Sabato, 30 Dicembre 2023 07:46

Mons. Carlo Maria Viganò: “la verità trionfa quand’è negata” In evidenza

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Da oltre tre anni Monsignor Carlo Maria Viganò, attraverso i suoi video e i suoi messaggi, ha svelato la verità sulla narrazione del grande inganno che stiamo vivendo.

Di Andrea Caldart Cagliari, 29 dicembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Partendo dal Grande Reset, passando poi per Davos, senza tralasciare nessun argomento riguardante la violazione dei diritti individuali di tutti i popoli, Mons. Viganò ha evidenziato gli intrecci mondiali del piano diabolico ordito dall’élite globalista.

Gli accorati appelli dell’alto Prelato sono volti a rafforzare la verità contro il “male satanico” che – avverte Mons. Viganò – sta invadendo il mondo, per portarlo verso un precipizio non solo di crollo economico, ma soprattutto nella direzione di una voragine morale irreversibile, quasi a dire che non ci sia più religione.

Per colui che oggi a tutti gli effetti, viene riconosciuto come il “difensore” o meglio il “comandante” spirituale di tutta quella moltitudine di persone che nel mondo hanno deciso di provare a combattere il potere “diabolico” del male, rappresentato dalla creazione ad arte di finte pandemie, attacchi a debiti sovrani, crisi finanziarie ed energetiche, privazioni e perimetrazioni delle libertà individuali, Mons. Viganò rappresenta l’unico vero simbolo della difesa del bene comune e della società civile come li conoscevamo.

In questa intervista esclusiva dialoghiamo con Mons. Viganò non dimenticando il passato, ma provando ad immaginare come preservare e far continuare il mondo, oltre il pensiero unico.

Mons. Viganò, grazie anzitutto per aver accettato questa intervista. Partendo dalle parole di San Pietro: “Resistite fortes in fide”, Le chiediamo: come possiamo oggi resistere, perché la nostra testimonianza per la verità non sia costantemente manipolata?

La resistenza al potere – civile o ecclesiastico – quando esso abusa della propria autorità è una delle forme più eroiche di senso civico e religioso. Resistettero all’abuso di potere i Martiri, che non obbediscono agli uomini ma a Dio: rifiutando di bruciare incenso a Cesare, non accettando di abbracciare l’eresia o lo scisma, opponendo la professione di Fede agli abusi di governi liberali o comunisti, proclamando la Verità cattolica contro la tirannide laicista e materialista. Ma tutti questi Martiri – da quelli uccisi al Colosseo e nel Circo Massimo ai Cattolici tuttora perseguitati nella dittatura comunista cinese con la complicità del Vaticano – non avrebbero meritato la palma della vittoria se avessero riposto fiducia in sé stessi, anziché in Dio. L’eroismo del Martirio – della testimonianza di Fede – è un atto di umiltà, perché il Martire si riconosce impotente e lascia che sia Dio a dargli la forza e il coraggio di sacrificare la propria vita.

Noi sappiamo che Cristo ha già vinto, e che si riserva di celebrare il Suo trionfo finale dopo averci chiamato a combattere al Suo fianco per darci modo di condividere la Sua vittoria. Ma nel frattempo Satana cerca comunque di vanificare i frutti della Redenzione, strappando a Cristo quante più anime può. Come? Con l’inganno più antico del mondo: Sarete simili a dèi. La società contemporanea, fondata sui principi rivoluzionari e massonici che negano la Signoria universale di Cristo Re, dimostra di essere necessariamente anticristiana e anticristica proprio nel momento in cui si fonda sulla frode, ossia sul rifiuto e sulla falsificazione della Verità, perché è Cristo che ha detto di Sé: Io sono la Via, la Verità, la Vita. Satana è il contrario: è perdizione, è menzogna, è morte. Non stupiamoci dunque se i suoi servi manipolano o censurano la verità ritorcendola contro chi la proclama: il demonio è spirito di menzogna e non sa far altro che mentire, attribuendo agli altri le sue falsità.

Oppressa vincit veritas: la verità trionfa quand’è negata. Proprio in questi momenti di crisi e di menzogna, quanto più la verità è tradita tanto più essa è destinata a risplendere. Tutte le falsità che ci sono state imposte in questi ultimi anni – la frode psicopandemica, l’emergenza climatica, la teoria gender, la guerra ucraina – stanno crollando dinanzi all’evidenza della verità e questa realtà non potrà essere né taciuta né nascosta ancora. Verrà il giorno – molto presto – in cui le masse comprenderanno l’inganno criminale ai loro danni e ne chiederanno conto ai responsabili, che a quel punto non potranno più nascondersi dietro le istituzioni che li hanno protetti e favoriti.

Facciamo un piccolo salto indietro nel tempo: abbiamo tutti impressa nella memoria l’immagine di un Papa che da solo il 28 marzo del 2020 sale i gradini di una Piazza San Pietro fredda e deserta, quasi ad impersonare il linguaggio del terrore mediatico dell’epoca rafforzando quel clima di paura in cui i popoli erano piombati, può rappresentare il declino della Chiesa clericale?

L’esibizionismo egocentrico di quel 28 Marzo ci ha mostrato nella loro evidenza due cose. Da un lato, che il Gesuita Argentino è un emissario dell’élite globalista, un ligio esecutore di ordini, e lo ostenta con l’arroganza di chi si crede intoccabile. Dall’altro, che questa sfrontata dimostrazione di asservimento all’élite finisce per far comprendere anche ai più ingenui e sprovveduti che Jorge Mario Bergoglio è stato messo sul Soglio per demolire la Chiesa di Cristo, da quegli stessi che hanno ammesso di aver posto a capo dei governi occidentali le proprie reclute del World Economic Forum. Se Bergoglio è capace di vestirsi da Papa per svolgere il compito assegnatogli, non dev’esser stato un grande sforzo recitare quella pièce sotto la pioggia, in cui ratificava la frode pandemica e faceva da testimonial del siero genico sperimentale. Immagino che quello spot gli abbia fruttato un bel po’ in termini di riconoscenza dell’élite, e possiamo anche comprendere perché la frode a cui abbiamo assistito non sarebbe stata possibile né con Benedetto XVI come Papa né con Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti; silurati uno con largo anticipo, l’altro a ridosso della psicopandemia dagli stessi personaggi facenti capo agli Obama e ai Clinton, a McCarrick e alla Mafia di San Gallo.

Se con “chiesa clericale” intendiamo la setta che ha occupato il Vaticano e le Diocesi del mondo da ormai sessant’anni e in particolar modo in quest’ultimo decennio, certamente possiamo affermare che il discredito che essa ha attirato su sé stessa sta facendo comprendere ai Cattolici che è in atto un colpo di stato globale e che gli eversori stanno usando la loro autorità per colpire l’istituzione che rappresentano.

Chi vuole distruggere un’istituzione – la Chiesa, lo Stato, la Magistratura, le Forze Armate, i Medici, i Media – agisce su due fronti: su quello interno, corrompendone i rappresentanti, in modo che siano essi a screditarla dinanzi al popolo con i loro abusi, le loro sopraffazioni, i loro scandali; su quello esterno, attribuendo la corruzione all’istituzione stessa, e non a suoi membri indegni. La corruzione morale e dottrinale del Clero è strumentale alla distruzione del corpo ecclesiale, esattamente come la corruzione dell’aristocrazia francese fu propedeutica alla distruzione della Monarchia di diritto divino, o come la corruzione dei partiti negli anni Ottanta diede il pretesto per Mani pulite e abdicare alla sovranità nazionale a vantaggio della sinarchia globalista.

D’altra parte, la stessa presenza di corrotti nell’istituzione consente di far loro approvare aberrazioni che funzionari onesti e retti mai legittimerebbero. È facile all’ONU spingere per l’abbassamento dell’età del consenso e per la conseguente depenalizzazione della pedofilia, se ai vertici dello Stato e della Chiesa si annidano pervertiti e pedofili. Ed è relativamente semplice ottenere la loro complicità, se costoro sono ricattabili o corruttibili.

In che modo possiamo sperare nella salvezza della civiltà cristiana?

La civiltà cristiana è il risultato di un ordine sociale, per costituire il quale sono stati necessari secoli, sacrifici, vite; e che sopravvive in ultime vestigia nonostante il martellamento mediatico della cancel culture e dell’ideologia woke. Questo ordine sociale si basa sull’ordine divino: come in cielo, così in terra. E come in cielo Gesù Cristo, Uomo-Dio, è Re universale, così ogni potere terreno, da quello dei re a qualsiasi autorità civile ed ecclesiastica, è e deve essere espressione vicaria della universale Signoria di Cristo. Ogni potestà origina da Dio, dice San Paolo. E questa autorità deve essere un’autorità necessariamente cristiana, perché essa trova la propria legittimità e i propri limiti solo nella coerenza con l’Autorità di Cristo.

Chi obbedisce, obbedisce a Cristo che comanda tramite i Suoi rappresentanti in terra; chi comanda, comanda in nome di Cristo e sa di non poter comandare nulla contrario a Nostro Signore. Se viene meno la legittimazione divina dell’autorità e la sua funzione vicaria, essa si trasforma in tirannide, perché non ha alcun limite posto dall’alto e non vi è alcuna norma eterna e trascendente cui i sudditi possano appellarsi per sottrarvisi.

La crisi dell’Autorità si è estesa anche alla Legge naturale, nel momento in cui essa non persegue il bonum commune – come dovrebbe fare qualsiasi potere anche pagano – ma diventa addirittura nemica dei cittadini. Il tradimento del patto sociale rende questa autorità illegittima e gli eversori che la usurpano vanno denunciati e perseguiti.

Da almeno oltre due secoli, la Rivoluzione ha indottrinato generazioni di giovani con il mito della democrazia, facendo loro credere che la classe politica abbia realmente a cuore gli interessi della Nazione e il bene dei cittadini, mentre da due secoli governa la lobby massonica internazionale.

Se vogliamo quindi uscire da questo labirinto, la prima cosa da fare è ritornare a Cristo, restituendoGli quella corona che la Rivoluzione Gli ha usurpato con l’inganno.

In una sua recente intervista ha dichiarato che: “Il prossimo conclave costituirà una provocazione” e che “la logica di Bergoglio è quella di creare uno scisma”: a quale Chiesa stiamo andando incontro? Sarà ancora la Chiesa di Dio o assisteremo ad un “ammodernamento progressista” con nuove figure e con nuovi credo arcobalenizzanti?

La Chiesa è una ed appartiene solo a Cristo, che ne è il Capo divino, del Quale il Papa è Vicario. Bergoglio ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio di agire come emissario della deep church per screditare il Papato e la Chiesa Cattolica, e questo ripugna al ruolo assegnato da Cristo a San Pietro e ai suoi Successori. Tutto quello che ha compiuto in questi dieci anni è l’esecuzione del progetto eversivo organizzato dal deep state angloamericano, come emerso dalle mail di John Podesta pubblicate con Wikileaks. Immigrazionismo, ecumenismo, ecologismo neomalthusiano, democratizzazione della Chiesa, politiche sanitarie, parità di genere, cancel culture, ideologia woke: non c’è un solo punto dell’Agenda 2030 che non abbia trovato in Bergoglio uno zelantissimo esecutore. Anche l’ultima, scandalosa e abominevole Dichiarazione Fiducia supplicans che autorizza (e impone) la benedizione delle coppie di concubinari e omosessuali costituisce un’altra spunta alla lista dei compiti assegnati dall’élite globalista al Gesuita Argentino, complice la Mafia di San Gallo, ed è talmente inaudita da aver già provocato immediate proteste, ivi compreso il divieto di applicarla da parte di molte Diocesi e intere Conferenze Episcopali.

Come si vede, Fiducia supplicans ha già ottenuto uno dei suoi scopi: suscitare lo sdegno dei Cattolici – laici e chierici – per spingerli a prendere le distanze dalla setta di Santa Marta. L’altro obiettivo è legittimare de facto una forma di riconoscimento delle unioni irregolari senza giungere immediatamente alle nozze di divorziati o di sodomiti, sul modello delle “coppie di fatto” o dei “pacs” che l’autorità civile approvò vent’anni fa in molte nazioni. Quelle unioni, nelle rassicuranti dichiarazioni dei politici, non avrebbero dovuto mettere in discussione il matrimonio tradizionale: a distanza di due decenni vediamo come i “pacs” fossero il penultimo passo prima di arrivare alle nozze gay, e se Bergoglio si muove oggi per fare la stessa cosa in ambito ecclesiastico, è perché sa e vuole che si arrivi al matrimonio sacramentale anche per due uomini e due donne.

Ma quel che non deve sfuggirci, di questa tattica tanto astuta quanto devastante, è che mentre i moderati si sbracciano a ricordare che il Prefetto Tucho Fernandez ha ribadito che il Matrimonio è solo tra un uomo e una donna e che quindi «non c’è alcun cambiamento nella dottrina», sembra non si accorgano che nel frattempo la Dichiarazione Fiducia supplicans emana delle norme vincolanti per tutte le Diocesi, e sappiamo bene che se un Vescovo osa esprimere qualche critica al Satrapo, scatta immediata la violenta risposta vaticana con deposizioni, privazioni dello stipendio, azioni di discredito e sanzioni canoniche. Immaginatevi con quale serenità uno qualsiasi dei timorosissimi Vescovi oggi esistenti oserebbe contestare ciò che da solo, in altri tempi, sarebbe bastato per rinchiudere l’Argentino in una cella di Castel Sant’Angelo.

Qualcuno potrà obiettare che a Fiducia supplicans si stiano opponendo molti Vescovi, il che di per sé è cosa ottima. Ma la mentalità che sta dietro questo e altri documenti vaticani è proprio la sinodalizzazione della Chiesa, dando a ciascuna Conferenza Episcopale la possibilità di assumere decisioni disciplinari e magisteriali come se fossero chiese nazionali scismatiche. Le Diocesi con buoni Vescovi potranno forse sperare di non dare esecuzione ai diktat bergogliani (finché non vengono da lui destituiti), e quelle con Vescovi progressisti si scateneranno su tutti i fronti andando ben oltre ciò che ipocritamente stabilisce il documento vaticano: le Diocesi tedesche hanno già annunciato di voler ufficialmente benedire le coppie omosessuali in quanto tali.

Vorrei far notare che se i conservatori riconoscono Bergoglio come legittimo Papa ma allo stesso tempo capiscono che tutta la sua azione è deliberatamente divisiva; dall’altra i progressisti non riconoscono Bergoglio come Vicario di Cristo, ma come esponente della loro fazione che usurpando il Papato può ora ottenere i risultati voluti. Bergoglio è il loro “papa” proprio perché non ha nulla in comune con qualsiasi Papa lo abbia preceduto, e lo stesso Gesuita Argentino ha assunto il Papato per usarlo contro il fine suo proprio: è la questione del vizio di consenso di cui ho parlato nei miei recenti interventi.

Nel Vangelo di Luca 21 è scritto: “Gesù disse ai discepoli: Quando vedrete Gerusalemme circondata dagli eserciti allora capirete che verrà espugnata e coloro che avranno il capo chino potranno sollevarlo perché saranno salvati”. Oggi in quell’area c’è un sanguinoso genocidio: secondo Lei, Eccellenza, si avvereranno le parole dell’Evangelista Luca e cosa dobbiamo aspettarci?

Il Sionismo è un’eresia del Giudaismo, nata con il Congresso Sionista di Basilea del 1897 e sviluppata in ambito askenazita. Gli Ebrei ortodossi credono nella venuta di un Messia personale, che i Cattolici riconoscono in Gesù Cristo ma che essi ancora attendono. I Sionisti credono invece che il Messia sia lo Stato di Israele, deificandolo e legittimando quindi gli orrori e i crimini di cui essi si macchiano da decenni e che in queste settimane vediamo compiersi nella Striscia di Gaza. Non a caso i Sionisti considerano nemici gli Ebrei ortodossi, proprio come i Modernisti considerano nemici i Cattolici tradizionalisti.

L’infiltrazione di Sionisti in tutte le nazioni occidentali e atlantiste è evidente e riconosciuta da loro stessi. È grazie ad essa che il Mossad israeliano, mediante il ricatto, tiene sotto scacco i governi e l’informazione, oltre a possedere l’intero sistema finanziario ed economico. Quando i crimini commessi da questi governanti, politici, magistrati, attori, giornalisti e prelati verranno alla luce in tutto il loro orrore i Sionisti non potranno più ricattarli, e verrà quindi meno il loro potere sulle nazioni.

Il Suo impegno non si è limitato all’invio di videomessaggi, ma ha fondato l’Associazione Exsurge Domine per: “La presa di coscienza di una grave crisi ecclesiale, giunta recentemente a una vera e propria persecuzione dei sacerdoti e dei religiosi che non si piegano all’apostasia e al tradimento della Chiesa di Cristo”. Vorrebbe illustrarci i progetti che avete iniziato a realizzare?

«Potrei passare alla storia come colui che ha diviso la Chiesa», ha detto Bergoglio nel 2016. Mi pare che questo destino sia confermato da una ininterrotta serie di azioni e affermazioni fortemente divisive, culminate in quest’ultimo anno con l’aperta persecuzione dei buoni e l’arrogante protezione di personaggi corrotti e pervertiti.

Bergoglio si mostra come fautore di conflitti e di scismi: l’azione disgregatrice del Gesuita Argentino si basa sulla sua capacità di ricatto e di intimidazione, ben sapendo che i chierici e i prelati eretici sono consapevoli di potersi muovere con la massima libertà, mentre quelli fedeli al Magistero non riescono a capire che disobbedire a Bergoglio non solo non mette minimamente in discussione il Papato, ma anzi lo protegge. Per questo motivo la disobbedienza dei cattivi al Magistero è tanto più sfrontata quanto più si allinea al Satrapo, mentre la resistenza dei buoni risulta decisamente poco incisiva ed efficace. Lo scandalo di Fiducia supplicans ha però avuto il merito, per così dire, di toccare uno di quei cosiddetti valori non negoziabili che sono rimasti sostanzialmente intatti sotto i due precedenti Pontificati, facendo sì che una parte non indifferente dell’Episcopato cattolico mondiale si sia reso conto della minaccia che quel documento vaticano costituisce per la sopravvivenza stessa della Chiesa. L’opposizione sempre più aperta a quella vergogna voluta da Bergoglio e imposta da Fernandez – che ora cerca maldestramente di ridimensionare – è la prova del tradimento di Bergoglio e la premessa per porre fine a questo disastroso “pontificato”. 

E nel frattempo cosa si può fare?

Nell’attesa che questa indegna parodia della Gerarchia cattolica sia sostituita da santi Vescovi e santi sacerdoti – perché è di santi che abbiamo bisogno – possiamo aiutare quanti stanno riscoprendo il vero Sacerdozio e la vera Vocazione religiosa e che per questo sono perseguitati ed ostracizzati.

Exsurge Domine non si rivolge infatti a chi – come i membri della Fraternità San Pio X o di altri istituti canonicamente indipendenti – è già nella Tradizione, ma a chi vi si sta avvicinando con buona volontà provenendo dalle travagliate realtà ecclesiali di oggi. Parlo di parroci che scoprono la Messa antica, di monaci che vogliono vivere nella fedeltà alla Regola, di giovani cattolici che desiderano servire il Signore ma comprendono di non potersi formare nei Seminari o nei Conventi bergogliani. Queste Vocazioni vanno aiutate a riscoprire la bellezza della Fede Cattolica e della sua Liturgia, l’eroismo della Santità, in un percorso di recupero e ricostruzione che chiede pazienza, costanza, disciplina e – necessariamente – tempi più lunghi di conversione. La missione di Exsurge Domine è anche quella di far rinascere – soprattutto attraverso un’azione di predicazione e di apostolato – quella coscienza cattolica devastata da decenni di postconcilio. In questa battaglia spirituale, vogliamo accogliere e aiutare con paterna carità chi vuole combattere per il Signore, ma si rende conto che occorre riprendere dimestichezza con le armi della preghiera, della penitenza, dello studio, della vita interiore.

In questa prospettiva nasce anche il Collegium Traditionis, una casa di formazione clericale tradizionale in cui preparare i sacerdoti di domani con l’aiuto dei buoni sacerdoti di oggi. È un progetto che richiede un grande impegno finanziario e che potrà vedere la sua realizzazione solo grazie alle donazioni di tante persone generose. Faccio appello a tutti i Cattolici perché contribuiscano a questa iniziativa, peraltro l’unica nata in Italia e per l’Italia, per la rinascita spirituale del nostro Paese, per la maggior gloria di Dio e la santificazione delle anime.

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