Domenica, 10 Maggio 2015 12:08

Democrazia 2.0 - Un tool come il coltellino svizzero! In evidenza

Scritto da

L'Italia diventerà un esempio mondiale di modello di Democrazia 2.0. Rapidità e efficienza; tutto a portata di mano come in un coltellino svizzero. A proposito dove è finito l'impegno per la spending review?

di Lamberto Colla - Parma, 10 maggio 2015 -
Ormai la maggioranza non sa più cosa fare per convincere il popolo e il resto d'Europa che l'Italia è una repubblica democratica. Maggioranza e opposizione tutto in uno, come un coltellino svizzero.

Lo sciopero per la riforma della scuola è stata l'ultima farsa. Invece di scioperare perché non si prendono provvedimenti urgenti per fare ripartire l'economia, invece di scioperare per il ricorrente uso della fiducia al Governo, invece di mettere in risalto le dispute interne al partito di maggioranza, al solo scopo di dimostrare che in questo Paese esiste una opposizione al lider maximo, gli stessi giornali che chiedevano la galera per Berlusconi a ogni suo respiro, pronti a dichiarare la sua appartenenza fascista a ogni ipotesi di "fiducia" ebbene oggi tacciono.

Fiducia su fiducia e il PD esegue. Basta un tweet di Matteo e tutti in aula come soldatini e, dopo il voto, lo sugartweet di ringraziamento. Già perché Matteo (Renzi) ordina come segretario del partito e come capo di governo e l'orchestra di somari esegue. E se una parte stona è solo una penosa farsa per far credere che siamo in regime democratico.

Nella romantica (per molti e non per tutti per fortuna) ex URRS, o CCCP come meglio piaccia, il Segretario era pure capo del parlamento, delle forze armate ecc... e per questo ci si sta attrezzando anche in Italia.

Si è partiti con l'Italicum e si arriverà all'ItalicURRS?

Premetto che Matteo Renzi mi è piaciuto sin dall'inizio per il suo determinismo e la chiarezza pragmatica di procedere in ordine con il cronogramma teso verso gli obiettivi e con l'idea di rottamare le palle al piede della vecchia nomenclatura attendista.
Però adesso è troppo. Non si può procedere oltre il buonsenso e l'eleganza. L'effetto narcotizzante degli 80€ sta svanendo. Un provvedimento della prima ora, una sorta di premio di benvenuto, viene da sospettare, servito a prender tempo e utile allo scopo di portare a compimento quello che gli italiani attendevano: rottamazione, equità e speranza.

E invece nulla di fatto a partire dai rottamandi. Questi fake-perbenisti della sinistra e della sinistra cattolica più becera sono ancora vivi, vegeti e con molto veleno in corpo, pronti a schizzare, campanellini alla coda, alle parti vitali del premier, chiunque esso sia, che voglia seriamente eliminare quelle sacche di consenso comprate con stipendi immeritati; bacini di voti che fanno capo a una o altra corrente di partito.

La gente si attende delle vere riforme, vuole tastare con mano che i sacrifici indotti da questa terribile crisi sono equamente distribuiti e he la riduzione delle spese non è solo la traduzione in italiano di una frase anglofona usata per riempirsi la bocca.

E' qui la spending review?
Dove è finito il buon intendimento di cancellare quelle centinaia di carrozzoni inattivi tra i quali si erge a simbolo il gran paradosso dell'Istituto per l'alienazione degli Enti Inutili, anch'esso inutile, inattivo e costoso (IGED)?
E del taglio del numero dei parlamentari non se ne fa più nulla?
L'alienazione delle Provincie deve restare incompiuta? Magari, nel frattempo, si potrebbe completare con l'eliminazione delle Provincie e delle Regioni a statuto speciale.
L'assalto alle migliaia di società partecipate da pubbliche amministrazioni non dovevano essere , almeno nella gran parte, liquidate?

Come detto, il simbolo del degrado amministrativo è ben rappresentato dall'Iged (Istituito Generale per gli Affari e per la Gestione del Patrimonio degli Enti Disciolti) carico di 14 sedi, 14 alti dirigenti, quasi 300 funzionari con un costo stimato di circa 50 milioni di euro annui. Costituito nel 1956 (millenovenentocinquantasei), per alienare 600 enti inutili, nel 2002 iniziò un tragicomico processo di autoliquidazione che costò, secondo la Corte dei conti quasi 100 milioni di euro (nel solo inizio millennio) senza nulla ottenere sino a quando fu inglobato nell'Igf (ispettorato Generale della Finanza) quindi solo nascosto, forse per la vergogna.

Varrebbe la pena perdere qualche minuto per riguardarsi una trasmissione di Report del 1998 (10 dicembre 1998) che ripercorreva la storia di quest'ente e delle commissioni di controllo delle commissioni e così via di seguito.

Attento Renzi, se mancassi l'appuntamento della revisione di spesa potresti essere colpito al collo dal tuo stesso boomerang. Se per caso dovrai aumentare l'iva (come previsto dalla manovra finanziaria e preteso dall'UE) il paese si bloccherà per sempre e riprendersi sarà impresa non difficile bensì impossibile.

L'Italia è stremata ma ancora qualche risicata risorsa ce l'ha. Ancora per poco e se non consentirai il restaurarsi di una classe borghese che "consumi" e, da buona formichina, accantoni le riserve, il patrimonio privato e nazionale si esaurirà e con esso l'economia nazionale.

La preghiera a Matteo nostro.
Caro Matteo prendi coraggio e vai contro i parlamentari, i privati interessi dei pochi potenti ma pensa ai tuoi concittadini.
Dacci ancora le provincie, togli le regioni (il vero buco nero nazionale) e applica una "flat tax" per fare riprendere gli investimenti anche esteri. Taglia il numero dei parlamentari e togli i privilegi dei dipendenti pubblici (tranne le forze dell'ordine) che possano finalmente essere parificati ai dipendenti privati. Infine fai applicare la legge e soprattutto la detenzione a chi la merita senza sconti.

La certezza della pena è una garanzia di stabilità sociale quanto la distribuzione del reddito.

Rimetti i puntini al loro posto e l'Italia sarà in grado di riprendersi da sola senza aiuti; è sufficiente che stacchi l'ago della trasfusione dal braccio delle imprese e dei cittadini (quelli che lavorano). Amen.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"