Si prospetta il "Governo Populista" che l'Europa non avrebbe mai voluto. Il silenzio degli oppositori al "Grillismo" e a Salvini è molto sospetto. Che si stia preparando un trappolone?
di Lamberto Colla Parma 13 maggio 2018 -
La minaccia di un nuovo Governo tecnico o del Presidente infarcito di burocrati in ogni dicastero ha convinto i "Vincitori" del 4 marzo a allearsi con il beneplacito di Berlusconi che, facendo un passo indietro, ha salvato baracca e burattini, coalizione compresa.
Lo spauracchio di Bruxelles, ovvero un governo dei populisti, si è invece avverato senza che particolari polemiche o paure si siano levate né dall'interno del Paese e tantomeno dalla nutrita schiera di oppositori dei grillini e di Salvini in seno all'UE.
Se fossi nei due giovani leader mi preoccuperei. Quest'assordante silenzio potrebbe essere prodromico a qualche feroce trappolone che i loro nemici, interni e esterni ai confini italici, potrebbero essere in procinto di far scattare.
Voglio accennare a come era stata particolarmente critica, all'indomani delle elezioni del 4 marzo, la stampa europea. Il quotidiano economico britannico Financial Times, in un editoriale dedicato parte dal possibile ritorno al governo di Silvio Berlusconi, dichiarava che "L'Italia si merita di meglio".
L'altra testata inglese, Telegraph, aveva affidato le sue osservazioni addirittura all'ex capo delle strategie della Casa Bianca Steve Bannon come inviato a Roma per registrare "il più grande avvenimento politico del momento" reputando come il voto italiano abbia espresso un'avanguardia e una vittoria del movimento sovranista, più della Brexit e più di quanto sia accaduto negli Stati Uniti con Trump".
La Spagna, con El Mundo parlava di confusione e instabilità, mentre l'altro giornale iberico spagnolo, Abc, auspicava una grande coalizione che vedesse emergere Gentiloni, ma soprattutto Tajani, attuale presidente del parlamento Europeo, capace, a loro dire, di porre un freno alla corrente euroscettica di Salvini e Di Maio.
Infine il tedesco Handelsblatt rimarcava sull'assenza di un vero vincitore e sulla lotta per il potere che i partiti anti-Ue si prestano a combattere.
Un gran rumore per nulla perché, dopo 60 giorni di manfrine, ecco che l'impossibile si è avverato e il profetico murales che tanto scalpore fece, oggi diventa l'icona di questo nuovo, strano e chissà, auguriamocelo, Buon Governo!
Comunque, il "bacio" definitivo è rimandato a lunedi perché, come insegna la saggezza popolare, "Né di venere, né di marte. non si sposa né si parte, né si dà principio all'arte".
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