Roma, 19 ottobre 2023 - “La domanda che occorre porsi è se la nostra città, affrontando in questa sede la sola questione ferroviaria e non la partita su altre infrastrutture cruciali su cui parimenti si arranca (e che avrebbe meritato una decorosa autocritica da parte della sinistra) resti o meno collegata con Bologna, con Milano, con Roma, con il sistema AV o, in caso inverso, vedere se e come potenziarla. Esiste anche una questione di cui nessuno parla, e cioè come è collegata la Provincia al capoluogo, e da lì ai centri urbani principali. Sono temi sui quali FdI sta lavorando con RFI nel contratto di servizio e con la Regione, che impattano e che non possono più essere considerati di serie B, o un tema di servizi complementari, in primis parcheggi, assenti in stazione. Invocare fatti concreti da parte della destra al governo è poi grottesco se si contribuisce in modo scientifico, come la maggioranza consiliare ha dimostrato anche sulla vicenda dell’aeroporto, a togliere le carte di mano alla città. Ma è sin troppo facile, se persino il Sindaco certifica in quelle colpe ereditate, la dissonanza col PD cittadino con cui governa, imputare alla sola debolezza dell’avversario la perdita di attrattività di Parma. Anziché la corsa allo scarica barile, va analizzato il dato e su quello costruita una proposta. RFI ha fatto una scelta di mercato, inanellata su un coefficiente di riempimento di treni evidentemente in difetto, e di un’utenza, che forse per fascia oraria, per assenza di servizi complementari o per possibilità economiche, non riteneva i mezzi a Alta Velocità appetibili, ma che potrebbe essere coperti con treni di tipologia differente, IC (Inter City ndr), chiedendo un investimento all’azienda in connettività a bordo, o treni Blues, innovativi con telecamere a bordo h24, che rendono più sicuri i viaggiatori. Una classe politica, supportata da un mondo produttivo, sana, al ragionamento di fatturato sa opporre il dato sociale dei servizi e/o gli costruisce una rete attorno complementare che seduce, non inseguendo l’umore ma creando nuovi accordi commerciali. Questo non è stato fatto dalla sinistra che governa città e Provincia, che ha un obbligo di mandato nei confronti dei cittadini, ma nemmeno dal mondo produttivo o dall’utenza che richiedono quei servizi. L’Efsa, l’Università di Parma, il Consorzio Italia del gusto, Accurate e Global device nella ricerca scientifica, e pochi altri illuminati, hanno contratto da gennaio 2023 accordi commerciali con RFI portando ad un incremento del reddito della Provincia del 4%, che inevitabilmente, se fortificato da altri partners potrebbe portare ad una maggior appetibilità della linea, oggi tolta, o all’individuazione di altra rotta. Questo vuol dire che se oggi la politica vuole essere seria, ha sì un compito, ma non è di piangere al cospetto di mamma Stato invocando focus, è mettere al tavolo le aziende dei trasporti su rotaie e su gomma, gli industriali, le Università, i consorzi, i Sindaci, gli enti e le partecipate della provincia, e creare un prodotto virtuoso in cui chiede di scommettere, un “sistema Parma” rinnovato. Questo è ciò su cui FDI promette per Parma impegno in tutte le sedi istituzionali, dalle commissioni parlamentari preposte al Governo, partendo dai propri rappresentanti nei consigli comunali. Ma è uno sforzo che mai come oggi deve essere di tutti”.