Domenica, 06 Ottobre 2013 11:46

Iva al 22% e adesso avanti con l’IMU In evidenza

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di Lamberto Colla ---

Un teatrino divenuto ormai insopportabile. L'iva passa al 22% sotto silenzio e per buona pace dell'europa.

Parma, 6 ottobre 2013 -

Ancora una volta abbiamo avuto il piacere di assistere alla commedia della politica italiana. La sceneggiatura ricalca quasi sempre stessa trama. Una crisi istituzionale e di governo in prossimità di una scadenza scomoda per tutti. Una responsabilità che nessuno vuole gli venga rinfacciata durante la prossima campagna elettorale. L'aumento dell'IVA al 22%.

D'improvviso il dibattito politico tra i partiti si infiamma su questioni di alti principi. Le ideologie vanno salvaguardate anche a scapito di fare decadere il "Governo delle larghe intese", la panacea di tutti mali. Lo spread torna di moda e basta il rialzo di pochi punti per riportare il terrore in tavola agli italiani.

I toni diventano diventano ancora più pesanti e nel gioco delle parti, pur di fare apparire ancora più grave e distante la posizione dei partiti, interviene anche il Capo dello Stato. Non si può proseguire così e allora, guarda caso che combinazione, il giorno in cui doveva essere cancellato il decreto Tremonti del 2011, viene deciso il ritorno in aula parlamentare per la verifica della fiducia. Purtroppo per noi, a Letta è stata rinnovata la fiducia un giorno in ritardo sull'appuntamento programmato tre anni prima da Tremonti.

La crisi di governo è passata, L'Iva è aumentata e la responsabilità non ricade su alcuno.

- Iva 22% programmata dal 2011 -

E' stato lo stesso ministro dell'Economia Saccomanni a fugare ogni dubbio sulla possibilità di un ritorno dell'aliquota Iva al 21%; "è già legge; è il decreto del 2011 che portava l'Iva a questo livello. Non c'è niente da fare". Era il provvedimento Berlusconi-Tremonti dell'estate di tre anni fa che programmava un secondo incremento dell'Iva (22%) nel caso in cui non fossero stati messi in atto i tagli al welfare e alle agevolazioni fiscali. Provvedimento che, successivamente, fu confermato dal Governo Monti al quale ovviamente, da buon contabile bocconiano, faceva comodo visto il recupero di liquidità che avrebbe messo in atto.

Mettiamoci il cuore in pace, l'ultima occasione buona per eliminare l'attuale aliquota maggiorata era venerdì scorso (27 settembre), quando c'è stato il consiglio dei ministri che, nemmeno a dirlo, aveva rinviato la questione.

Dal punto di vista dei conti pubblici, posto che la spending review è ancora lontana, viene annientata una "bombetta" dal valore di un miliardo, allontanando almeno per quest'anno, il pericolo di dover ricorrere a coperture peggiori come l'aumento dei carburanti e l'incremento degli acconti fiscali di fine anno.

- Conclusioni-

Letta è ovviamente soddisfatto. Dalla crisi è uscito con una maggioranza rafforzata (25 ex PDL e qualche ex Grillino) ed ha incassato 1 miliardo dall'aumento dell'IVA senza colpo ferire.

Adesso il premier può andare all'attacco della rivisitazione totale delle aliquote fiscali (Delega Fiscale) e della Service Tax. Se non sarà così rivedremo il ritorno del teatrino e anche dell'IMU.

"Il governo ha vinto grazie alla fermezza - recita una nota di Napolitano - e ora non sono più tollerabili giochi al massacro". Staremo a vedere.

 

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