Sabato, 18 Maggio 2013 07:56

Immigrati, "Cittadinanza, no a percorsi accelerati"

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Immigrati, "Cittadinanza, no a percorsi accelerati" [foto by: dongiorgio.it]

Emilia, 18 Maggio 2013 - 

Cittadinanza, no a "percorsi accelerati". Lo chiede una mozione dei consiglieri del Pdl Andrea Leoni (primo firmatario), Galeazzo Bignami, Fabio Filippi, Mauro Malaguti e Andrea Pollastri, in cui si esprime una "netta contrarietà alla filosofia della svendita di diritti, più o meno reali, e a modifiche della legge sulla cittadinanza ispirate al principio dello 'ius

soli'".

"Concedendo automaticamente la cittadinanza", infatti, - affermano i firmatari - non viene "in alcun modo garantita la volontarietà del richiedente", in particolare se minorenne, né "l'adesione ai principi costituzionali del nostro Paese".

Leoni e colleghi segnalano che l'Italia, negli ultimi anni, è stata oggetto di "intensi flussi migratori che hanno determinato nuovi scenari e problematiche sociali connesse alla necessità di integrare una grande quantità di persone provenienti da paesi extraeuropei".

Il tema dell'integrazione - aggiungono - ha riportato "maldestramente" al centro del dibattito politico i temi del riconoscimento della cittadinanza italiana agli immigrati e delle norme che attualmente regolano il percorso per averne diritto.

A questo proposito, - scrivono i consiglieri - in alcuni ambiti politici, istituzionali e sociali, si è diffusa "l'erronea convinzione" che la modifica delle condizioni previste per richiedere e ottenere la cittadinanza, oltre all'automatica concessione di tale status, siano fra gli elementi in grado di favorire l'integrazione degli stranieri.

Ma, a parere dei firmatari, sarebbe "pericoloso e controproducente" applicare un modello che prevedesse la cittadinanza come una tappa iniziale del processo di integrazione e non la sua conclusione.

La "concessione automatica della cittadinanza attraverso il principio dello 'ius soli', anche nella versione 'temperata'", sarebbe inoltre "in palese e clamorosa contraddizione", visto che non garantirebbe "la volontarietà della richiesta e l'adesione del soggetto ai valori repubblicani".

I consiglieri invitano, quindi, a "muoversi con estrema prudenza", anche sulla base di esperienze estere, nella concessione della cittadinanza, che dovrebbe "avvenire solo alla fine di un lungo ed articolato processo di integrazione e di completa accettazione dei principi sanciti dalla nostra Costituzione, oltreché dalle leggi dello Stato, e non certo attraverso percorsi accelerati".

La cittadinanza italiana dovrebbe, infatti, essere intesa "come una conquista", che dovrebbe prevedere "la condivisione dei principi fondanti della nostra società", collegata a una "adeguata conoscenza della lingua, della storia e della cultura" italiane.

Di qui, la necessità, a parere degli esponenti del Pdl, di mantenere il "principio base dello ius sanguinis per l'acquisizione della cittadinanza, mentre per lo iure soli deve restare fermo quanto previsto dalla legislazione vigente, cioè un periodo minimo di 10 anni di permanenza regolare nel nostro territorio".

Una eventuale modifica delle norme sulla cittadinanza, dunque, dovrebbe avvenire - si legge nel testo - in senso maggiormente restrittivo e qualitativo, al fine di garantire una concreta e solida volontà" da parte dei richiedenti "di diventare a tutti gli effetti, e non solo formalmente, 'cittadini' italiani'".

La mozione esprime infine "parere favorevole" a ogni eventuale modifica della vigente legislazione nazionale sulla cittadinanza che consenta l'avvio di un articolato percorso per una "buona cittadinanza".