Basterebbe solo questo per rilevare la mancanza di proporzionalità del mezzo (la vaccinazione) rispetto al fine e, dunque, l'infondatezza della principale misura di contenimento adottata dal Governo del tanto decantato prof. Mario Draghi, quell'Esecutivo che ha portato, in compagnia del Conte II, il rapporto debito pubblico/Pil al 160% con il Patto di stabilità e crescita momentaneamente sospeso fino al 2023 e con la compiacenza di un Parlamento che, fino ad ora, ha sempre autorizzato gli scostamenti di bilancio ai sensi dell'art. 81 della Costituzione vigente.
La gente è stanca (lo si percepisce), cede al siero per ricatto (pochi per reale convinzione), inizia a non credere più agli aedi (cantori professionisti ndr) della narrazione emergenziale, "profeti di sventura" di giovannea memoria a cui un certo tipo di stampa, da tempo non più credibile, continua ad attribuire un'attenzione immeritata e foriera di dubbi, ansie e tensioni sociali.
Come mai, però, tutto questo è possibile?
Perché nella mente delle persone è stata instillata la "fobocrazia", termine derivante dalla lingua greca antica, che significa dominio della paura attraverso l'esercizio del potere basato sull'emergenza prolungata, sull'allarme sine die.
Di questo le attuali e imbarazzanti forze di maggioranza parlamentare sono le principali responsabili. Tuttavia, se la paura domina gli animi, allora, con essa, è possibile esercitare un penetrante controllo sulla società.
Macchiavelli (1469-1527) ne ha fatto una categoria politica, mostrandone lo stretto legame con chi detiene il potere.
Ci siamo, dunque, rassegnati ad una vita fondata sull'allarme. Se il peggior Ministro della Salute della storia repubblicana, Roberto Speranza (Liberi ed Uguali), che in un altro Paese avrebbe già fatto le valigie e si sarebbe reso introvabile, soprattutto dopo la sentenza n. 419/2022 del T.A.R. per il Lazio (giudice amministrativo di primo grado) che ha ritenuto la prescrizione dell'AIFA su tachipirina e vigile attesa, come mutuata dal Ministero della Salute, in contrasto "con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l'utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia Covid-19 come avviene per ogni attività terapeutica", è ancora vergognosamente al suo posto, difeso dal partito scientista dello "Stato medico", primo responsabile di una gestione "folle" dell'emergenza sanitaria (79,52% della popolazione con doppia dose e record di contagi (fonte Quotidiano Nazionale) e, purtroppo, aumento dei ricoveri), allora la politica, già subalterna all'economia e ridotta a "governance amministrativa", ha completamente abdicato alla cosiddetta "scienza", contribuendo a far venir meno la funzione stessa della "democrazia procedurale", ossia la composizione del conflitto di interessi contrapposti nel "giardino" delle istituzioni.
In questa prospettiva la "democrazia immunitaria", cui è preclusa l'esperienza del volto dell'altro, si rassegna a seguire ogni norma (spesso discutibile) igienico-sanitaria, trasformando il cittadino in un "paziente perenne".
Ogni crisi, inclusa quella attuale, contiene in sé l'occasione del riscatto nonostante l'intolleranza o la non comprensione da parte dei piú...
(*) prof. Daniele Trabucco. Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico. Professore a contratto in Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano.