I risultati sarebbero allarmanti: il vaccino, infatti, avrebbe probabilmente causato tassi più elevati di gravi malattie da virus respiratorio sinciziale tra i bambini vaccinati arruolati negli studi clinici di fase 1. Addirittura di quattro volte superiore rispetto a chi ha assunto un placebo.
Il documento della FDA afferma che l’arruolamento è ora sospeso per tutti gli studi sperimentali sui vaccini contro il virus respiratorio sinciziale per neonati e bambini piccoli di età inferiore ai 2 anni e per bambini di età compresa tra 2 e 5 anni che non hanno mai contratto la malattia da virus respiratorio sinciziale. In questi giorni gli esperti sarebbero al lavoro per discuterne gli effetti. L’utilizzo del vaccino era stato accelerato nel 2021. Tre i vaccini che sono stati approvati negli Stati Uniti contro il virus: mResvia (Moderna), Arexvy (GlaxoSmithKline Biologicals), Abrysvo (Pfizer, Inc.).
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha inoltre approvato Nirsevimab di Sanofi e AstraZeneca per la prevenzione della malattia del tratto respiratorio inferiore (LRTD) nei neonati. In Italia ad oggi si utilizza proprio il Nirsevimab, che è un anticorpo monoclonale neutralizzante “ricombinante umano immunoglobulina G1 kappa diretto contro la conformazione pre-fusione della proteina di fusione RSV”. Si legge sul sito FDA che anche a “nirsevimab sono state concesse designazioni speciali per facilitare lo sviluppo accelerato da parte di diverse agenzie regolatorie in tutto il mondo. Tra queste, la Breakthrough Therapy Designation e la designazione di Priority Review da parte del China Center for Drug Evaluation nell’ambito della National Medical Products Administration; la Breakthrough Therapy Designation da parte della FDA; l’accesso al programma PRIority MEdicines (PRIME) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e la valutazione accelerata da parte dell’EMA; la designazione di Promising Innovative Medicine da parte della Medicines and Healthcare products Regulatory Agency del Regno Unito; la designazione di “medicinale per lo sviluppo prioritario” nell’ambito del Project for Drug Selection to Promote New Drug Development in Pediatrics da parte della Japan Agency for Medical Research and Development“.
In tutta Italia è partita da tempo la campagna a favore del trattamento sanitario approvato, Nirsevimab appunto, ai bambini. L’ennesima, oseremmo dire. In Friuli Venezia Giulia, ad esempio, è praticamente compresa nel “pacchetto nascita”. In altre parole tra un pannolino e l’altro la Regione inserisce, gratuitamente, il vaccino. Attenzione perchè i documenti dell’azienda sanitaria in Regione parlano di “vaccino offerto prima della dimissione dai punti nascita in un’unica somministrazione intramuscolo”. Occorre vigilare che non venga effettuato di default e, naturalmente per chi non lo desidera, opporsi fermamente.
Ancora una volta stupisce e provoca indignazione la solerzia di Big Pharma e dei seguaci delle vaccinazioni a tutti i costi. La salute, con in mezzo anche dei bambini, sacrificata ancora una volta sull’altare del business e della dittatura sanitaria. Dopo i disastri acclarati del vaccino Covid, e i grossi dubbi sugli altri vaccini già esistenti, viene da chiedersi cosa spinga ancora, ancora e ancora politica ed istituzioni ad andare avanti come i muli. Ma una risposta, ormai, se la sono data anche i più scettici.