Di Flavia De Michetti Roma, 31 luglio 2023 (Quotidianoweb.it) - Nella giornata di ieri, le Nazioni dell'Africa occidentale hanno imposto diverse sanzioni e minacciato l’uso della forza qualora i leader del colpo di stato del Niger non riescano a reintegrare il Presidente estromesso Mohammed Bazoum entro una settimana.
Nel frattempo, i sostenitori della giunta hanno attaccato l'Ambasciata francese a Niamey.
La risposta alle sanzioni ECOWAS di 15 Nazioni, al settimo colpo di Stato della regione del Sahel, è arrivata quando la folla nella capitale del Niger, Niamey, ha bruciato bandiere francesi e lapidato la missione dell'ex potenza coloniale, provocando coì una reazione della Polizia che ha lanciato gas lacrimogeni contro la folla.
Le immagini diffuse hanno mostrato, infatti, le pareti dell'ambasciata incendiate e persone caricate su ambulanze con importanti ferite.
In un vertice di emergenza in Nigeria, dedicato alla discussione del colpo di Stato della scorsa settimana, i leader della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale hanno chiesto il ripristino dell'ordine costituzionale, minacciando, altrimenti, rappresaglie, come viene confermato da un comunicato, nel quale si aggiunge che “I funzionari della difesa organizzeranno immediatamente un incontro proprio a tal fine”.
“Il Presidente del Consiglio militare di transizione del Ciad, Mahamat Idriss Deby (salito al potere nel 2021 dopo un colpo di Stato), ha incontrato il suo omologo nigeriano, Bola Tinubu, a margine del vertice e si è offerto volontario per parlare con i leader militari in Niger”, questo è quanto avrebbero riportato due assistenti presidenziali, chiedendo di mantenere l’anonimato.
L'ECOWAS e l'Unione economica e monetaria dell'Africa occidentale (UEMOA - Union économique et monétaire ouest-africaine), composta da otto membri, hanno dichiarato che “Con effetto immediato i confini con il Niger sarebbero stati chiusi, i voli commerciali vietati, le transazioni finanziarie interrotte, i beni nazionali congelati e gli aiuti sospesi. Inoltre, ai funzionari militari coinvolti nel colpo di Stato sarebbe vietato viaggiare e i loro beni congelati”.
A questo proposito, alla televisione France24 da Parigi è intervenuto il Primo Ministro del Niger, sotto il Governo di Bazoum, Ouhoumoudou Mahamadou, all’estero al momento dell’accaduto, il quale ha affermato che “Le sanzioni dell'ECOWAS sarebbero disastrose perché il Paese fa molto affidamento sui partner internazionali per coprire le proprie esigenze di bilancio. Conosco la fragilità del Niger, conosco il suo contesto economico e finanziario, essendo stato Ministro delle Finanze e Primo Ministro”.
Secondo la Banca Mondiale, il Niger è uno dei Paesi più poveri del mondo e riceve quasi due miliardi di dollari all'anno in aiuti ufficiali allo sviluppo.
“Questo è un Paese che non sarà in grado di resistere a questo tipo di sanzioni. Sarà catastrofico”, ha concluso Ouhoumoudou Mahamadou.
Inoltre, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha accolto con favore l'azione dell'ECOWAS e ha sottolineato: “Ci uniamo all'ECOWAS e ai leader regionali nel chiedere l'immediato rilascio del presidente Mohamed Bazoum e della sua famiglia e il ripristino di tutte le funzioni statali al Governo legittimo e democraticamente eletto”.
Quali effetti avranno le sanzioni?
Provvedimenti simili sono stati imposti dall'ECOWAS a Mali, Burkina Faso e Guinea dopo i colpi di Stato negli ultimi tre anni.
Tuttavia, secondo il pensiero di alcuni analisti, nonostante le sanzioni finanziarie abbiano portato a insolvenze sul debito, in particolare per il Mali, queste misure hanno sostanzialmente danneggiato i civili più dei leader militari che hanno preso il potere in alcuni dei Paesi più poveri del mondo.
Il colpo di Stato militare in Niger, dei giorni scorsi, è stato ampiamente condannato dai vicini e dai partner internazionali tra cui gli Stati Uniti, le Nazioni Unite, l'Unione Africana, l'Unione Europea e l'ex potenza coloniale francese.
Tutti, infatti, rifiuterebbero di riconoscere i nuovi leader guidati dal generale Abdourahamane Tiani.
Il Niger è stato un alleato chiave nelle campagne occidentali contro gli insorti legati ad al Qaeda e allo Stato islamico nel Sahel, e si teme che il colpo di stato possa aprire la porta a una maggiore influenza russa.
Gli Stati Uniti, la Francia, l'Italia e la Germania hanno truppe sul posto per l'addestramento militare e le missioni per combattere gli insorti islamisti.
Il portavoce della giunta, il colonnello Amadou Abdramane ha specificato: “Vogliamo ricordare ancora una volta all'ECOWAS o a qualsiasi altro avventuriero, la nostra ferma determinazione nel difendere la nostra patria”.
Ieri, migliaia di persone si sono radunate nella capitale, alcune dirette all'Ambasciata francese, “Siamo qui per esprimere il nostro malcontento contro l'interferenza della Francia negli affari del Niger, che è un Paese indipendente e sovrano, quindi le decisioni della Francia non hanno alcuna influenza su di noi”, come dichiarato da un manifestante.
Come avvenuto nel vicino Burkina Faso, nel settembre dello scorso anno, a seguito di un colpo di stato, alcuni manifestanti hanno tentato di scalare le mura dell'Ambasciata, mentre altri hanno calpestato le bandiere francesi in fiamme.
I manifestanti sono stati prontamente dispersi dalla Guardia Nazionale del Niger.
La Francia ha condannato la violenza e ha affermato che “Chiunque attacchi i suoi cittadini o i suoi interessi dovrà affrontare una risposta rapida e severa”.
Il Ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha spiegato che, “L'era dei colpi di Stato in Africa deve finire. Non sono accettabili”.
L'Unione Europea e la Francia hanno tagliato il sostegno finanziario al Niger e gli Stati Uniti hanno minacciato di fare lo stesso.
Il comunicato dell'ECOWAS di ieri ha ringraziato le nazioni in linea con la posizione del blocco, ma “ha condannato la dichiarazione di sostegno da parte di governi stranieri e appaltatori militari privati stranieri”.
Infine, il capo russo Wagner Evgenij Prigožin, ancora attivo nonostante abbia guidato un fallito ammutinamento contro i vertici dell'Esercito russo il mese scorso, ha salutato il colpo di Stato come una buona notizia e ha offerto i servizi dei suoi combattenti per portare l'ordine.
(Immagine kathmandupost.com)