“…dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita”. Vi riporto la parte finale della lettera (2,12-16) : “Quindi, miei cari, obbedendo come sempre, non solo come quando ero presente, ma molto più ora che sono lontano, attendete alla vostra salvezza con timore e tremore.
È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni. Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche, perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita. Allora nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso invano né invano faticato.”
In questo suo scritto San Paolo ci esorta ad essere partecipi e prodighi con volontà ed impegno della grazia di Dio, vivendo e comportandoci tenendo sempre a mente le parole di Gesù riportate dal vangelo di Giovanni (15,19): «Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia», perché non c’è fede senza l’obbedienza che Egli ci chiede, come ci ricorda nella prima lettera san Giovanni apostolo (1Gv 5-3): “Questo infatti è l'amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.”, perché ciò concorre alla nostra santificazione e che lo stesso Cristo fu obbediente al volere del Padre Suo.
La nostra capacità nell’agire bene viene da Dio, che opera in noi in modo principalmente invisibile ma nostra è la responsabilità, che operiamo in modo visibile, la forza nel perseverare viene da Dio.
Perciò nell’umiltà dobbiamo astenerci dagli atteggiamenti che ci facilita e tenta il mondo nel timore del peccato, che è la conseguenza dell’amore verso Dio e di Dio; e nel giorno del giudizio, ovvero del ritorno del Cristo, i nostri sforzi nel mantenere un atteggiamento di fede, grazie all’aiuto di Dio, ci permetteranno di ristorarci come cittadini del cielo.