Di Andrea Caldart Cagliari, 16 dicembre 2022 - Appare davvero una bella notizia quella di aver disarmato l’arma liberticida del lasciapassare verde che, secondo l’ex presidente del consiglio Draghi, garantiva di “ritrovarsi tra persone non contagiose”.
Una balla eclatante sconfessata, anche a quei tempi dai tanti studi e poi definitivamente dichiarata tale, proprio da Pfizer che confermava di non avere fatto nessun studio che potesse provare la non trasmissibilità del virus.
Draghi come la Sciarra, anziché seguire la Costitruzione e il diritto, hanno tenuto fede a qualla scienza finanziaria che è capace di tanti magheggi all’interno delle voci di un bilancio, figuriamoci se non poteva accadere con i dati sui test.
Ma oggi tutti sono felici perché, con l’abrogazione del green pass, che sarebbe avvenuta lo stesso entro il 31 dicembre, tutto quanto sembra essere stato lasciato alle spalle.
Infatti, si potrà andare liberamente a trovare le persone presso “le strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e no, strutture residenziali socioassistenziali”.
Ma anche, viene meno “l’obbligo di sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso”.
Ma allora come mai al G20 di Bali è stato firmato un accordo per mantenere la tessera verde in vita per il futuro e soprattutto, perché la UE lo tiene parcheggiato fino al 30 giugno 2023?
Quella che sembra in apparenza una ripristinata libertà per i cittadini, probabilmente per mantenere il consenso popolare delle promesse elettorali, in realtà, cozza con la coerenza dei fatti.
Il governo Meloni non ha abolito la multa da 100 euro per chi ha difeso il proprio corpo, l’ha solo traghettata, vedi la coincidenza, prorogandola proprio al 30 giugno del prossimo anno.
L’arma della tessera verde ha ancora il suo colpo in canna perché, il precedente governo, ha lasciato in eredita alla Signora Meloni, e lei non ne parla, la possibilità di esercitarne l’utilizzo, fino alla fine del 2025.
Basta un semplice cambio di esecutivo, una crisi politica, che il colpo è pronto ad essere rimesso nell’arma per essere sparato.
La vergognosa norma, umiliante e discriminante, ancora non è del tutto sparita perché ci sarà una discussione il 27 e 28 dicembre, proprio a ridosso del 31, ma allora non era più semplice abrogarla e basta?
Cara presidente Meloni, le bugie del ricatto del bollino verde, che hanno lasciato profonde cicatrici nella nostra società civile, hanno le gambe corte, prendiamone atto e con coerenza, cancelli anche il comma che lo tiene in vita fino al 2025.