Martedì, 23 Maggio 2023 06:09

Hiroshima: Un G7 dal Welfare al Warfare In evidenza

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Niente da fare i cosiddetti grandi della terra, ad Hiroshima, hanno deciso che non vogliono la pace, ma la guerra.

Di Andrea Caldart Cagliari, 22 maggio 2023 (Quotidianoweb.it)  - Proprio in una città che è il simbolo del grande orrore della seconda guerra mondiale segnato dalla bomba atomica americana, e che dovrebbe essere da monito invece, è andato in onda un vergognoso esempio di ipocrisia e falsità.

Davvero difficile non ricordare che settantotto anni fa, nella mattina del 6 agosto 1945, alle 8:15, il bombardiere Enola Gay B-29 della US Air Force sganciò la bomba atomica sulla città. Il bilancio delle vittime fu devastante con 140.000 morti, quasi tutti civili, molti dei quali divennero polvere istantaneamente, e altri invece, ebbero una tristissima agonia di sofferenza in conseguenza delle terribili ustioni e dall’avvelenamento da radiazioni.

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Questo sodalizio russofobo celebrato in uno dei luoghi simbolo dell’orrore della guerra dimostra solo la proiezione narcisista degli Usa e dei suoi alleati occidentali.

Un’ideologia che dipinge minacce di nemici per consentire la “difesa” della barbarie che è la guerra progettata da essi stessi.

Il conflitto in Ucraina non è iniziato solo, si fa per dire, quindici mesi fa, ma ha un’origine molto più lontana, di almeno 9 anni prima, con il colpo di stato che ha visto andare al potere l’attuale presidente Zelensky.

Ma da oltre oceano molte fonti ormai ipotizzano uno scenario “coreano” per l’Ucraina.

Una controffensiva ucraino-alleati se si farà, sembra proprio non poter risolvere nulla e di conseguenza, gli americani stanno ipotizzando di “congelare” il conflitto.

L’intervento delle diplomazie in questo momento è quello di concentrarsi nel cercare di raggiungere un accordo dove tutti saranno vincitori con un’Ucraina un po' più piccola e con la Russia che si terrà i territori russofoni.

Ormai ci si rende sempre più conto che, l’idea di far collassare economicamente la Russia è definitivamente naufragata, anzi le sanzioni occidentali, l’hanno resa più forte anche dal punto di vista politico-internazionale dal momento che ha riallacciato e consolidato i rapporti anche con il mondo arabo.

Gli americani invece dal canto loro, hanno visto il debito nazionale, superare i 31 trilioni di dollari e la “soluzione” di voler portare il mondo verso una guerra nucleare globale, spinto da un arrogante senso di giustizia atlantico, non trova più terreno nemmeno nella narrazione propagandistica unica a reti unificate.

Ad Hiroshima comunque è andato in onda lo stallo di un èlite che sta facendo i conti con un segno negativo del 30% dell’economia mondiale occidentale, contro invece la crescita multipolare del BRICS.

L’evidenza dell’impasse dei partecipanti a questo G7, l’abbiamo potuta notare nei pericolosi segnali guerrafondai emessi, nel triste tentativo di salvare una reliquia putrescente del sistema egemonico.

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