Siamo di fronte a ricorrenti crisi idriche sempre più gravi. Gli oltre 4 miliardi del PNRR destinati ad affrontare il problema della dispersione nelle infrastrutture e a realizzare interventi sulle fognature ove mancanti, se non utilizzati rischiano di ritornare a Bruxelles senza che l’Italia possa spenderli. Approvando un mio ordine del giorno, il governo si è impegnato a valutare l’opportunità di utilizzare queste risorse su tutto il territorio nazionale, qualora non utilizzati nel Meridione o nei territori di assegnazione, evitando così di perdere risorse decisive per il nostro Paese che ha il 20% del territorio a rischio desertificazione e oltre il 43% di dispersione nella rete idrica.
Si tratta di interventi molto urgenti anche in considerazione che una sentenza del 6 ottobre 2021 della Corte dell'Unione europea ha condannato l'Italia per aver violato le norme su raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane di centinaia di aree sensibili dal punto di vista ambientale e che già in passato è stata condannata, per analoga infrazione, a pagare 55 milioni all'anno fino a quando le autorità nazionali non riusciranno a dimostrare di aver risolto il problema.
Si vuole garantire la dotazione di reti fognarie e di impianti di trattamento e depurazione delle acque reflue di tutti i comuni sul territorio nazionale, nonché il rinnovamento, riqualificazione e adeguamento agli standard europei delle reti idriche di adduzione e distribuzione, per evitare le perdite della risorsa idrica con interventi di manutenzione straordinaria, potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria, modernizzazione e incremento dell'efficienza delle reti di distribuzione, anche con l'utilizzo di nuove tecnologie, trasformazione degli impianti di depurazione in «fabbriche verdi», per consentire il recupero di energia e fanghi e il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura e industria.
Così Laura Cavandoli deputata parmigiana della Lega