Mercoledì, 25 Agosto 2021 08:52

Torniamo umani.....se ce lo ricordiamo In evidenza

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Di Autori (*) Belluno 24 agosto 2021 - L'emergenza sanitaria in corso ha stravolto il paradigma umano: prima la paura per l'invisibile (il virus), poi il distanziamento sociale ed infine la colpevolizzazione, attraverso la parola che è "potente dominatrice" come insegnava Gorgia (485 a.C. - 375 a.C.), di chi, esercitando un proprio diritto costituzionale (sent. n. 438/2008 Corte cost.), decide di non vaccinarsi.

Ce ne accorgiamo se prestiamo attenzione al modo semplicistico e (volutamente?) errato con il quale si etichettano come "no vax" persone le quali non sono tutte contrarie ai vaccini, ma nutrono semplicemente molte perplessità su quelli immessi nel mercato comunitario in forma condizionata per prevenire la patologia causata dall'agente virale Sars-Cov2 in ragione della non completezza dei dati disponibili, o come "no pass" chi, anche tra coloro i quali hanno deciso di vaccinarsi, non accettano la politica del Governo Draghi per cui si può discriminare per motivi sanitari mediante l'imposizione surrettizia di trattamenti sanitari obbligatori eludendo la disposizione costituzionale dell'art. 32, comma 2 e ponendo in essere una condizione ricattatoria per vivere in modo dignitoso.

Tornare umani, farsi provocare dal volto dell'altro è la vera sfida di questo periodo cupo e buio della storia che sta portando discordia e divisione all'interno della stessa collettività sociale. Abbiamo dimenticato la lezione di Boezio, ripresa da Tommaso d'Aquino (1225-1274): "Omne subsistens in natura rationali vel intellectuali est persona".

Varrebbe la pena rimembrala se non vogliamo morire per la paura della ragione e se vogliamo difendere l'umano dal post-umano.

L'immagine trasfigurata di uno specchio che non riflette più la realtà ma la distorsione di una paura atavica, la morte e la sua non accettazione. Quanto potente è l'urlo di una società che non vuole accettare la dipartita di un popolo che si colloca tra i più vecchi al mondo ma che anzi mette in pericolo la sua forza giovane, minando la futura fertilità di una nazione (ricordiamo che ad oggi non ci sono studi che confermano o smentiscono l'ipotesi).

E nel calcolo delle possibilità, che spazio occupa la forza ancestrale di una madre che dovrebbe proteggere la prole come la fiera più feroce protegge la sua progenie?

Autori (*)

Elena Pat

Daniele Trabucco