Secondo il diplomatico, gli Stati Uniti stanno esortando la Russia a tenere colloqui sulla stabilità strategica senza precondizioni per cercare di consolidare i propri vantaggi militari unilaterali; obiettivo sottaciuto che vede Mosca nettamente contraria.
"Non accettiamo categoricamente e rifiutiamo completamente l'idea di negoziati con gli Stati Uniti sulla stabilità strategica, che, come vorrebbe Washington, sarebbero condotti senza precondizioni", ha dichiarato. "L'obiettivo principale [degli Stati Uniti] è quello di cercare, con slogan accattivanti, di spingerci a consentire tali negoziati e, nell'ambito di questi, di cercare di affermare alcuni vantaggi unilaterali per loro stessi", ha quindi sottolineato Ryabkov.
Il Viceministro degli Esteri è convinto che le richieste degli Stati Uniti di questi negoziati, con la prospettiva di concludere un nuovo trattato sulla riduzione degli armamenti strategici offensivi, abbiano in realtà un duplice scopo non dichiarato.
In primo luogo, ha detto, "gli americani hanno bisogno di restrizioni sull'arsenale nucleare della Russia, mettendo fuori discussione le armi nucleari dei suoi alleati europei e, naturalmente, il vantaggio cumulativo dell'Occidente nel campo delle capacità non nucleari".
"Il secondo obiettivo che gli americani, a nostro avviso, perseguono ripetendo tali dichiarazioni è il tentativo di guadagnare punti politici sulla scena internazionale facendosi passare per una potenza nucleare responsabile", ha sottolineato Ryabkov. "Ma è chiaro a chiunque segua la questione e la affronti senza pregiudizi che l'architettura degli accordi sul controllo degli armamenti è stata distrutta dalle azioni distruttive di Washington ... come risultato del fatto che gli americani hanno creato una situazione di sicurezza in cui l'ulteriore attuazione di questo trattato è diventata controproducente per noi, per non parlare delle violazioni dirette di questo accordo commesse da parte degli Stati Uniti, di cui abbiamo anche parlato molte volte", ha concluso.
Il più recente trattato sulla riduzione delle armi nucleari - New Strategic Arms Reduction Treaty (New START) - è stato firmato nel 2010 da Federazione Russa, sotto la presidenza di Dmitry Medvedev, e Stati Uniti, con Barack Obama; accordo poi rinnovato nel febbraio 2021 da Vladimir Putin e Joe Biden, con scadenza a febbraio 2026.
Al momento l'accordo risulta però in fase di stallo, dopo che il Presidente Putin il 21 febbraio 2023 ha annunciato alla Nazione che la Russia, pur non ritirandosi dal trattato, ne sospende la partecipazione, accusando non solo gli USA, ma anche la NATO, di non collaborare all'attuazione dell'accordo.
"Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno a loro volta arsenali nucleari. Vengono migliorati, sviluppati. E sono anche diretti contro di noi, sono anche diretti contro la Russia", ha affermato il Presidente, aggiungendo che "gli USA, tramite la NATO, lanciano alla Federazione Russa un ultimatum sullo START: osservate ogni regola e noi faremo quello che vogliamo".