Lunedì, 26 Agosto 2024 15:19

Pavel Durov: un arresto per il controllo della libertà d’informazione In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Tutto quello che Putin non era riuscito a fare, lo ha fatto Macron, mettendo sotto custodia Pavel Durov, l’inventore russo di Telegram.

Di Andrea Caldart Cagliari, 26 agosto 2024 - Secondo la magistratura francese, che ha emesso il mandato d’arresto pochi minuti prima dell’atterraggio dell’aereo dell’imprenditore, il servizio di messaggistica presterebbe il fianco a varie attività illegali quali, traffico di droga, truffe online, frodi, scambio di criptovalute, pedofilia, e la lista è molto lunga.

Tra i primi a commentare la notizia troviamo il giornalista americano Tucker Carlson che ha dichiarato: "Pavel Durov ha lasciato la Russia quando il governo ha cercato di controllare la sua società di social media, Telegram. Ma alla fine, non è stato Putin ad arrestarlo per aver permesso al pubblico di esercitare la libertà di parola. È stato un paese occidentale, un alleato dell'amministrazione Biden e un membro entusiasta della NATO, a metterlo al gabbio. L'oscurità sta calando rapidamente sul mondo un tempo libero".

Tornando al fatto, l’arresto di Durov pone l’accento sulla questione della militarizzazione della libera comunicazione, perché se si arresta la libertà di parola, di pensiero, di associazione, allora si vuole decapitare la libertà di comunicazione e d’informazione delle persone libere.

Dobbiamo renderci conto che in questo Occidente con l’avvento del virus, è iniziato un cambiamento radicale della libertà per il controllo sociale, di sicurezza contro anarchia, perché per chi governa, i pericolosi sono sempre quegli altri, noi quelli liberi.

D’altronde un governo, anzi più di uno in Italia, che è riuscito a far amare il green pass, vuoi che non riesca a far innamorare anche della censura?

Se pensiamo alla narrazione pandemica, sconfessata pochi giorni fa anche dalla stessa AIFA, finche anche l’impresa privata è in linea con la censura di Stato, sia essa una piattaforma social va bene, ma nel momento in cui devia dal percorso di controllo, allora diventa disinformazione e per quel governo, va limitata l’anarchia sul web.

Probabilmente a molti sta sfuggendo che la difesa dei diritti umani secondo l’art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo UDHR dice che: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.

E sono solo di pochi giorni fa le minacce dirette del commissario europeo Thierry Breton a Ellon Musk, e adesso l’arresto eccellente di Pavel Durov che probabilmente, è il primo fermo esemplare dall’entrata in vigore del Digital Service Act (DSA) europeo.

Dobbiamo tenere ben presente che una buona parte della classe dirigente europea, è espressione delle oligarchie Dem e Neocon che hanno in mano l’America, e hanno come bersaglio il controllo assolutistico dell’informazione.

Quello che probabilmente è il grande e gravissimo problema a cui la nostra società sta andando incontro, è la soppressione della verità ovvero, il suo utilitaristico uso a seconda di cosa serva a diffondere l’unica verità possibile.

Una sua concezione strumentale porta ad un nuovo totalitarismo che si ammanta di veste democratiche.

Qualsiasi spazio di libertà, sarà e già ora è, un’arma contro il sistema di controllo della libertà individuale.

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