Martedì, 15 Agosto 2023 06:26

La rivoluzione del solito ferragosto In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 14 agosto 2023 (Quotidianoweb.it) - C’era un tempo in cui durante l’estate si preparavano le rivoluzioni, che poi iniziavano quasi sempre in autunno, ma oggi invece sembra spenta anche quella voglia rivoluzionaria di crescita personale.

Ma per fare una rivoluzione ci vuole anche una certa temerarietà e soprattutto capacità, ed invece pare che qualsiasi informazione o messaggio che tenti di plasmare le menti, uniformandole al pensiero unico di proprietà esclusiva delle classi dominanti, passa senza filtro alcuno.

Con le città semi deserte assistiamo invece alla solita informazione dell’opinione pubblica, che da un tg all’altro fa a gara nel rappresentare l’agognato relax delle ferie di ferragosto.

Ma questo è un ferragosto dove domina la scena il conflitto in Ucraina, un Niger in ebollizione e venti di guerra soffiano su Taiwan.

Le super potenze del mondo si combattono tra chi vuole l’egemonia di un ordine mondiale unico e chi invece lotta impegnandosi per un mondo geopolitico multipolare.

Una rivoluzione principalmente voluta da un tecnopotere dove finanza e istituzioni, ormai completamente asservite ad entità sovranazionali, tentano di instaurare la nuova società del controllo.

E non passa giorno che i novelli “Otelma” ci bombardino con le loro previsioni catastrofistiche ipotizzando ogni scenario emergenziale, salvo poi consumarsi nel nulla e nell’anonimato creatore.

La battaglia che in atto e per la quale dobbiamo tutti impegnarci, è quella della difesa dei principi universali quali il bene, la giustizia, la vita e non possiamo pensare che un élite li voglia comprimere in un recinto e mettere al confino tutti gli esseri pensanti in contrasto al tecnopotere.

Sotto l’ombrellone, distesi sul lettino ammirando i tanti sforzi profusi per tutto l’inverno in palestra, dobbiamo analizzare nuove prospettive contro l’obsolescenza programmata dell’era transumanista.

Anche in questo ferragosto, come in quelli precedenti, sembra che a nessuno interessi chi dica cosa e soprattutto quando a farlo, sono perfetti incompetenti immolati alla causa di un conformismo sociale.

Dispensano i loro consigli guadagnandoci pure, e dalla loro cattedra impartiscono il racconto di un progresso sociale, perfettamente allineato al tecnopotere su schemi predefiniti e “autorizzati”.

Un po' come nell’agosto del 1968 quando, mezzo milione di soldati, stroncarono la “Primavera di Praga” dove in molti in Europa pur conoscendo la verità, continuavano a volerla ignorare, ma ad Est invece, era chiara.

Oggi quella “normalizzazione” di allora si presenta con la maschera del transumanesimo contro l’umanesimo e sta provocando un cortocircuito nella società civile che la vorrebbe divisa in nomignoli, nelle città dai 15 minuti e che, se continuiamo così, vista l’apatia e l’indifferenza che la pervade, la teoria avrà terreno facile per affermarsi.