Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it) Cagliari 20 novembre 2024 - Stefania Proietti si impone in Umbria con una vittoria di misura (poco sopra il 50%), mentre Michele De Pascale in Emilia-Romagna ottiene un netto 56%, confermando l’egemonia del centrosinistra in una delle sue tradizionali roccaforti. Tuttavia, la metà degli elettori ha scelto di non recarsi alle urne, un dato che suona come un campanello d’allarme per l’intero sistema politico.
In Umbria, la sconfitta dell’uscente Donatella Tesei (centrodestra) ha spiazzato molti osservatori. I sondaggi della vigilia davano per certa una riconferma della presidente leghista, eppure il risultato elettorale ha raccontato una storia diversa.
Stefania Proietti, sindaca di Assisi, è riuscita a catalizzare il consenso nonostante una competizione combattuta. Ancora più significativo è il risultato delle liste: il Partito Democratico ha raccolto quasi il 30% dei voti, mentre la Lega, che solo pochi anni fa era il primo partito della regione, è crollata, segnando una battuta d’arresto evidente per il partito di Salvini.
In Emilia-Romagna, terra storicamente rossa, Michele De Pascale ha vinto senza troppe difficoltà. Il suo 56% è un risultato solido, sostenuto da un Partito Democratico che ha sfiorato il 42%. Tuttavia, il centrodestra può ritenersi soddisfatto del 40% raccolto, che conferma una crescita progressiva anche in una regione tradizionalmente ostile.
A fare notizia, più dei risultati elettorali, è il dato sull’affluenza, anzi della non affluenza. Solo la metà degli aventi diritto ha votato, segnalando un disinteresse o una disillusione crescente verso la politica regionale e nazionale. Questo fenomeno riflette una tendenza preoccupante per la democrazia italiana: se i cittadini non partecipano, il rischio è un indebolimento della legittimità delle istituzioni.
Questi risultati rappresentano un segnale ambiguo per il governo. Da un lato, il centrosinistra dimostra di poter vincere anche in contesti difficili, come l’Umbria. Dall’altro, l’astensionismo e il crollo della Lega suggeriscono una crescente volatilità elettorale e una sfiducia verso i partiti tradizionali.
Per il governo Meloni, questa doppia sconfitta è un campanello d’allarme: nonostante il centrodestra mantenga una forte base elettorale, l’insoddisfazione per le politiche nazionali potrebbe iniziare a erodere il consenso.
Queste elezioni regionali offrono quindi due letture: una vittoria importante per il centrosinistra è indubbio, che riconquista fiducia in aree chiave, e un monito per tutti i partiti, chiamati a confrontarsi con un elettorato sempre più disilluso.
Il prossimo futuro politico dipenderà dalla capacità delle forze politiche di rispondere alle esigenze dei cittadini, invertendo la tendenza all’astensionismo e rafforzando la credibilità delle istituzioni e ci vorranno anche nuovi progetti politici che sappiano creare un polo “laico” tra le due religioni di destra e sinistra.