Quando vicino alla porta di casa ti passano file di macchine, quando dalle finestre senti lo sferragliare dei treni, quando sulla testa senti il rombo degli aerei, quando vedi dalle tue finestre il fumo di una ciminiera, quando senti i tuoi spazi vitali invasi da estranei … è logico che Ti diventi un po' difficile accettare le sfide quotidiane prodotte dalla società che ti circonda.
Nella attuale società sempre più aperta, multinazionale, sovrabbondante di proposte e di condizionamenti, ci sono tante cose che non comprendiamo, che non ci piacciono, che non ci fanno comodo; anzi ci aumentano i problemi. Così sempre più nascono comitati occasionali “contro”; si firma per cercare di opporsi alle cose che arrecano problemi alla propria vita quotidiana.
Raramente Parma ha saputo e sa unire le proprie energie e farle diventare progetti condivisi. Ci siamo divisi negli anni ’70 sulla ricostruzione del Palazzo Ducale ed abbiamo lasciato perdere oltre 20 miliardi; ci siamo divisi negli anni ’80, sulla diga di Vetto, che era già iniziata, ed è stato bloccato un grande progetto che oggi sarebbe utile per tutti; ci siamo divisi negli anni ’90 sulla fermata dell’alta velocità, che oggi tanto ci manca, ed è stata regalata a Reggio; negli anni 2000 ci siamo divisi su un forno inceneritore che oggi da tutti è ritenuto indispensabile; oggi c’è chi non vorrebbe più sottocasa uno stadio che è lì da un secolo; oggi tutti vorremmo Parma collegata velocemente al Tirreno ed al Brennero, ma siamo divisi sulla modalità; oggi c’è chi vorrebbe buttar via un aeroporto che potrà collegare Parma al mondo, perché prevede anche tre cargo al giorno per autofinanziarsi meglio.
In medio stat virtus…. dicevano gli antichi romani che per secoli, fino a quando hanno saputo coinvolgere i popoli conquistati, hanno dominato il mondo di allora. Parma deve saper confermare la scelta di essere una città aperta all’Europa ed al mondo; ha imprese che danno un lavoro sicuro e qualificato alle nostre famiglie; Parma ha giovani preparati ed ambiziosi sparsi nel mondo. Non può isolarsi buttando via, per paura, un aeroporto che permetterà un rapido collegamento, in arrivo ed in partenza, con il mondo intero.
Il buon senso, quando è stato condiviso, ha sempre permesso di superare i problemi; il confronto ha sempre creato un futuro migliore. Amaro e negativo, invece, è sempre stato il risultato quando è stata data la priorità all'interesse privato, anche se sottoscritto da migliaia di firme interessate. Parma non può buttar via un aeroporto che nessuno ha contestato, negli anni ’80, quando è stato faticosamente costruito per fare di Parma un punto di riferimento nel mondo moderno. Oggi si sta trovando una sintesi positiva per il suo futuro facilitando anche la possibilità di collegamenti con aeroporti di interesse mondiale.
E vero …le trentamila firme che non vogliono un aeroporto vicino a casa vanno ascoltate, ma chi amministra deve saper guardare al futuro degli oltre 400.000 abitanti di Parma e provincia.
L’aeroporto, poi, deve essere un punto forte di un programma ambizioso che preveda una città collegata velocemente al Tirreno ed al nord Europa; una città che sappia crescere nel dialogo e nella partecipazione, nella qualità della vita, nel lavoro e nella solidarietà diffusa. Le nuove generazioni, attente ma non schiacciate da problemi e paure, devono saper esprimere, con fiducia, progetti che rendano più attrattivo, vitale e condiviso il futuro di questo territorio.
Eugenio Caggiati