Sabato, 21 Settembre 2024 06:24

Attacco terrorista in Libano: i dispositivi saltano in aria (Video con Vincenzo Maddaloni) In evidenza

Scritto da Matteo Demicheli

Video

Quello di Israele è stato un attacco terrorista? Insieme a Maddaloni cerchiamo di capire non tanto e non solo quello che è successo, con diversi brevi video delle esplosioni e delle loro conseguenze, ma soprattutto che cosa significa, sia per l’escalation in Medio Oriente che per questa nuova frontiera della guerra che apre inquietanti scenari.

Vincenzo Maddaloni, è un giornalista e saggista, inviato speciale con una lunga esperienza in Medio Oriente, il suo ultimo libro “Voglia di rivoluzione” è edito da Nexus Edizioni.

Quello in Libano è un attacco terrorista?

Iniziamo col dare il giusto nome alle cose, quello compiuto da Israele non è un attacco ad Hezbollah, come hanno titolato i tg e i quotidiani mainstream, è in tutto e per tutto un attacco di matrice terrorista.

Una persona che si fa saltare in aria in mezzo alla folla è un terrorista, se un uomo si fosse fatto esplodere in mezzo ai soldati Israeliani sarebbe stato definito un terrorista e se invece fossero saltati in aria i cellulari di tutti i soldati israeliani e dei componenti del governo, come avrebbe definito questo attacco la stampa mainstream?

È chiaramente un attacco terroristico, in quanto ha lo scopo sia di uccidere che di terrorizzare, è terroristico per la matrice vigliacca, invece di un auto bomba è stato utilizzato un cercapersone bomba o un walkie talkie bomba se preferite, è terroristico perché con l’esplosione di questi dispositivi non si è colpito solo “l’obiettivo” ma anche le persone che erano intorno a lui, bambini compresi, infatti oltre alle 31 vittime finora accertate il bilancio è di oltre 4.500 feriti.

Chi ha prodotto i cercapersone e i walkie talkie?

Nel primo giorno di attacchi il 17 settembre sono saltati in aria i cercapersone, secondo il New York Times i cercapersone erano stati ordinati da Hezbollah all’azienda taiwanese Gold Apollo, che però ha dichiarato che i dispositivi sono stati fabbricati da una società partner ungherese la BAC Consulting KFT e che il modello citato dai media “è prodotto e venduto da BAC”. La BAC sarebbe collegata al Mossad, i servizi segreti israeliani che avrebbero manomesso i cercapersone prima di inviarli a Hezbollah.

Mentre negli attacchi del giorno successivo, sono stati fatti esplodere i walkie talkie della Icom giapponese che sta indagando e che rilascerà dichiarazioni e fornirà le informazioni appena possibile.

In che modo sia stato effettuato l’attacco non è ancora chiaro, ma alcune fonti riferiscono che sarebbero esplosi anche smartphone, laptop e altri apparecchi, c’è chi ipotizza l’uso di microcariche inserite nei dispositivi e chi di un cyber attacco che avrebbe fatto esplodere le batterie, in ogni caso si è aperta una nuova frontiera della guerra

La domanda sorge spontanea, i dispositivi a batteria, come smartphone, smartwatch, laptop, ma anche biciclette, monopattini, motorini ed auto elettriche sono tutti delle potenziali “bombe”, qualcuno potrebbe essere in grado di provocare l’esplosione di queste batterie con un cyber attacco?

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(Risultati di un esplosione all’interno di una macchina nell’attacco terroristico di Israele)

Dopo gli attacchi sarà escalation?

Quale sarà la reazione di Hezbollah? Israele che nel frattempo ha annunciato un’operazione via terra in Libano, sta cercando in tutti i modi l’escalation del conflitto? Che cosa farà L’Iran?

Infine il parlamento Ue ha dato l’ok all’uso delle armi a lungo raggio contro la Russia con una risoluzione non vincolante risoluzione adottata con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astensioni. Solo pochi giorni fa Putin aveva detto che questo avrebbe significato l’ingresso della NATO nel conflitto.

La UE continua ad alimentare il conflitto mentre dovrebbe adoperarsi per ottenere la pace.

Vincenzo Maddaloni

Vincenzo Maddaloni, è un giornalista e saggista. Come inviato speciale ha raccontato i grandi eventi che hanno fatto la storia del XX secolo. È stato corrispondente a Varsavia negli anni di Solidarność, a Mosca durante l’era di Michail Gorbaciov. | suoi reportage e i saggi gli hanno consentito di approfondire gli studi e le conoscenze dell’islamismo, del comunismo. L’ultimo suo libro edito da Nexus Edizioni: “Voglia di rivoluzione”, storia e storie di un desiderio inappagato.

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