e prosegue in questo insegnamento che è l’essenza del cristianesimo: «Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.» (Luca 6, 30-33)
Nella prima parte del discorso che ho riportato ci sono abbinamenti antitetici: amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia, benedite chi vi maledice, pregate chi vi maltratta; ciò è la risposta al male con il bene che per un cristiano è l’atteggiamento dell’uomo che viene “trasfigurato” ed elevato nella sua natura umana grazie alla fiducia in Dio, nella sua misericordia e nel suo amore e, dall’uomo nuovo che è Gesù Cristo.
Proseguendo con la lettura del passo del Vangelo troviamo l’espressione “A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra”; erroneamente si pensa che sia l’arresa del cristiano al male, invece essa è la scelta, il libero arbitrio, invero quale atteggiamento adottare verso le prepotenze che non possiamo decidere o controllare; inoltre se contestualizziamo questa immagine, nel periodo storico, va ricordato che gli ebrei punivano i loro schiavi percuotendoli sul viso a destra, cioè con il dorso della mano e le nocche perché era più doloroso; quindi l’atteggiamento di offrire anche la guancia sinistra, per essere percossi con il palmo, è il comportamento di un uomo che si è emancipato e si è innalzato, ovvero che è libero di decidere come vivere gli accadimenti senza subirli e senza semplicemente reagire istintivamente.
Nella seconda parte che ho riprodotto Gesù esorta all’agire nell’amore e nell’amare perché nella misura in cui si dà al fratello si riceve dal Padre, senza giudizio, senza condannare ma perdonando, perché solo nella misura del dono c’è intrinseca la nostra capacità di donare.
E raccomanda: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.» (Luca 6, 36) che significa amate i vostri nemici perché chi non ama il nemico non conosce Dio, perché l’agàpe è l’amore stesso con il quale il Padre ci ama: è Dio stesso.