L’autore, infatti, va ad analizzare, per dirla con le parole dell’editore Eugenio Miccoli, la ”fitta trama di relazioni e interessi alimentati negli ultimi 130 anni da una ristretta cerchia di personaggi della cultura e della politica anglosassone, con lo scopo di imporsi e modellare le società europee a proprio piacimento”.
Abolizione della proprietà privata, ma anche appoggio all’eugenetica (vista come scienza di purificazione razziale e controllo delle masse) e il mito dell’imperialismo, espresso perfettamente nel manifesto “Fabianism and the Empire”, sono solo alcuni dei tasselli dell’ideologia fabiana che possiamo per altro riconoscere anche nelle società di oggi.
“La Fabian Society – ci spiega Mastrobattista – nasce con lo scopo di trasformare radicalmente la società secondo la propria dottrina che oggi definiremo “socialista-democratica”. Dunque, fin dal principio, per attuare i suoi intenti ha usato uno strumento su tutti: la politica. Inizialmente ha condotto una forte permeazione negli ambiti liberali. Basta guardare al trattato “Fabian essays in Socialism”, in cui sono espressi perfettamente il loro programma e i loro ideali con un obbiettivo: spingere in modo graduale il partito liberale ad adottare delle basi vicine al socialismo. La permeazione in realtà è stata portata avanti su molti partiti, fino alla nascita del Partito Laburista, divenuto poi il fulcro dell’applicazione dell’ideologia fabiana”.
Un percorso che ha toccato anche il nostro Paese e l’Europa se è vero, come ci conferma, che molti personaggi del mondo politico di casa nostra hanno avuto o hanno tuttora rapporti con la Fabian: “I rapporti della Fabian con la politica sono talmente variegati che non si possono racchiudere in un unico schieramento. Di certo, l’ambito progressista è quello prediletto dall’organizzazione, ma non l’unico. Nel libro riportiamo alcuni passaggi importanti tratti dall’inchiesta di Rossi nel suo libro “La Fabian Society e la Pandemia”, in cui sono spiegati i sottili rapporti tra Speranza e il mondo fabiano, tra D’Alema, la FEPS e la Fabian Society. Non ci siamo soffermati particolarmente sul discorso pandemico ed emergenziale, però abbiamo tenuto ad approfondire la storia di qualche big della sinistra. Riportiamo brevemente la storia di Carlo Rosselli, teorico del socialismo liberale, formatosi presso gli ambienti fabiani di Londra. In più abbiamo elencato diverse personalità note che provengono dalla London School. Alcuni dei nomi elencati nel saggio sono Prodi, Cottarelli e persino il filantropo Soros. A proposito di filantropia, verso la fine del libro approfondiamo anche alcuni passaggi della Bill e Melinda Gates Foundation presso l’Imperial College London, che ha collaborato più volte con la Fabian, e presso la London School, in cui il magnate Bill è stato più volte ospite oltre che finanziatore di ricerche per la stessa Università. Ad oggi sì una buona parte della sinistra socialdemocratica europea ed occidentale è impregnata della visione fabiana, che ha saputo radicarsi anche in altri schieramenti politici opposti all’ambito progressista, questo ci fa comprendere la natura camaleontica della società. I fabiani sono comunque penetrati in molti altri settori strategici della società”.
Una parte di essi, conferma l’autore, “hanno ovviamente legami con i totalitarismi e le massonerie”: pensiamo ad esempio ad Annie Besant, esoterista, già nella loggia “Droit Humain”, uno dei più antichi Ordini massonici misti della storia, nato nel 1893, o a Madame Blavatsky, esoterista, occultista, satanista e medium fondatrice della società teosofica che influenzò anche Hitler. Non c’è che dire: per comprendere la realtà di oggi bisogna spingersi a conoscerne bene le fondamenta.
Un percorso non facile, perché spesso queste fondamenta vengono sapientemente celate: il lavoro di Mastrobattista è prezioso per riuscire a restituircele così come sono, senza manipolazione alcuna.