L’ associazione Vivi Parma, preoccupata per la crescente desertificazione del centro storico ha realizzato un’aggiornamento della mappa precisa e dettagliata dei negozi sfitti. Una fotografia preoccupante che è stata commentata oggi e per la quale alcuni mesi fa Pietro Vignali aveva presentato un’interrogazione.
Da questa mappa emerge un quadro molto fosco, prevedibile in termini generali ma non nei numeri che parlano di quasi 203 nel centro storico. Colpisce sicuramente la crisi di alcune strade come via Garibaldi con 15 negozi sfitti, stupisce ancor di più Via Repubblica con 21. Le laterali, un tempo ambitissime. Vanno ancora peggio, Via Saffi, Borgo Regale e Borgo Collegio Maria Luigia perdono 25 attività.
Ma non sono indenni nemmeno i salotti buoni di Parma, Via Cavour e Via Farini, che ne perdono 7, oltre ai 6 che hanno chiuso i battenti in Borgo Riccio, i 4 in Borgo Felino, i 7 in Via XXII Luglio, i 6 in Via Nazario Sauro e i 5 in Borgo Giacomo Tommasini. Nove le “perdite” all’ombra del Duomo, in Borgo del Correggio. Borgo Angelo Mazza conta invece 4 serrande abbassate. Via Mazzini. Ancora peggio. Otto i negozi persi dalla Via (ai quali se ne aggiungeranno altri 4 entro fine anno) mentre Galleria Bassa dei Magnani e Galleria Polidoro ne contano sette.
“La desertificazione è una strage silenziosa figlia di più fattori” - spiega Vignali - “paghiamo un ritardo su svariati piani. In primis, il regolamento del commercio nel centro è rimasto in un primo momento nel cassetto per più di un anno, poi è stato annacquato con modifiche che lo hanno snaturato e indebolito.
Mi sembra sotto gli occhi di tutti che tante prescrizioni non vengano fatte rispettare, sia in termini di divieti, sia di attività incongrue, in particolare per quanto riguarda minimarket e distributori di bevande refrigerate, e, soprattutto, in merito ai negozi sfitti.
Basta girare per la città per notare come non vengano, ad esempio, tenute pulite le vetrine, gli spazi tra serrande e vetri, e non vengano rimossi fogli manifesti volantini e residui di vita di passaggio dagli spazi di pertinenza” - racconta l’ex sindaco.
Certo è” - chiosa Vignali - "che questa situazione è anche figlia di errori e mancanza di politiche adeguate per il traffico veicolare, per i parcheggi e l’accessibilità in generale, oltre al trasporto pubblico. Per non dimenticare la sicurezza, che sappiamo essere il principale problema lamentato dai commercianti, insieme al decoro, ormai sommerso da masse di rifiuti e disordine, e la totale assenza di politica di rigenerazione urbana e commerciale degli assi principali.
In passato avevo già sollevato il fatto che i progetti per la riqualificazione delle vie del centro finanziati con le risorse introitate negli ultimi quattro anni per l’insediamento di medie Superfici di Vendita fossero fermi, rimasti nel cassetto per anni: per Via Repubblica, Via Cavour e Via XXII Luglio tutto tace e solamente dopo mie sollecitazioni e interrogazioni è partito il micro progetto di Borgo Antini.
"Non possiamo restare a guardare", ha aggiunto Ludovico Pollono, Presidente dell'associazione Vivi Parma. "Il centro storico è il nostro patrimonio, un bene comune che va tutelato. Chiediamo all'amministrazione comunale un intervento deciso e immediato".
Filippo Guarnieri, del direttivo ASCOM e titolare del negozio Schick Men, ha sottolineato l'impatto diretto che questa situazione ha sui commercianti: "Stiamo assistendo a una desertificazione commerciale che rischia di portare alla scomparsa del tessuto economico del centro storico. L’esperienza dei centri commerciali naturali fatta durante l’amministrazione Vignali aveva avuto effetti positivi ma purtroppo è stata accantonata.
Anche Antonia Galliano, titolare dello storico negozio Charlot, ha espresso la sua preoccupazione: "Il centro storico è il cuore pulsante della città, il luogo dove si incontrano le persone, si fanno acquisti, si vivono esperienze uniche. Dobbiamo fare tutto il possibile per salvarlo".