Di Andrea Caldart Cagliari, 11 agosto 2022 (QuotidianoWeb.it) - Il tutto è stato dato alla luce dal documentario dell’emittente americana CBS dal titolo: “Arming Ukraine”, dove l’inchiesta fa emergere che solo il 30% arriva effettivamente all’esercito ucraino, ma dell’altro 70% si fanno strada alcune ipotesi inquietanti.
Tra queste la più accreditata e probabilmente la più “conveniente”, è che queste armi rimangano nei depositi di smistamento allestito nell’ovest dell’Ucraina, la peggiore invece è che siano finite al mercato nero.
Il reportage della CBS non nasce a caso, ma dal venire a conoscenza della missione del generale americano Garrick Harmon in Ucraina.
Il generale Harmon, non è una persona qualunque, ma è uno degli uomini più importanti nelle gerarchie militari americane e, soprattutto, è il capo del centro di assistenza che gestisce gli aiuti bellici americani ai Paesi stranieri.
Per far “muovere” uno come Harmond qualcosa deve essere successo di particolare, ma forse un’ipotesi più attendibile potrebbe essere quella che non vi sia corretta gestione da parte dell’esercito ucraino e che quindi stia venendo a mancare la fiducia anche dei vertici Nato.
Da qui l’irritazione del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che su Twitter ha cinguettato: “Servirebbe un’inchiesta internazionale per stabilire chi lo ha permesso e perché”.
Volendo rimanere fedeli alla trama, la CBS ha un po' “ammorbidito” i contenuti, ma senza smentire quanto precedentemente prodotto.
Quello che in realtà sta succedendo è che ancor prima dall’inizio di questo conflitto, si era capito che questo braccio di ferro con la Russia non andava fatto, tant’è che fu lo stesso Zelensky a dichiararlo, accusando gli Stati Uniti di “alzare la tensione”.
Ma soprattutto quello che alla Casa Bianca e all’intelligence americana preoccupa di più, è il recente cambio ai vertici dell’intelligence di Kiev, dovuto – secondo la versione ufficiale – ai tradimenti interni.
Gli americani non credono molto a questa versione perché sono più “orientati” a far luce, dove finisce questa importante quantità di armi “non tracciata” facendo intendere che, l’attore-presidente abbia rimosso quei particolari vertici della sicurezza per il fatto che non abbiano saputo gestire appunto, il traffico d’armi e il denaro che ne deriverebbe.
Insomma il principale sostenitore del conflitto in Ucraina per “interposta persona”, non solo manda armi delle quali non sa dove vanno a finire, ma forse, complice anche il poderoso calo del suo gradimento negli americani, sta cercando una soluzione “diplomatica” per uscirne della serie, dopo aver tirato il sasso nascondo la mano.
Il problema di fondo però è che la mano ha lasciato un’impronta ben visibile e ora una domanda è lecito porsela su come sia il protocollo per il tracciamento di queste armi che, scoperto dal documentario CBS per il quale, non è previsto alcun sistema di tracciamento che ne monitori, né il percorso, né la destinazione delle armi fornite.
Viene da chiedersi come sia possibile che nella super potenza per eccellenza come gli Stati Uniti, che hanno costretto il mondo ad un tracciamento globale e lockdown con le loro potenti lobby farmaceutiche, non possieda un sistema che controlli e tracci le armi che producono; tutto questo è davvero inverosimile.