Venerdì, 14 Giugno 2024 05:50

Ma quale Giorgia, quale Vittoria? In evidenza

Scritto da Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 13 giugno 2024 - In Italia tutti vincono le elezioni e ottengono risultati migliori rispetto alle tornate precedenti.

Addirittura, il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, On. Giorgia Meloni, nonché leader di Fratelli d'Italia, il partito politico di maggioranza relativa in Parlamento, ha sottolineato come la notte del voto europeo sia stata di gran lunga più emozionante rispetto alle elezioni politiche di settembre 2022. Una lettura riduttiva dei dati potrebbe portare in questa direzione: 28,8%, ovvero quasi tre punti percentuali in più rispetto al voto per le due Camere, è apparentemente un traguardo significativo. In realtà, le cose stanno in maniera molto diversa.

Insieme al Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia, la cui classe politica lascia molto a desiderare, è il partito che ha perduto il maggior numero di voti. Si parla di 700.000 mila, o meglio di una riduzione da 7,4 milioni voti del 2022 a 6,7 milioni del 2024.

Se, infatti, alle politiche la percentuale dei votanti è stata del 63,91%, alle recenti elezioni europee si è assestata al 49,69%, cioè meno della metà dei cittadini elettori aventi diritto al voto. É la prima volta dal 1979, anno del voto a suffragio universale e diretto del Parlamento europeo, che non si raggiunge la maggioranza dei votanti. E a questo si aggiunga che dal 1999, in occasione del rinnovo del Parlamento europeo, il primo partito è sempre andato oltre il 30%: pensiamo, solo a titolo esemplificativo, alla Lega di Matteo Salvini nel 2019 o al Partito Democratico di Matteo Renzi nel 2014, cresciuti non di tre punti, bensì di 15 punti percentuali rispetto al dato delle precedenti politiche. Questo significa che la "vittoria" di Giorgia Meloni è la più risicata degli ultimi 25 anni. Meloni ha chiesto un voto su sè stessa ("scrivete Giorgia") e, dunque, inevitabilmente anche sul proprio operato, tuttavia il risultato ottenuto non è stato certamente quel trionfo che si intende far passare. Se a questo aggiungiamo la mancanza di alternative ben strutturate (non lo erano né Libertà di Cateno De Luca, né la lista di Michele Santoro) rispetto alla narrazione dominante, il voto ha seguito la direzione del "meno peggio".

Da ultimo, non è assolutamente vero, diversamente da quanto dichiarato da Adolfo Urso, Ministro delle imprese e del made in Italy,  all'indomani del voto, cioè che Giorgia Meloni sia l'unica leader europea che ha vinto. Basta guardare a Portogallo, Croazia e Polonia, Stati membri dell'Unione Europea, per constatare come i partiti dei rispettivi Capi di Governo o alla guida del Paese abbiano incrementato i loro consensi. Chi parla di vittoria, purtroppo, crede di leggere nella realtà quello che c'è solo nella sua testa.

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
 
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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