Mercoledì, 16 Agosto 2023 08:33

Uomo e Donna: un interscambio di moda In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 116 agosto 2023 (Quotidianoweb.it)  - Abbiamo davanti a noi un’epoca dove tutto sembra stravolto soprattutto quando si usano i simboli per adoperarli al mutare delle conquiste sociali.

Fino a pochi anni fa non avremmo mai immaginato che un uomo indossasse un’autoreggente o degli stivaloni lucidi ed invece oggi, tali immagini sono all’ordine del giorno, almeno nelle immagini dei grandi media.

Con buona pace dei “Cerchi Spezzati”, i primi movimenti femministi del 1969, oggi relegati a  una classificazione archeologia di un remoto passato di rivendicazione sociale.

Dobbiamo anche ricordare che fino al XVII secolo alle donne non era permesso fare le attrici per cui nei palcoscenici erano attori uomini che impersonavano i personaggi femminili, ma nulla a che vedere con le Drag queen dei nostri tempi.

Oggi invece il conformismo anche nella moda, tende a mostrare i corpi della donna e dell’uomo come interscambiabili in una particolare forma di concettualizzazione di un pensiero che sembra unico, ma che non esprime ancora chiaramente cosa intenda rappresentare.

Pare anche che la moda voglia tramutarsi in uno “zombie industrie” creando una realtà che non le appartiene e la cui volontà sia quella di creare una dipendenza tra uomo e donna in una definizione di interscambiabilità dentro un circolo vizioso.

E allora ecco fare il loro ingresso nella moda consumistica i reggiseni che coprono il petto di un uomo e le autoreggenti che lasciano sfilare i peli delle gambe avvolti in stivaloni a tacco appena sopra il ginocchio.

Femminilità, mascolinità o cosa?

Una vera e propria dissociazione delle differenze naturali che la vita offre in una società che annulla il confine dell’ordine sociale, ma che non ha un principio razionale individuale.

O forse potrebbe anche essere lo specchio folle della società capitalistica che ci vorrebbe tutti automi della moda dove, una comunicazione orienta le masse in modo che gli alienati, vedano il mondo come vogliono i loro alienatori.

Un primo esempio potrebbe palesarsi già a partire da questo settembre al rientro nelle aule delle scuole italiane. Una prima rivoluzionaria follia potrebbe essere rappresentata dalla “non discriminazione” dove, alunni e genitori inclusi, dovranno riconoscere i propri insegnanti non più in base alla loro identità biologica ma, identificandoli dall’alias da loro deciso, indice di un ruolo espresso nella loro scelta erotica, emotiva ed affettiva.

Un passo gravissimo per la futura costruzione dell’identità che bambini e adolescenti si apprestano a conoscere, sostituendo la vera identità naturale con soggettive preferenze comportamentali e affettive.

Il circo dell’identità del transindottrimento è servito.

Una sostituzione dei ruoli pericolosissima che si vorrebbe far passare come una naturale “evoluzione della specie” facendo abdicare la donna al suo ruolo di madre che crea la vita, nutre la vita e cresce la vita.

Povere donne da sempre in prima linea hanno avuto un ruolo fondamentale nella società, ma oggi quelle custodi delle tradizioni culturali vengono usate dal potere per cancellare la loro funzione nella società.

E lo scopo è proprio la distruzione della famiglia tradizionale dove i giornali e l’opinione pubblica, inculcano che questa è la nuova società.

Forza donne “è arrivato l’arrotino” ed è ora di riaffilare i coltelli della vera parità.

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