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Alluvione, Ugolini: “si ripete lo stesso disastro a un anno e mezzo di distanza perché non è stato fatto quello che si sarebbe dovuto fare” In evidenza

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Bologna, 19 settembre 2024 - Elena Ugolini si è recata in alcuni luoghi dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna tra la notte di ieri e la giornata di oggi.

Qui in Val di Zena si sono rotti gli argini negli stessi punti dell’alluvione del 2023. Questo è accaduto dovunque. Non è accettabile! Gli stessi fiumi, gli stessi argini, le stesse famiglie dell’ultima alluvione: tutto uguale per la seconda volta” denuncia la candidata civica alla presidenza dell’Emilia-Romagna.

La gente è stanca e disperata perché deve ricominciare tutto d’accapo. Gli alluvionati che avevo incontrato le scorse settimane mi avevano detto in modo chiaro che occorreva fare qualcosa di strutturale per evitare di passare da un’alluvione all’altra  e purtroppo è accaduto così. Non sono stati tolti i tronchi dai fiumi, non sono stati aperti gli archi dei ponti, non è stato tolto il fango dai letti dei fiumi che, se fosse stato fatto, ne avrebbe aumentato la portata, non sono stati rinforzati gli argini per evitare che si creino finestre da cui l’acqua può entrare, come successo a Budrio. Il governo nazionale per l'alluvione del maggio 2023 ha stanziato per la messa in sicurezza del reticolo idrografico circa 230 milioni: la regione Emilia-Romagna ne ha spesi soltanto 49 ed è la Regione ad avere la competenza in questa materia”.

A partire dai numerosi incontri durante questa prima parte di campagna elettorale, Elena Ugolini dice che “nelle ultime settimane ho ripetuto più volte che occorreva accelerare i tempi per mettere in sicurezza il territorio. Mi è stato detto da chi ha governato, senza fare opere essenziali, la nostra regione per 50 anni che non era quello il problema. Occorre un cambiamento di metodo. Occorre arrivare all’obiettivo senza essere ricattati da ideologie che impediscono di fare le opere necessarie per controllare i nostri fiumi, occorre coinvolgere cittadini ed agricoltori senza multarli o vessarli perché spostano un tronco. Prima dell’alluvione se un agricoltore veniva sorpreso a pulire un argine veniva multato. Ora può farlo facendo una domanda tramite pec, può operare solo senza mezzi meccanici e può raccogliere solo una certa quantità di legna (senza poterla vendere se in eccesso) . Anche un bambino capisce che occorre cambiare. La politica “dello scarica barile” deve finire. Lo dobbiamo alle persone che in un anno e mezzo sono andate sott’acqua per due volte” ha detto Elena Ugolini.

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