proseguiranno con un calendario già fissato, per concludersi entro il mese di giugno. A introdurre l'audizione, oggi, è stata chiamata la costituzionalista Francesca Rescigno.
Il necessario riequilibrio della presenza femminile nelle istituzioni è pienamente coerente al principio di eguaglianza contenuto nell'articolo 3 della Costituzione, con il dichiarato impegno a rimuovere gli ostacoli che si frappongono all'obiettivo egalitario. Le 21 donne che facevano parte dell'Assemblea Costituente – ha detto Rescigno – sono riuscite a introdurre nella Carta significative declinazioni del principio di eguaglianza, aprendo la strada ad azioni positive che rimuovano gli evidenti ostacoli alla parità di genere anche nel campo della rappresentanza. Ha poi ricordato le leggi approvate nel 1993, per introdurre le cosiddette "quote rose", in seguito dichiarate incostituzionali. Nel 2003, modificando l'art. 51 della Costituzione, quell'ostacolo è stato rimosso, e la Legge 215/2012 - finalizzata a promuovere l'equilibrio nella rappresentanza di genere nelle Giunte e nei Consigli di Comuni e Regioni - può costituire una svolta: offre infatti la possibilità di esprimere una seconda preferenza, valida solo se dell'altro sesso. Rescigno ha infine riepilogato le esperienze recenti in Francia e Spagna nel campo della legislazione paritaria in materia elettorale.
Roberta Mori, presidente della commissione assembleare, ha manifestato l'intenzione di inserire nella legge quadro un preciso riferimento all'obiettivo di garantire un'eguaglianza sostanziale nella rappresentanza elettorale. Ciò dovrà essere garantito dalla nuova legge elettorale regionale. E nell'audizione è stato illustrato l'esempio della Regione Campania, considerato particolarmente interessante, dove si subordina l'ammissibilità delle liste alla presenza di non più di 2/3 di candidati dello stesso sesso, si prevede la presenza paritaria nei programmi di comunicazione politica, e si attribuisce all'elettore la possibilità di esprimere 2 preferenze, purché di due generi diversi.
All'audizione ha partecipato una platea di rappresentanti di istituzioni locali, associazioni, ordini professionali, sindacati, docenti universitari. Nella dozzina di interventi che si sono succeduti, si è manifestato un largo consenso all'ipotesi della doppia preferenza, si è chiesto alla Regione di accentuare l'impegno sul fronte della promozione culturale contro le discriminazioni di genere, si è posta l'esigenza di affiancare alla legge le risorse finanziarie necessarie al suo funzionamento, ed è parso prevalere il concetto di "correttivi democratici" e di "norme antidiscriminatorie" sul classico "quote rosa". Una legge quadro regionale appare particolarmente utile in questo momento di crisi economica, che sta facendo regredire anche conquiste che sembravano definitive. Vari interventi hanno sottolineato come il tema del riequilibrio nella rappresentanza di genere si ponga non solo nell'ambito politico e istituzionale, ma in tutti gli organismi elettivi (dagli ordini professionali alle casse previdenziali, ai consigli di amministrazione, al Senato accademico).