Sabato, 23 Novembre 2024 06:56

Controversie Ambientali: Legambiente e l’Aeroporto di Frosinone In evidenza

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Il presidente del circolo Legambiente “Il Cigno” di Frosinone Stefano Ceccarelli ha inviato una lettera al presidente dell’Enac, cioè l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, al Presidente della Provincia e ai sindaci di Ferentino e Frosinone presentando in allegato un dossier dal titolo “I sette peccati capitali dell’aeroporto di Frosinone”.

Il titolo fa riferimento all’ipotesi di realizzare il terzo scalo aeroportuale del Lazio proprio a Frosinone e promossa dall’APARF, ovvero l’Associazione Progetto Aeroporto di Roma Frosinone e Sviluppo del Basso Lazio. 

Questa associazione secondo il circolo di Legambiente, sarebbe espressione delle Lobby, non meglio specificate, che vorrebbero speculare,ed inquinare il territorio della Ciociaria, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini, la flora e la fauna, circostanti.

Ma chi è Lega Ambiente ?

Una potente lobby strettamente legata alle industrie del settore delle fonti rinnovabili, nata negli anni 80, proprio per contrastare l’energia nucleare.

Che quindi ha solidi legami con la politica.

Legambiente ha solide radici nel Pd, soprattutto nella corrente degli Ecodem di quell’ Ermete Realacci che per quasi vent’anni è stato presidente nazionale della onlus e ancora oggi ne è il presidente onorario. 

Non per nulla, Legambiente ha partecipato attivamente al business delle fonti rinnovabili, dall’altro ha influenzato la normativa nazionale sugli incentivi che hanno contribuito a rincarare le bollette energetiche degli italiani.

Quello delle energie rinnovabili è un settore sul quale fà anche bussiness con tanto di potenziali conflitti di interesse.

Ma non solo, perché Legambiente è una onlus, un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale.

Non lo hai mai tenuto nascosto, al contrario ne ha sempre fatto una ragione di vanto, visto che secondo i vertici con il business bisogna sporcarsi le mani per indirizzare le scelte industriali e ambientali del Paese.

Infatti sono stati e sono tuttora gli interlocutori privilegiati del ministero dell’Ambiente e del ministero dello Sviluppo economico.

Una posizione assicurata dai legami con il mondo politico, e in particolare con il Pd.

Il vice presidente Zanchini, che per Legambiente è anche responsabile del settore Energia, spiega infatti: “Quando qualche anni fa abbiamo creato Azzero CO2, l’idea era quella di promuove il settore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. “

Nel 2004 Legambiente e Kyoto Club hanno sentito il bisogno di dimostrare nel concreto quanto essere più resilienti, efficaci ed avere successo.

È nata così AzzeroCO2.

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Secondo gli esperti interpellati da Giornalesera.com, l’Avv. Scavolini Alessandro e l’Avv. Dalla Grana, specializzati nel settore e professori universitari hanno spiegato;

“una onlus non potrebbe detenere partecipazioni in grado di garantirle il controllo di società di capitali, pena la perdita dello status stesso di onlus e delle conseguenti agevolazioni fiscali

Inoltre quando non è la stessa Legambiente a fare impresa, ci pensano diversi suoi dirigenti e consiglieri nazionali ad aggiungere al loro ruolo di ambientalisti quello di imprenditori.

Tanto che il principale braccio operativo di Legambiente si chiama proprio Azzero CO2, una srl con 119mila euro di capitale sociale che offre diversi servizi, dalla consulenza in ambito energetico alla progettazione e realizzazione di impianti che sfruttano fonti rinnovabili

Enel e Sorgenia, colossi dell’energia sono clienti di questa società, e il fatturato è molto alto, il bussiness tira…

Legambiente possiede direttamente il 36% della società, mentre il 15% è in mano alla fondazione Legambiente Innovazione, che per l’associazione si occupa dei premi alle imprese che sviluppano prodotti innovativi dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Gli altri due soci sono il circolo di Legambiente ‘Festambiente’ (9%) e l’associazione Kyoto Club (40%), anch’essi legati alla onlus ambientalista.

I circoli, nello statuto, sono infatti definiti “organi decentrati di Legambiente”.

Kyoto club invece è un’organizzazione non profit presieduta anni fà dal’ex presidente di Terna Catia Bastioli , (divenuta poi componente del governo Draghi) ,che tra i propri soci ha la stessa Legambiente insieme a molte società che operano nel settore dell’energia e alle industrie dell’eolico che fanno parte dell’Anev (Associazione nazionale energia del vento).

Tra i suoi scopi, si legge sul sito, c’è quello di “stimolare proposte e politiche di intervento mirate e incisive nel settore energetico-ambientale”.

Fare lobby, insomma, con il supporto di Legambiente, che in Kyoto club può contare sul vice presidente Francesco Ferrante, membro del direttivo dell’organizzazione verde ed ex parlamentare del Pd.

Il ruolo di Legambiente nella gestione di Azzero CO2 è evidente: tutti i vertici della società fanno parte anche degli organismi dirigenti della onlus che, va detto, contano più di 400 persone.

Il presidente di Azzero CO2 Giuseppe Gamba è un membro della presidenza del comitato scientifico di Legambiente, l’amministratore delegato Mario Gamberale è nel consiglio nazionale, mentre il consigliere della srl Sandro Scollato è nel direttivo nazionale e ha sostituito poco più di un mese fa un altro dirigente di Legambiente, Mario Zambrini.

E gli altri due consiglieri di amministrazione?

Edoardo Zanchini è oggi, Direttore ufficio Clima Comune di Roma è stato il vice presidente della onlus, mentre Andrea Poggio ne è il vice direttore generale.

Azzero CO2, insomma, è una diretta emanazione di Legambiente.

Legambiente ha firmato un protocollo di intesa con l’Anest, l’associazione che rappresenta le società che operano nel settore del solare termodinamico.

Tra gli obiettivi dichiarati, quello di assicurare alle imprese un sostegno allo sviluppo dei progetti e al dialogo con i cittadini.

Ovvero un appoggio alla loro attività di lobbying.

A questo punto mi sono chiesto, vuoi vedere che l’Associazione Arpaf, si è rivolta ad altri esperti del settore, per quanto riguarda la progettazione e messa in opera dei propri impianti eco compatibili ?

Oppure vi è un altro interesse dietro alla presa di posizione del circolo il Cigno di Legambiente ?

Ed ecco , comparire durante la mia ricerca , il motivo di tanta acredine; sul sito del quotidiano Ciociaria Oggi, ho trovato un articolo recente, di Gennaio 2024 che è illuminante al riguardo.

Legambiente voleva installare un parco fotovoltaico quando l’aeroporto Moscardini chiuderà i battenti con il trasferimento del 72° Stormo a Viterbo.
Il circolo il Cigno di Legambiente citava allora per sostenere il suo progetto, chiaramente milionario, l’esempio di «Marville, nel nordest della Francia, dove dal 2021 è in funzione uno dei parchi solari più grandi d’oltralpe.

Ha una capacità di 152 MW distribuiti su 364.000 moduli bifacciali e sorge su un’area già sede di un aeroporto militare.

In previsione dello smantellamento del sito, i 155 ettari di terreno erano stati acquisiti da un consorzio formato dai comuni ricadenti nell’area.

Dimensione che corrisponde altre 150 campi da calcio,

Con una centrale in essere,al posto dell’ aereoporto, puntano ad avere incentivi di centinaia di milioni di euro.

Quindi come si può intendere facilmente il progetto dell’ Aereoporto è in antitesi con il parco solare

Vuoi vedere che il circolo non è veramente interessato alla salute dei cittadini se non ad altre motivazioni di natura ben diversa ?

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