- Nella tornata elettorale del 26 maggio 2019, i cittadini di Langhirano sono stati chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio comunale. L’esito elettorale ha registrato la conferma dell’attuale primo cittadino per la seconda volta. Qual è il suo giudizio sull’operato della prima giunta e, soprattutto, riguardo ai (poco più) tre anni e mezzo della seconda giunta guidata dal sindaco in carica?
R. Non mi sento di giudicare in modo del tutto negativo l'operato della prima giunta in quanto, ad onor del vero, si erano trovati una situazione economica disastrosa lasciata dalla precedente amministrazione di sinistra.
Se ammiro il difficile lavoro svolto per normalizzare i conti del comune, non ho comunque apprezzato alcuni progetti come la nuova piazza di Torrechiara e il rifacimento dell'asfalto in alcune frazioni collinari proprio a ridosso delle elezioni. Fare un bilancio del secondo mandato non è facile, soprattutto per il fatto che abbiamo avuto due anni molto particolari dovuti all'emergenza covid che ha destabilizzato le vite di tutti noi e di conseguenza anche la macchina comunale.
Di sicuro posso dire che avrei voluto vedere da parte del comune una maggior vicinanza alle categorie colpite all'epoca dai confusionari e spesso inutili decreti governativi, dei quali ho avuto modo di discutere in consiglio comunale.
- La sua area di riferimento ideologica è la destra sociale: quanto margine, lei crede, possa avere la destra sociale nell’agone politico nazionale?
R. Il margine sarebbe molto ampio se non fosse che le istanze principali della destra identitaria e sovranista vengono usate solamente come slogan in campagna elettorale per raccogliere voti da parte di chi identitario e sovranista, in realtà, non è.
Continuiamo ad essere definiti retrogradi se diciamo che l'Italia deve ritrovare la sua indipendenza e di fatto ci troviamo oggi con masse di giovani che non riescono a trovare nemmeno l'indipendenza dai loro genitori, a causa degli stipendi che percepiscono.
Per non parlare del modo più economico per scaldarsi che è tornata ad essere la stessa legna che l'uomo usava quando abitava nelle caverne.
Abbiamo un idea diversa di progresso dai sedicenti progressisti che ci hanno portato sin qui. Se non si riportano questi argomenti al centro dell'agenda politica, assieme alla difesa dei nostri confini e dei settori strategici , non vedo un buon futuro per la nostra Nazione.
- Provi ad immedesimarsi nel ruolo di primo cittadino di Langhirano: cosa farebbe per la sua comunità?
R. Sicuramente lavorerei subito per sistemare le zone più degradate e farei in modo di creare una sinergia tra trasporti, enti ed attività locali che faccia si che chiunque venga in visita nel nostro territorio voglia trascorrerci più tempo possibile.
- In qualità di componente l’opposizione consiliare langhiranese, c’è qualcosa che chiede da tempo e che non viene accolta dalla maggioranza?
R. Non c'è una vera e propria battaglia che porto avanti da tempo e che non sia stata accolta, però due anni fa proposi di proiettare il film "Red Land - Rosso d'Istria" nelle scuole in occasione del giorno del ricordo. La mozione venne respinta dicendomi che sarebbe stata presa in considerazione in futuro. Spero che quest'anno si possa realizzare.
- Quali sono le affinità (se ci sono) e le divergenze rispetto alla linea politico-amministrativa della giunta comunale?
R. Una affinità è sicuramente quella di avere la volontà comune di risanare i conti per non dover consegnare alle future amministrazioni ulteriori debiti. Vedo che l'amministrazione lavora piuttosto bene in questo senso e la cosa mi fa piacere.
Per quanto riguarda le divergenze, mi piacerebbe vedere un'amministrazione più coraggiosa nel prendere posizione su regolamenti calati dall'alto, che siano per l'assegnazione degli alloggi popolari o, per fare un altro esempio, per ottenere finanziamenti che sempre più spesso arrivano tramite l'assegnazione di bandi a progetto.
Questo è un problema che, a mio avviso, riguarda molti altri comuni oltre al nostro.