La descrizione della reazione dei giudei all'udire le parole del Salvatore è contraddittoria ovvero: nonostante fossero meravigliati per le sue parole piene di grazia e benevolenza, si domandano come possa, un individuo conosciuto e cresciuto tra loro, proclamare che la profezia di Elia, sull'avvento del Messia, è adempiuta: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi» (Lc 4,21).
Ma Gesù che legge nei cuori dei suoi compaesani, trovando pregiudizio, scetticismo ed egoismo, li riprende citando il proverbio: «Medico cura te stesso» (Lc 4,23) ed aggiunge dicendo loro: «Nessun profeta è ben accetto in patria» (Lc 4,24) vale a dire che per credere, alle sue parole ed alla sua realtà divina manifesta nonostante la sua umanità, i nazzareni si aspettano prodigi e segni come quelli da Lui compiuti in Cafàrnao; ma la sua missione non è solamente per loro ma è per la salvezza di tutti indistintamente.
Ed a chi lo stava ascoltando cita i due episodi dei profeti Elia ed Eliseo i cui miracoli avvengo non al popolo di Israele ma solo a due pagani perché è la fede e la paternità universale di Dio che permettono la salvezza; ma i suoi concittadini si riempirono di sdegno ed addirittura voglio gettarlo dal ciglio del monte ma egli passò in mezzo a loro:" E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità" (Marco 6, 5-6).