La risposta scientifica è negativa. Infatti se il soggetto vaccinato può contagiare, se chi ha effettuato il tampone, entro il termine di validità dello stesso, può contrarre il virus e, a sua volta, diffondere il contagio e se chi ha sviluppato la malattia può ancora ammalarsi e infettare, il fine che l'istituto giuridico in oggetto intende perseguire, per di più non nell'immediatezza dell'entrata in vigore dei diversi provvedimenti provvisori aventi forza di legge ex art. 77, comma 2, della Costituzione ma in modo differito, non può trovare realizzazione.
Ergo, viene meno, dal punto di vista del bilanciamento, il criterio della congruità del mezzo in relazione allo scopo.
Se questo è vero, il cosiddetto "green pass" non solo è inutile, ma è un bieco strumento funzionale ad alimentare tensione sociale e a favorire un sempre più penetrante controllo sociale.
Un feticcio a tempo per una "libertà autorizzata" e non più riconosciuta.
(*) prof. Daniele Trabucco. Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico. Professore a contratto in Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano.