Questo piano di indagini penali sarà sottoposto al vaglio preventivo del Ministero della Giustizia. In pratica, i pm non potranno aprire indagini liberamente e dovranno sottostare ai propri capi procuratori, che come già accade con le riforme precedenti citate, hanno anche il potere di avocare gli incarichi assegnati ai propri sostituti. Questo è l'ennesimo tentativo negli anni, ora realizzato, di eliminare la separazione tra i tre poteri, alla base della nostra Costituzione.
Pensate che nell'Inghilterra della fine del 1600, rivoluzione inglese, questo principio prese luce e continua a operare. In Italia, invece...
Per non citare l'articolo della riforma Cartabia, bocciato nel referendum recente ma approvato in Senato la settimana scorsa, che prevede l'esame, nel Consiglio giudiziario preposto alla valutazione delle carriere dei magistrati, la presenza di avvocati e docenti universitari. Inutilmente,
Il magistrato Nicola Gratteri della Procura di Catanzaro ha cercato di mettere in guardia sui pericoli di queste norme in cantiere approvate la scorsa settimana.
Neanche la riforma del CSM è andata avanti come promesso, ad esempio, con l'elezione dei suoi componenti a sorteggio, per evitare la deriva Palamara. Poteva contribuire a difendere la gestione della magistratura dai poteri correntizi e assicurare una maggiore indipendenza dalla politica. In pratica, vertici CSM e vertici della politica saranno ancora in stretta relazione nonostante lo scandalo di qualche anno fa. E, intanto, gli operatori periferici, la stragrande maggioranza dei magistrati, continueranno a smaltire la montagna di fascicoli assegnati, con spirito di servizio e di abnegazione nonostante la cronica e annosa carenza di organico sia amministrativo che di categoria.