Domenica, 17 Aprile 2022 05:11

“Dentro la Costituzione” - Perché non convince il sistema elettorale maggioritario "a doppio turno" per l'elezione del presidente della V Repubblica Francese In evidenza

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68esimo appuntamento con la rubrica "Dentro la Costituzione". Ogni domenica, il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entra nelle pieghe della Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei fatti di attualità, anche internazionali.

Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 17 aprile 2022 - La Francia ha adottato, come forma di Governo delineata dalla Costituzione vigente del 1958 (che ha dato vita alla V Repubblica), il modello semi-presidenziale.

Esso, dopo la riforma costituzionale del 2002 che ha ridotto da 07 a 05 anni la durata in carica del Presidente uniformandola a quella dell'Assemblea nazionale (il Senato è eletto in forma indiretta), ha reso ardua la probabilità del verificarsi del fenomeno della "coabitazione", o meglio della dissociazione delle maggioranze (Presidente di un orientamento politico e maggioranza parlamentare di un altro).

Il Presidente, che non può esercitare più di due mandati, è eletto a suffragio universale e diretto dal corpo elettorale con un sistema maggioritario a "doppio turno": a meno che uno dei candidati non ottenga, al primo turno, la maggioranza assoluta dei voti validamente espressi, si procede al turno di ballottaggio tra i due che hanno ottenuto il maggior numero di voti.

Ora, la scelta per questo modello si era fondata su un processo di omogeneizzazione delle società occidentali e di riduzione progressiva dei "cleavages" politico-ideologici i quali, nel secondo dopoguerra, avevano caratterizzato alcuni Paesi proprio come la Francia.

Di conseguenza, il modello consensuale risultava residuale e veniva considerato più adatto solo a quegli ordinamenti statali caratterizzati da significative fratture territoriali, etniche o religiose.

Tuttavia, l'intensificarsi del fenomeno immigratorio, la radicalizzazione quale causa del terrorismo e, a partire dall'anno solare 2007, la crisi economico-finanziaria con le sue ricadute sul terreno sociale hanno scompaginato il quadro, determinando nuove fratture o accentuando quelle esistenti: fra ricchi e poveri, garantiti e precari, territori sviluppati e arretrati, centro e periferie. In questo nuovo contesto, il modello maggioritario ha palesato alcune criticità poiché fatica a realizzare la finalità proclamata di assicurare un Governo funzionale ed efficiente per società non più pacificate, ma attraversate da profonde contraddizioni.

 (NB: foto di copertina dell'amica Corinne - Grazie e Buona Pasqua Lamberto Colla)

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(*) prof. Daniele Trabucco. Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico. Professore a contratto in Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. 

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