Il voto di lunedì in Consiglio ha sancito che oggi il Sindaco non ha più una maggioranza e questo conferma quello che diciamo da sempre: una coalizione profondamente divisa frutto di un’unione innaturale tra forze che per anni sono state contrapposte.
Divisione questa che ha rallentato pericolosamente la gestione e lo sviluppo della città in tanti settori come, ad esempio, nel campo della sicurezza, del decoro, dei servizi, del commercio e delle infrastrutture dove continuiamo a restare colpevolmente fermi e isolati. Ne è prova la recente archiviazione da parte di questa Giunta anche del progetto della fermata in linea dell’alta velocità (dopo lo scippo a favore di Reggio Emilia anch’esso messo in atto da una giunta a guida PD) come l’immobilismo su progetti come la via Emilia bis e la chiusura della tangenziale ad est. Ciò che abbondano sono solo tavoli, conferenze, cabine di regia e patti senza nessuna concretezza.
Sull’aeroporto abbiamo assistito alla stessa paralisi dove le divisioni di questa maggioranza hanno prima rallentato l’iter e poi portato ad una delibera pasticciata e appositamente confusa, questo per cercare disperatamente di tenere unita la coalizione.
Una delibera non pertinente in quanto, come sostengo da tempo, nessun parere politico del consiglio comunale è richiesto in una conferenza dei servizi che necessitava solo di un parere degli uffici tecnici
Cosi facendo da una parte si è rallentato il percorso con ripetuti rinvii e dall’altra si è creato un distorto “meccanismo di aspettativa” prendendo in giro la città e facendo credere che la variante urbanistica per l’allungamento della pista dipendesse dal voto del consiglio comunale che in realtà è di esclusiva competenza ministeriale
Inoltre la delibera fatta dalla Giunta va anche fuori tema in quanto si è condita di innumerevoli questioni ambientali unicamente per questioni di facciata per giustificarne l’assenso nel tentativo estremo di tenere unita la maggioranza senza invece affrontare in modo puntuale la questione dell’interferenza viaria, l’unica veramente di competenza del comune in questa fase.
Ho trovato anche fuorviante la difesa d’ufficio del Sindaco in cui, in un video, si è preso il merito della modifica della vocazione dell’aeroporto a favore dei passeggeri. Non è merito ne suo ne della Giunta se oggi la vocazione del Verdi è passeggeri e non cargo. I numeri parlano chiaro e non sono opinabili: 88% passeggeri contro 11% cargo che equivalgono ad 12 voli passeggeri contro solo 1,5 cargo al giorno. Cosi era nella precedente versione del master plan e cosi è oggi. Nulla è cambiato.
Premesso tutto ciò ci tengo a ribadire che io, come la stragrande maggioranza dei parmigiani, credo fermamente in un doveroso sviluppo dell’aeroporto passeggeri atto a sostenere il nostro turismo e la nostra economia e per questo possiamo permetterci di perderlo.
Oggi Parma non è più una città attrattiva per colpa di dieci anni di totale immobilismo soprattutto in campo infrastrutturale. Per questo l’aeroporto va difeso con i denti per tentare di ridurre quel gap infrastrutturale che oggi ci vede tagliati fuori da tutto.
L’aeroporto è stata una conquista di questa comunità sulla quale tante amministrazioni comunali hanno investito e anche per questo va tutelato.
I miei primi atti da sindaco furono proprio l’aumento del capitale sociale dell’aeroporto per 6 milioni che sono serviti per potenziare l’infrastruttura e l’incremento dei voli con mete italiane e capitali europee portando il traffico passeggeri a quasi 300.000.
In questi ultimi 10 anni si sono invece fatti passi indietro come i gamberi: prima sono state vendute le quote delle fiere promettendo di investire il ricavato sull’aeroporto e sulle infrastrutture annesse. Promesse entrambe non mantenute. Poi si sono anche rilasciati permessi per realizzare un centro commerciale senza un preventivo aggiornamento del piano di rischio aeroportuale. La conseguenza di tutto ciò è che l’aeroporto è rimasto al palo per anni e insieme alle Fiere anche isolato dalla città. Sono stati buttati via 10 anni nella più totale incapacità di decidere alcunché, anzi commettendo errori che hanno rallentato i processi di gestazione del piano di rilancio.
A suo tempo mi ero espresso in modo contrario a che il nostro diventasse un aeroporto merci.
I numeri del masterplan confinano questa funzione in percentuali estremamente basse, confermando l’utilizzo prevalente per il traffico passeggeri, vocazione questa vincolante in quanto sancita dalla valutazione di impatto ambientale approvata con Decreto del Ministero dell’Ambiente nel 2021. Questo è ciò che è agli atti mentre il resto sono solo opinioni.
E’ questo il primo e sostanziale motivo per il quale, per senso di responsabilità nei confronti di un infrastruttura che merita di essere salvaguardata, abbiamo deciso di votato questa delibera, salvando la faccia alla Giunta, seppur con tutte le criticità che contiene.
Mi trova poi d’accordo la riduzione della lunghezza della pista che porta con se innegabili vantaggi a partire dal minor consumo di suolo fino alla salvaguardia della complanare per le Fiere che avevo inaugurato nel 2008.
Condivido infine sia la possibilità di azzerare i pochi voli cargo previsti utilizzando per il trasporto merci aeromobili passeggeri sia che non vengano effettuati voli notturni.
L’obiettivo che ci dobbiamo dare è rendere compatibile questa infrastruttura con la salvaguardia della salute pubblica con misure puntuali da monitorare attentamente. Saranno anche cruciali le misure di compensazione ambientali da esigere con fermezza. Compito del comune sarà poi quello di realizzare infrastrutture viarie e ferroviarie per togliere l’aeroporto e le fiere dall’isolamento nel quale si trovano.
Sarebbe anche utile una commissione mista con i rappresentanti delle frazioni interessate al fine di garantire massima trasparenza nei monitoraggi.
Dopo aver perso trent’anni fa un appuntamento con la storia regalando a Reggio la fermata dell’alta velocità il nostro voto di lunedì ha scongiurato un ennesimo “colpo di grazia annunciato” di cui a pagarne le spese sarebbero stati i parmigiani per i prossimi anni.
Pietro Vignali