Non si tratta di un processo nel senso tecnico del termine, ma "mediatico" che, come tale, non intende in alcun modo (né potrebbe farlo) sostituirsi all'autorità giudiziaria per la quale sono stati ribaditi piena fiducia e rispetto.
Come il principale processo (furono in realtà più di uno) svoltosi in Germania, nella città di Norimberga, dal 20 novembre 1945 al 01 ottobre 1946, ha cercato di mettere in luce i crimini commessi da esponenti del regime nazista, così, sia pure in un contesto non giuridico, l'iniziativa presentata, la quale peraltro sta riscuotendo notevole successo, intende, senza pregiudizio alcuno, verificare eventuali "responsabilità" nella gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione dell'agente virale Sars-Cov2 e, attraverso la raccolta degli atti dei vari interventi, offrire alla magistratura un supporto documentale per avviare, del caso, eventuali indagini. In una logica pluralista e democratica "Norimberga 2" vuole essere uno spazio di incontro e confronto nel quale tutte le posizioni in campo debbono trovare legittima considerazione ed eguale collocazione.
Consapevoli dell'insegnamento di Hans Kelsen (1881-1973), espresso nell'opera "Peace through Law" ("La pace attraverso il diritto") del 1944, secondo il quale unicamente una Corte giudicante composta "non solo dai vincitori, ma anche dagli Stati sconfitti" é autenticamente credibile, Damiano e Callarelli hanno chiarito, in modo inequivocabile, che saranno tutelate e salvaguardate tutte "le letture dell'emergenza". Non c'é una sentenza giá scritta, ma un aspetto é emerso prepotentemente dall'incontro del 30 giugno: il vero vincitore sarà il perdono sia per chi avrá ragione, sia per chi sarà ritenuto "colpevole". Quel perdono il cui fondamento non é umano, trovando la sua ragion d'essere in quell' "Amor che muove il sole e l'altre stelle".
(Prof. Daniele Trabucco 4 luglio 2021)