Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it)  Cagliari, 5 gennaio 2024 - La decadenza della Governatrice della Sardegna Alessandra Todde dal ruolo di consigliera ha scatenato un vero e proprio terremoto politico all'interno del Movimento 5 Stelle, alimentando discussioni su trasparenza, coerenza e sulla direzione futura del partito. La vicenda, che molti definiscono l'ennesimo passo verso una crisi d'identità, si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà che il Movimento sta attraversando da tempo.

Todde, ex viceministra dello Sviluppo economico sotto Draghi e figura di spicco del Movimento, è stata al centro di una controversia legata alla sua eleggibilità.

La decisione di farla decadere arriva in seguito a una lunga battaglia legale e politica, che ha messo in evidenza non solo i limiti normativi, ma anche la difficoltà del Movimento nel mantenere una posizione chiara e unitaria.

Le accuse di incoerenza non si sono fatte attendere: il Movimento, nato per "aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno", si trova ora a essere percepito come intrappolato nel sistema che aveva giurato di combattere.

Giuseppe Conte, leader del partito, ha cercato di minimizzare l'impatto politico della vicenda, parlando di "un problema tecnico-giuridico" e invitando alla calma. Tuttavia, la base del Movimento è in fermento. Molti attivisti vedono in questa situazione una deriva che tradisce i principi fondativi: trasparenza, legalità e lotta contro i privilegi.

"La decadenza di Todde è il simbolo di un Movimento che ha perso la sua strada," commenta un ex elettore deluso. "Dove sono finiti i valori per cui li abbiamo sostenuti?"

L’immagine della "scatoletta di tonno", usata dal Movimento fin dai suoi esordi per descrivere la necessità di rompere i meccanismi opachi del potere, oggi si ritorce contro i pentastellati. Molti critici affermano che il partito non è riuscito a scardinare le vecchie logiche, finendo per adattarsi ad esse.

Todde rappresenta solo l'ultimo capitolo di una serie di episodi che mettono in discussione la coerenza del Movimento. Dai cambi di posizione su temi chiave, come il reddito di cittadinanza, alla gestione delle alleanze politiche, il M5S appare sempre più distante dalle sue radici.

La decadenza di Todde è più di un fatto isolato: è il riflesso di un Movimento che fatica a mantenere il consenso e a definire un'identità politica chiara. Con un elettorato sempre più disilluso e un panorama politico in continua evoluzione, la sfida per Conte e i suoi è enorme.

Il rischio, secondo molti analisti, è che il Movimento venga percepito come un partito "qualunque", incapace di distinguersi e di incarnare il cambiamento che aveva promesso.

Una verità invece è che ormai per lei è diventato insostenibile continuare a fare la Presidente della Regione, viste le quotidiane manifestazioni e presidi dei sardi contro la sua politica “pro-invasori” eolici, fotovoltaici, rigassificatori e Tyrrhenian Link.

E, vista l’insoddisfazione dei sardi che tanto l’hanno votata e acclamata a febbraio 2024 come la prima donna sarda alla guida della Regione, si sia decisa invece per questa “soluzione” di decadenza, come una strategia per abbandonare la Sardegna dopo che ha assolto al suo compito: favorire l'invasione di pale eoliche e impianti fotovoltaici, consentendo così la colonizzazione della terra sarda da parte di speculatori stranieri. Questi ultimi depredano le risorse energetiche, lasciando dietro di sé solo rifiuti, devastazione e un'irreparabile deturpazione del prezioso patrimonio ambientale e naturale di questa regione.

La decadenza di Todde e il collasso grillino hanno un sapore di giustizia poetica per alcuni, ma di disillusione per tanti. Il Movimento 5 Stelle non è mai stato una classe dirigente, ma un esperimento politico che ha moltiplicato sciagure e disastri, tradendo il mandato dei suoi elettori.

La scatola del tonno è chiusa. L’apriscatole è stato smarrito. E il Movimento 5 Stelle resterà solo un ricordo grottesco della politica italiana del XXI secolo.