Tra queste merita particolare attenzione il fallimento del modello di integrazione degli immigrati. Siamo di fronte ad un Paese che si ispira al motto massonico "Liberté, Egalité, Fraternité", ma che, alla prova dei fatti, dimostra l’inadeguatezza di un sistema di stampo assimilazionistico che persegue la formazione di una «comunità di cittadini» formalmente uguali senza, però, affrontare le reali ineguaglianze implicite nella segregazione urbana e nella discriminazione etnica e sociale presenti nell'immigrazione di seconda e terza generazione.
Le cifre su terrorismo, radicalizzazione, narco-banditismo e ricambio etnico sembrano fornire un fondamento al pericolo di una vera e propria "rivolta sociale".
La Francia è lo Stato membro dell’Unione Europea con il più elevato numero di cittadini partiti per combattere per lo Stato Islamico (quasi 2mila su un totale di 5mila stimati nell’intera comunità dei 27), di sorvegliati speciali per radicalizzazione e terrorismo (una media di 15mila, in realtà compresa fra gli 11mila (attivi) e i 20mila (attivi e segnalati)) e di abitanti residenti in aree a rischio (cinque milioni di persone abitano nelle cosiddette zone urbane sensibili, ovvero il 7% della popolazione totale).
Il Presidente della V Repubblica francese, Emmanuel Macron, che nel 2022 ha perduto la maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale, si trova schiacciato tra due fronti: da un lato, la sinistra che lo accusa di applicare una politica disumana nei confronti dei migranti, in particolare a seguito della promulgazione, nell'anno solare 2018, di una legge fortemente restrittiva sull’immigrazione (aumento della durata della detenzione amministrativa, riduzione dei termini per presentare una domanda di asilo, ecc.), dall'altro la destra di Marine Le Pen che denuncia l’assenza di una politica di riduzione del numero di clandestini presenti sul territorio.
Ed i risultati dell'ultimo "enfant prodige" made Unione Europea si vedono...
(immagini tratte da screenshot video)
(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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