascorsa, personale della Squadra Volante di Modena ha tratto in arresto due cittadini stranieri, un trentasettenne palestinese e un trentunenne tunisino, responsabili del reato di tentato furto aggravato in concorso.

Gli agenti sono intervenuti in via Marianini, presso la pizzeria "Pizza ed altro" a seguito di segnalazione alla linea di emergenza da parte di un residente che aveva sentito rumori sospetti provenire dall'interno del locale.

Alla vista della Polizia, i due si sono dati a precipitosa fuga dirigendosi verso il retro del ristorante in via Ruffini, dove però una pattuglia intervenuta in ausilio è riuscita a bloccarli.

I due stranieri, per mezzo di un palanchino, trovato in terra nelle immediate vicinanze, avevano prima forzato e danneggiato una finestra scorrevole del locale poi la porta antipanico e le inferriate per avere accesso al locale.

I due malviventi, clandestini con numerosi precedenti a proprio carico per reati contro il patrimonio, in materia di stupefacenti e di immigrazione, sono stati trattenuti presso le celle di sicurezza in attesa del processo con rito direttissimo.

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Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto un cittadino albanese di anni 40 per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

A seguito di ripetuti servizi di controllo gli agenti hanno identificato un'abitazione in via Toscanini meta di transiti e continui via vai di tossicodipendenti.

La perquisizione all'interno della abitazione dell'uomo ha dato esito positivo, in quanto sono stati trovati 79,6 grammi di cocaina e denaro contante per un importo di 800,00 euro, probabile provento di spaccio.

La droga era occultata all'interno di due orsacchiotti bianchi di peluche.

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Migliorano le condizioni della donna di 44 anni, italiana, aggredita martedì notte in via Graziani a Modena e ricoverata al Policlinico di Modena, ne da notizia l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.

La donna era giunta al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena (non all'Ospedale Civile di Baggiovara come erroneamente indicato in alcune notizie di stampa), diretto dal dottor Antonio Luciani, con un importante trauma facciale la notte di martedì 3 aprile e subito ricoverata. Oggi è stata operata al volto dall'equipe di Chirurgia Cranio Maxillo - Facciale, diretta dal prof. Luigi Chiarini. L'intervento è riuscito e la donna rimarrà ricoverata alcuni giorni al Policlinico di Modena.

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Si tratta di Enrico Manfredini, 61 anni, di Nonantola, appassionato di viaggi e membro di un'associazione che organizza traversate nel Sahara. I dodici turisti, 7 svizzeri e 5 italiani, sono stati liberati dai militari lunedì con un blitz.

MODENA – C'è anche un modenese tra i dodici turisti, sette svizzeri e cinque italiani, presi in ostaggio da una banda di separatisti in Camerun. Si tratta di Enrico Manfredini, 61 anni, di Nonantola, ex insegnante, grande appassionato di viaggi ed esperto viaggiatore. Manfredini, infatti, fa parte di un'associazione che organizza traversate del Sahara ed è stato in Africa un centinaio di volte.

I turisti europei facevano parte di un gruppo che era partito alla volta del Camerun con l'organizzazione African Adventure Group e stava effettuando un'escursione ai Twin Lakes quando è stato fermato e preso in ostaggio nei pressi di Moungo-Ndor da un gruppo di separatisti armati.

Una nota arrivata dal Ministero della Comunicazione del Camerun ha fatto definito i sequestratori "una banda di terroristi armati", da tempo attiva nella zona di Nguti, nel sud ovest del paese. I turisti sarebbero stati liberati lunedì, insieme a sei consiglieri municipali, grazie a un'operazione militare, durante la quale, continua la nota governativa, "decine di miliziani sono stati neutralizzati e sono state sequestrate grandi quantità di armi, munizioni e droga". I dodici turisti stanno bene e, a parte la grande paura, nessuno ha riportato danni fisici.

La zona occidentale del Camerun è anglofona, a differenza del resto del paese, ed è attualmente area di scontri tra i separatisti, che vogliono l'indipendenza, e il governo centrale. La situazione è peggiorata ulteriormente dopo che, lo scorso 1° ottobre, con atto di sfida, i ribelli hanno proclamato la nascita dello "Stato di Ambazonia", che ha fatto aumentare il numero di sequestri, di attacchi e di interventi militari, che oltre a raid e restrizioni sugli spostamenti, hanno imposto anche il coprifuoco.

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L'episodio in via Graziani, alle porte del centro storico, martedì notte. La vittima è una 44, ricoverata al Policlinico di Modena in prognosi riservata. L'aggressore, un 40 enne italiano, ha precedenti per percosse.

MODENA – Ha infierito su di lei fino a fracassarle il volto a pugni e calci, lasciandola poi esanime sull'asfalto in un lago di sangue. Al punto che egli stesso ha chiamato la Polizia credendo di averla uccisa. La brutale aggressione è avvenuta martedì sera in via Graziani, alle spalle di via Ciro Menotti e a pochi passi dal centro storico. La vittima è una 44 enne, che conosceva l'aggressore, un 40 enne italiano con precedenti per atti di violenza, maltrattamenti e percosse.

Al ricevimento della chiamata, la Polizia si è recata sul posto indicato dallo stesso aggressore, che nel frattempo si era allontanato, insieme a un'unità del 118. La scena che si è presentata ai loro occhi era davvero terribile: la donna giaceva immobile a terra, con il volto coperto da una maschera di sangue. Dopo avere appurato che, per fortuna, era ancora viva ed averla stabilizzata, i sanitari l'hanno trasportata d'urgenza all'ospedale di Baggiovara, dove è tutt'ora ricoverata in prognosi riservata per le numerose fratture alle ossa del volto.

Pochi minuti dopo, gli agenti della Polizia hanno rintracciato nelle vie limitrofe anche l'aggressore, che vagava in stato confusionale e in preda all'agitazione. Sui suoi abiti, anche evidenti segni dell'atto di violenza ai danni della 44 enne. L'uomo è stato quindi condotto in Questura e per lui è scattato il fermo di polizia giudiziaria per tentato omicidio, anche alla luce nel suo passato violento.

Secondo la ricostruzione dei fatti, l'aggressore e la vittima si conoscevano e, probabilmente, tra loro c'erano stati precedenti diverbi. La donna, martedì notte, si sarebbe trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato. Mentre percorreva via Graziani in sella alla sua bicicletta, si sarebbe imbattuta nel 40 enne, che avrebbe cominciato prima a insultarla, per poi passare dalle parole ai fatti. Prima avrebbe colpito la 44 enne con un pugno in pieno viso, facendola rovinare a terra, poi, mentre la donna tentava di rialzarsi, l'avrebbe tramortita sferrandole pugni e calci con una violenza inaudita. Infine, quando la poveretta aveva perso le forze per lottare, l'avrebbe poi afferrata per i capelli e le avrebbe sbattuto la faccia contro l'asfalto fino a farle perdere i sensi.

Solo dopo averla vista immobile, l'uomo in un momento di lucidità e, forse rendendosi conto della furia con cui aveva infierito sulla conoscente, temendo di averla ammazzata, ha chiamato la Polizia.

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Giovedì, 05 Aprile 2018 11:02

Pugni e calci per rapinare un 16enne: arrestato

Nel tardo pomeriggio di ieri, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino tunisino di anni 28, responsabile del reato di rapina.

Il tunisino, dopo aver avvicinato all'interno del parco Novi Sad di Modena un ragazzo pakistano di anni 16, lo ha colpito con pugni e calci, facendolo rovinare a terra, per poi sottrargli il telefono cellulare e darsi alla fuga.

Gli agenti che si trovavano nelle immediate vicinanze perché alcune persone poco prima avevano segnalato in zona la presenza di una persona molesta, hanno inseguito il tunisino e lo hanno bloccato in via Berengario.

Lo straniero, censurato ed irregolare sul territorio nazionale, dopo le formalità di rito, è stato trattenuto presso le celle di sicurezza, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo. È stato, altresì denunciato in stato di libertà per i reati di danneggiamento, lesioni e immigrazione clandestina.

La vittima è stata refertata presso il locale Policlinico e dimessa con prognosi di 25 giorni per trauma al rachide lobare e trauma orbitale.

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Venerdì, 30 Marzo 2018 15:21

La lavandaia più anziana d'Italia è di Parma

Giuseppina Fontana, 91 anni la più anziana lavandaia d'Italia ed è stata intervistata ieri in diretta su Quinta Colonna (Rete 4).

Nata a Palanzano nel lontano 1927, è la titolare della stireria lavanderia Biancaneve (via Ferdinando Galli Bibiena, quartiere Montanara). Ancora in attività, ha aperto nel 1966 e, in quello stesso anno, si è associata a Confartigianato Imprese (all'epoca Associazione Provinciale Liberi Artigiani – Apla).

Ieri sera, alle 23 circa, la signora Fontana è stata in diretta su Rete 4, intervistata dai giornalisti di Quinta Colonna, il programma di attualità condotto da Paolo Del Debbio.

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I Carabinieri del Comando di Carpi, in collaborazione con i Nas di Parma, hanno messo i sigilli a un locale etnico e sequestrato 70 kg di carne e pesce scaduti. Multa di 8 mila euro per la titolare.

CARPI (MO) – La carne e il pesce con data di scadenza Maggio 2017 erano ancora conservati in cucina e, probabilmente, in attesa di essere cucinata e servita i clienti. I Carabinieri del Comando di Carpi, in collaborazione con i Nas di Parma, nella serata di mercoledì 8 marzo, ne hanno così sequestrato ben 70 kg in un ristorante cinese in via dell'Industria, a Carpi, vicino alla sala Bingo.

La cucina, inoltre, è stata trovata in condizioni igieniche decisamente precarie. Oltre all'evidente sporcizia, è stata rinvenuta anche merce destinata al consumo alimentare senza l'etichettatura di legge che ne attestasse la provenienza e la salubrità, e materiale totalmente estraneo a un ambiente dove vengono preparati i cibi, tra cui alcuni pezzi di motore.

La proprietaria del locale, di nazionalità cinese, è stata quindi multata per quasi 8 mila euro, mentre il ristorante è stato chiuso per un periodo che sarà prossimamente quantificato dall'Asl.

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Gli agenti della Digos hanno perquisito un appartamento in viale Gramsci e sequestrato i device a scopo precauzionale. Al vaglio i rapporti tra la ventenne e il sostenitore dell'Isis arrestato a Torino.

MODENA – Un' "amicizia" nata su Facebook e un contatto in chat con Elmahd Halili, il 23 enne marocchino naturalizzato italiano arrestato nei giorni scorsi a Torino perché sostenitore dell'Isis e accusato diffondere materiale propagandistico del Califfato e di "reclutare" adepti per atti di terrorismo, hanno fatto scattare un blitz in un appartamento di viale Gramsci a Modena, dove vive una famiglia marocchina.

Gli agenti della Digos hanno sequestrato, in via del tutto precauzionale, il cellulare e il tablet di una delle figlie ventenni della famiglia nordafricana, da cui sarebbero partiti i contatti con il militante del sedicente Stato Islamico.

Ora, le indagini dovranno appurare, analizzando i contenuti della chat e la natura dei contatti, se i rapporti tra la giovane straniera residente a Modena e l'italo marocchino arrestato siano stati del tutto casuali e privi di ogni finalità criminale o se centri l'attività di proselitismo, la campagna d'odio e il reclutamento che Halili stava portando avanti al fine di mettere in atto azioni terroristiche.

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Operazione "Fake brands", sequestrati dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia oltre 2.500 capi di abbigliamento con marchi contraffatti. Individuata fabbrica e filiera del falso.

28 marzo 2018

Magliette, felpe, pantaloni, zaini e altri capi di abbigliamento recanti griffe abilmente falsificate venivano confezionati in provincia di Barletta, transitavano da alcuni intermediari bolognesi ed approdavano in provincia di Reggio Emilia per essere posti in commercio, illegalmente. E' quanto emerso al termine di una vasta operazione di polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e condotta dal Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, che ha portato al rinvenimento ed al sequestro di oltre 2.500 capi di abbigliamento recanti marchi contraffatti e relativi accessori ed alla denuncia di 7 persone di nazionalità italiana per i reati di produzione e commercio di merci recanti marchi contraffatti e ricettazione.

L'indagine ha preso avvio qualche settimana fa, quando le Fiamme Gialle di Reggio Emilia hanno proceduto al sequestro di diversi capi d'abbigliamento recanti il marchio americano THRASHER, attualmente molto apprezzato dai più giovani, abilmente contraffatto. Le investigazioni hanno portato ad eseguire ulteriori perquisizioni in Provincia di Reggio Emilia, ma anche a Bologna, Barletta e Messina, in collaborazione con i Reparti della Guardia di Finanza delle rispettive sedi. Si è così individuato un opificio, in Provincia di Barletta, nel quale sono stati rinvenuti 4 dispositivi utilizzati per la riproduzione e lo stampaggio dei marchi, oltre a numerose etichette pronte per essere applicate sui capi da immettere in commercio e documentazione commerciale utile a ricostruire la rete di commercializzazione dei prodotti. Ciò ha portato ad eseguire ulteriori perquisizioni rinvenendo ulteriori capi contraffatti e preziosi elementi di riscontro e fonti di prova.

L'intervento si colloca nell'ambito della missione istituzionale della Guardia di Finanza, finalizzata alla tutela del mercato dei beni e dei servizi, alla salvaguardia dei marchi nonché al contrasto di tutte le condotte illecite che minacciano il "made in Italy", realizzata mediante una costante azione di controllo economico del territorio reggiano. Peraltro il fenomeno della contraffazione colpisce numerosi settori industriali ed i prodotti contraffatti, essendo fabbricati al di fuori dei canali legali, sviliscono il marchio e non garantiscono il rispetto degli standard di produzione e conformità stabiliti a livello nazionale ed europeo, con evidenti possibili riflessi negativi in termini di sicurezza del consumatore.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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